Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 25/05/2012, a pag. 21, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo " I Fratelli musulmani cantano vittoria ma in Egitto i laici continuano a sperare ".
Mohamed Morsi, candidato dei Fratelli Musulmani
IL CAIRO — Mancavano ancora tre ore alla chiusura delle urne e già i Fratelli Musulmani reclamavano la vittoria alle prime elezioni presidenziali d'Egitto. Il candidato della Fratellanza, che già domina il Parlamento eletto lo scorso novembre, Mohamed Morsi è stato il più votato nel primo giorno divoto in Egitto, annuncia raggiante nell'elegante palazzo sulle colline di Moqattam che ospita i suoi uffici il vicepresidente del partito della Confraternita, Giustizia e Libertà, Essam el Erian. Erian spera che il trend sia stato mantenuto anche nel secondo giorno di votazioni. Un risultato che annullerebbe il ballottaggio previsto per metà giugno e proietterebbe sulla sedia che Hosni Mu -barak occupò per trent'anni questo ingegnere, con un master alla Universityof Southern California, anima conservatrice di un partito islamista senza nessuna esperienza di governo alla testa del più importante, influente e popoloso paese del Medio Oriente. Ma la volatilità del voto egiziano, del quale non ci sono precedenti, invita a maggiore cautela. Come quella che si respira a Dokki, nel Quartier Generale di Amr Moussa — ex ministro degli Esteri del rals, ex segretario della Lega Araba — il candidato laico con forse maggiori chance di arrivare al ballottaggio. Nella piccola palazzina affittata per l'occasione circola qualche diagramma. «Si, sappiamo che Morsi è stato il più votato, ma Moussa è al secondo posto con oltre i125%e questo è un ottimo segnale, pensiamo di arrivare serenamente al ballottaggio». L'ultima giornata di elezioni si è svolta anche ieri con grande tranquillità e nel paese si sono registrate le abituali difficoltà, lunghe file fuori dai seggi, un certa lentezza nel votare. Per far fronte al fatto che quasi la metà degli elettori egiziani non sa né leggere né scrivere sulle schede, a fianco ai nomi dei candidati, è stampata anche la loro foto, e ciascuno di loro ha scelto un simbolo. Moussa il sole che sorge, Morsi una bilancia che simboleggia la giustizia, Abol Fotoh — l'altro candidato islamico molto accreditato — un cavallo. «Sevince un candidato delvecchio regime le elezioni sono state una truffa e torneremo in Piazza Tahrir», ripetono come un man-trai militanti della Fratellanza, facendo riferimento sia a Amr Moussa che aAhmad Shafik, ultimo premier di Mubarak riammesso alle elezioni all'ultimo minuto che però ha spuntato il sostegno della numerosa comunità copta d'Egitto. Il pericolo è che la Fratellanza — certa della vittoria — voglia forzare la mano delegittimando un presidente che non venga dalle loro file, aprendo scenari imprevedibili. Lo spoglio delleschede èiniziato subito dopo la chiusura dei seggi alle9 di ieri sera e nella giornata di oggi sarà possibile individuare le tendenze del voto. Le numerose tv egiziane hanno organizzato dirette no-stop che hanno attirato milioni di telespettatori, molto più delle "soap opera" arabeingenere molto seguite. Fra gli egiziani incollati alla tv anche il rals deposto. Ingrigito, intristito, quasi incredulo, poifurente: con questo stato d'animo Hosni Mubarak, costantemente intubato, dal suo letto di ospedale ha voluto seguire in tv l'andamento del voto. Così celo descrive il quotidiano indi-pendenteAl Tahrir, raccontando che a far compagnia nel Centro Medico Internazionale del Cairo dove è ricoverato da mesi c'è la moglie Suzanne, che per l'occasione avrebbe deciso di vestirsi a lutto, quasi a voler simboleggiare le peggiori giornate nella storia di famiglia.
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