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Ugo Volli
Cartoline
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Perché ci odiano 23/05/2012

Perché ci odiano

Cari amici,

parliamo sul serio, per una volta. I giornali sono pieni delle elezioni in Egitto, in cui i candidati fanno a gara a chi si dice più nemico di Israele (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=16&sez=120&id=44608 ). Le fazioni "palestinesi", oltre a tutto qual che fanno - tutti, anche i "moderati" - per onorare i loro assassini di ebrei e per insegnare ai bambini l'odio per "i figli dei maiali e delle scimmie", e per negare ogni traccia ebraica in Gerusalemme (http://elderofziyon.blogspot.se/2012/05/former-pa-mufti-says-jerusalem-not-holy.html ), quando sono in vena di accusarsi l'un l'altro, si danno dei sionisti (http://elderofziyon.blogspot.it/2012/05/fatah-member-insults-hamas-says-it.html ). Pratica del resto diffusa: di essere "ebrei" si accusavano Gheddafi e i suoi nemici, Assad e i ribelli. Il peggior insulto per Mubarak fu di appicicargli una stella di David sulle immagini. Non vi ripeto il resto, che sapete benissimo se non altro perché lo ritrovate ogni giorno su Informazione Corretta. Voglio solo sottolinearvi che è dell'altro ieri la notizia di una classifica sul gradimento dei paesi del mondo in cui Israele è terzultimo, alla pari con la Corea del Nord, davanti solo a Iran e Pakistan (http://www.jpost.com/NationalNews/Article.aspx?id=270291 ). In questa classifica ha un grande peso il giudizio di Eurabia, ma di questo oggi non voglio parlare. Il problema di cui voglio parlare oggi è l'opinione pubblica araba.

Rivoluzioni e repressioni, islamisti e "laici", militari e civili, sciiti e sunniti, monarchie e repubbliche hanno questo in comune: che amano odiare Israele. Possono farsi la guerra, ammazzarsi nella maniera più efferata, torturare l'un l'altro i loro bambini, rifiutare ogni pietà: una sola cosa li unirà sempre tutti, ed è l'odio contro Israele o "gli ebrei" (che per loro è lo stesso, alla faccia dei bempensanti pacifisti). La domanda è ovviamente: perché?

Trovate un inizio di risposta in questo video: http://elderofziyon.blogspot.it/2012/05/wafa-sultan-vs-sheikh-omar-bakri.htm . C'è un certo sceicco, che spiega la legge dell'Islam rispetto agli infedeli, in particolare a quella categoria privilegiata dei "popoli del libro", che hanno il privilegio di non dover essere sterminati sempre. Con loro possono realizzarsi, dice lo sceicco, tre condizioni: quella di partenza è la guerra per obbligarli ad accettare l'Islam (che, ricordiamolo, significa sottomissione); in certi casi, di solito provvisori, un trattato di pace o piuttosto di tregua; lo stabilirsi di una situazione di dhimmi, cioè di “protezione”, in cui gli infedeli in cambio della tolleranza e accettano di obbedire ai governanti musulmani, per esempio con una tassa speciale, spesso molto pesante, e con l'obbligo di numerosi segni esteriori di subordinazione. In ogni caso, assicura lo sceicco, non vi può essere uguaglianza fra musulmani e non musulmani sul piano dei diritti e della politica, perché l'Islam essendo superiore a tutto anche gli islamici lo sono agli altri uomini. E inoltre “il sangue e i beni degli infedeli sono permissibili” ai musulmani, salvo il caso speciale delle tregue e dei patti di dhimmitudine.

Ora gli ebrei hanno avuto l'insolenza intollerabile di ribellarsi allo stato di dhimmi che competeva loro e hanno costruito su “terra dell'Islam” uno stato in cui loro pretendono di non essere governati dai musulmani, ma di escluderli o addirittura di governarli. E questo è intollerabile. E' possibile concludere delle tregue - non paci vere e proprie - ma finché tutta la terra dell'Islam non sarà “liberata” dal dominio degli “stranieri” che l'hanno “rubata” non potrà esserci se non guerra. Nessun musulmano è autorizzato a cedere “neanche un centimetro” di terra dell'Islam: “Haifa e Ashdod non sono diversi da Ramallah”. Fino a che non saranno “liberate” anche loro, non potrà esservi pace (http://www.jpost.com/Opinion/Op-EdContributors/Article.aspx?id=270896 ). Questa è la verità che Hamas dice in ogni momento, che sta scritta negli statuti non solo suoi ma anche di Fatah, che i predicatori continuano a ripetere, che eccita tutti i musulmani da Rabat a Giacarta. E che i “pacifisti” in Israele e anche fuori si rifiutano di sentire, mettendo la testa sotto la sabbia. Per questo la pace non è possibile e la tregua o l'equilibrio attuale si può proseguire solo finché Israele sia visibilmente più forte. Questa è la situazione fondamentale che spiega l'odio del mondo islamico per Israele, cui si sono aggiunte nel corso del tempo numerose infiltrazioni naziste e comuniste che hanno aggiunto un bel po' di gusto al conflitto. “Mein Kampf” e “I protocolli dei savi di Sion” sono fra i libri più diffusi nel mondo islamico, pubblicati e ristampati dappertutto, dalla Turchia all'Egitto, dall'Iran al territorio dell'Autorità Palestinese. Perché i sondaggi mostrano che Israele è antipatico nei paesi arabi, dunque, è chiarissimo. Perché lo sia in Eurabia non è molto più difficile da dire: per il ricordo ancora ben vivo nei cuori, del vecchio antisemitismo, per la proiezione su altri delle colpe coloniali europee (Israele dovrebbe pagare oggi le stragi che inglesi, belgi, tedeschi e francesi, italiani e spagnoli rigorosamente non ebrei per ragioni storiche, hanno commesso fino a settant'anni fa...). E infine per un'aspirazione inconscia ma abbastanza chiara, allo stato di dhimmi, per la vocazione al suicidio e all'uscita dalla storia di cui sono evidenti tanti sintomi nella politica, nella cultura e perfino nella demografia europea. Ma di questo riparleremo.

Ugo Volli


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