Sharia alla conquista dell'Europa. E in Italia ? Su LIBERO di oggi, 27/05/2012, a pag.19, con il titolo "E ora l'estremismo salafita punta dritto all'Italia",Souad Sbai commenta l'avanzata - apparentemente senza ostacoli - dell'estremismo islamista in Europa e in Italia.
Ecco l'articolo:
La donna secondo la Sharia Souad Sbai
I nomi pittoreschi e spesso altisonanti non debbono trarre in inganno. La strategia è precisa e non ha nulla a che vedere con qualcosa che èandato nel tempo, ma con qualcosa che si sta organizzando. Il califfato 2.0 in Europa. Prospettiva lontana se la si guardacon occhi incantati,ma se il disincanto prende il sopravvento ci si rende conto che personaggi come il francese di origine marocchina Abu Hamza, il belga d’origine marocchina Abu Omran e altri facenti parte dei “cavalieri della gloria”, gruppo che spinge per la sharia in Belgio e in Europa, esistono davvero. E non sono solo nella mente di chi, oggi e ieri, ne denunciava lo spirito e le maniere estremiste. Un gruppo che fa del motto «siamo musulmani e non siamo democratici, perché la democrazia è la religione degli infedeli e non può esistere che un musulmano sia musulmano e democratico allo stesso tempo», una ragione di vita.
E di guerra tacita all’Occidente i suoi valori. Barba salafita, mente e modi salafiti Donne burqate, uomini in cerca di vendetta e redenzione. Ecco il loro ritratto, tracciato da media arabi che non hanno paura di parlare, come tanti quotidiani o tg europei, stretti nella morsa del multiculturalismo becero di cui questi signori si nutrono e sul quale costruiscono il successo.
Una cosa va sottolineata di questo gruppo: i leader e i militanti più agguerriti hanno cittadinanza europea. Cosa che assume un valore enorme se si pensa ai diritti di cui gode un comunitario dotato di regolare cittadinanza. Ma non è tutto, perché in Inghilterra, patria della «shari’a courts» (tribunali sharitici), la parte nordest di Waltham Forest è stata dichiarata «sotto la shari’a».
L’Islam radicale ed estremista si appropria di un quartiere e lo gestisce senza problemi, utilizzando le sue corti di giudizio sharitiche per applicare la legge del fondamentalismo nel pieno dell’Europa. In quella che una volta era l’Inghilterra. È il gruppo della «Shari’a For», che vede nella sua linea rossa di congiunzione Olanda, Belgio, Svezia, Francia, Inghilterra e ora l’Italia. Sì perché la Federazione delle moschee nata a Padova sei mesi fa, altro non è che il prolungamento di quella struttura che vanta fra i suoi componenti, più estremisti di un settore di Guantanamo.
L’estremismo oggi è il perno della Conferenza delle Religioni del Ministero dell’Integrazione. Il salto diqualità è evidente anche ad occhi non avvezzi. Altro tassello di cui la rete si fa forza è il controllo della comunità; lo testimonia l’uccisione della marocchina Rachida Radi a Brescello, dopo che si era scoperto il suo passaggio al cristianesimo. Ecco la rete, ecco l’ingranaggio che, nel silenzio,muovele sue ruote.Èun meccanismo che non prevede altro se non l’infiltrarsi nelle maglie della società, con una mano chiedendo il voto alle amministrative e con l’altra brandendo la mazza dell’estremismo mascherato da multiculturalismo.
Ecco il manifesto del gruppo, da cui si evincono le reali intenzioni di chi sta minando le radici dell’Europa: «Rifuggire dal sistema democratico. Niente elezioni. La nostra via è un’altra. Noi sosteniamoi nostri fratelli mujaheddin in tutto ilmondo. Dal Belgio alla Palestina, al fine di liberare i nostri fratelli laggiù, e la Palestina ci lancerà verso il resto dei paesi da aprire. Per la diffusione dell’Islam e la creazione del Califfato islamico». A questa avanzata del califfato occorre mettere freno subito: ma chi ha la volontà e la forza di mettersi contro l’estremismo?
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