Quando osservo le insulse vignette di Vauro, queste non mi fanno ridere per l'inesistente tecnica e vena creativa. Roba da lasciare stupefatti anche coloro che, riescono maldestramente a reggere una matita in mano. L'illustre grafico di scarso ingegno, si è sempre aggrappato come un naufrago, per dare credibilità ai suoi lavori, annaspando tra i rimasugli ideologici e stereotipi consunti della sinistra; utilizzati nei secoli scorsi dagli estremisti coranici, dalla chiesa cattolica, fervente portatrice di disvalori, per poi approdare alle carogne fasciste, comuniste, naziste (nessuna differenza nella sostanza). Non a caso, chi poteva servirsi di "cotanto genio" se, non il giornaletto estremista "dieci piani di ruvidezza" della parrocchietta rossa? Per disegnare con tanto livòre, è sufficiente rifarsi agli slogan tambureggianti sentiti nei comizi e cortei dei progressisti pacifisti, dove mi domando: perchè cazzo, si intrufolano palestinesi e integralisti islamici tagliagole, spronati all'interno delle moschee da imam terroristi? Importante per il Manifesto è che Vauro, sia lo strumento divulgativo atto a calunniare con perseverante stupidità, la sua campagna anti israeliana cioè antisemita, tipica negli odiatori della stessa risma... Se, Senesi non avesse scritto ingiuriosamente che, la vignetta (autentica boiata) rappresentava Fiamma Nirenstein (autentica signora, intelligente, impegnata, dall'aspetto assai gradevole), non avrei mai immaginato che, questo fasullo epigono di Gustave Doré, facesse riferimento alla Nirenstein. L'impressione che ebbi di quello scarabocchio, pensavo che si riferisse alla Camusso (chiedo scusa alla sindacalista) e, nella peggiore delle ipotesi a qualche sua amica o conoscente, incontrata durante le tante manifestazioni della pace, mischiata a una folla berciante e ipocrita,benedetta dai fraticelli di Assisi e riportate con clamore dai regimi islamicipiù retrivi. Sempre per rimanere in argomento, ho la netta sensazione che, la libertà di pensiero, per il giudice che ha condannato Peppino Caldirola, non valga un fico secco. E' evidente da parte del magistrato una connotazione ideologica ben definita, specialmente nell'ignorare la storia di Israele o semplicemente perchè la rifiuta. Forse è un compagno di merenda del presidente dell'Ucoi: Amza Roberto Piccardo? Chissà come avrebbe reagito l'integerrimo magistrato se, al posto della presunta immagine della Nirenstein, un disegnatore dell'altra sponda avesse rapresentato Bersani, con appuntata alla giacca la falce e il martello, oltre la svastica rodssa, l'effige di Stalin e Arafat? Cosa si sarebbe beccato l'incauto vignettista: una condanna al regime carcerario 41 bis? I magistrati di tale connotazione, ricordano quelli del processo sul presunto "complotto dei medici" nel 1953 nella Russia stalinista. Questi giudici, sono forse i nipotini e nostalgici del baffone a tal punto che, percepiscono intorno a se l'inesistente "foetor judaicus", attenuato dalle "profumate letture" di campioni quali: T.S.Eliot, Karl Marx, Otto Weiniger, Proudhon, Michail Bakunin...? Dato il clima attuale, forse non esiterebbero a riesumare l'infame natsional'nost... consiglierei a questi togati di mettere in discussione la loro cattiva coscienza, con un'efficaca lettura: "Viva Israele" di Magdi Allam.