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Il Foglio Rassegna Stampa
29.05.2012 L'Iran continua indisturbato il suo programma nucleare
a che cosa sono servite le sanzioni? Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 29 maggio 2012
Pagina: 3
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Più uranio e nuove centrali, così l’Iran risponde all’occidente»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 29/05/2012, a pag. 3, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Più uranio e nuove centrali, così l’Iran risponde all’occidente".


Giulio Meotti

Roma. L’operazione militare contro l’Iran è stata preparata ed è pronta per essere effettuata, ha dichiarato il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, al canale televisivo Abc News. Le affermazioni del capo del Pentagono fanno seguito a quelle, una settimana fa, dell’ambasciatore americano a Gerusalemme, Dan Shapiro, che ha evocato l’attacco militare contro gli iraniani. All’indomani dei colloqui di Baghdad tra Teheran e il cosiddetto 5+1, che si sono chiusi con un fallimento e un rinvio in Russia fra un mese, la Repubblica islamica accelera il passo verso la costruzione della Bomba atomica. Sabato l’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica, ha annunciato di aver trovato tracce di uranio arrichito al 27 per cento nell’impianto nucleare di Fordo, dove il regime sta concentrando gran parte delle operazioni clandestine e ha appena messo in azione altre quattrocento centrifughe. L’ultimo livello di arricchimento dichiarato dall’Iran era poco al di sotto del venti per cento, già inaccettabile per Israele e gli Stati Uniti perché prossimo al livello militare. L’Institute for Science and International Security di Washington, il maggiore pensatoio al mondo sulla proliferazione nucleare, nel fine settimana ha reso noto che Teheran ha aumentato il materiale fissile da poter usare per le testate atomiche, “da quattro a cinque”: 750 chilogrammi in più di uranio arricchito rispetto al rapporto dell’Aiea di febbraio. Il capo dell’organizzazione atomica della Repubblica islamica, Fereydoun Abbasi Davani, ha annunciato che l’Iran costruirà “altre due centrali atomiche”, una delle quali a Bushehr, il cuore del programma nucleare di Teheran. Davani ha detto che il regime non ci pensa a fermare l’arricchimento di uranio alla soglia pre-militare: “Nessuna sospensione dell’arricchimento dell’uranio al venti per cento”. Un no deciso all’Aiea per le visite ai siti: “Nessun accordo per l’ispezione di Parchin” (altro sito di massima sicurezza). L’annuncio di una Bushehr 2 fa parte della strategia a tre di Teheran. Ovvero la creazione di tre diversi tipi di siti nucleari in Iran. La prima tipologia comprende i siti “aperti e visibili”, come quello di Bushehr, le cui attività, stabilite dal regime, si svolgono intenzionalmente sotto il monitoraggio dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il secondo tipo riguarda le “strutture segrete”, come l’impianto per l’arricchimento dell’uranio a Natanz e l’impianto per la produzione di acqua pesante ad Arak. Questi siti sono stati cruciali per il raggiungimento dell’obiettivo finale degli sforzi del regime, quello di un ciclo completo di produzione del combustibile nucleare, pertanto il governo di Teheran ha lavorato strenuamente per mantenere la loro segretezza. Una volta scoperti, il regime potrebbe decidere di aprirli alle ispezioni. Il terzo tipo corrisponde, infine, a siti di dimensioni piccole, disseminati sul territorio, lontani dagli occhi dei satelliti, in mano soltanto ai militari e utilizzati per la ricerca, lo sviluppo e l’arricchimento dell’uranio. Strutture complementari ai siti principali come Natanz, ma che assicurano ai mullah, in caso di attacchi aerei o di interventi invasivi da parte dell’Aiea (che potrebbe decidere la sospensione delle attività di siti come Natanz), di continuare le operazioni di arricchimento dell’uranio. Secondo l’intelligence israeliana parte di questi siti è concentrata nel Dasht e Kavir, il grande Deserto salato iraniano. Come ha rivelato nei giorni scorsi un alto ufficiale di Gerusalemme, “raggirando tutta la comunità internazionale, Teheran si è affrettata a realizzare, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2012, un enorme hub nucleare nel deserto salato, collegato attraverso un sistema di gallerie, esclusivamente destinato al completamento, entro due mesi, di almeno quattro testate atomiche”.

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