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La Stampa Rassegna Stampa
22.05.2012 Libano: conflitti fra sostenitori di Assad e ribelli
al Qaeda, intanto, colpisce in Yemen

Testata: La Stampa
Data: 22 maggio 2012
Pagina: 22
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Al Qaeda fa strage in Yemen - L’Onu lancia l’allarme per la nuova guerra nelle strade di Beirut»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 22/05/2012, a pag. 22, due articoli di Francesca Paci titolati " Al Qaeda fa strage in Yemen " e " L’Onu lancia l’allarme per la nuova guerra nelle strade di Beirut ".
Ecco i pezzi:

" Al Qaeda fa strage in Yemen "


Un'immagine dell'attentato

Gli ospedali in affanno per accogliere gli almeno 222 feriti in serissime condizioni, la rivendicazione di Al Qaeda, il discorso del presidente Hadi sull’unità nazionale e l’omaggio coranico da rendere ai quasi cento martiri dell’attentato, il peggiore nella storia recente dello Yemen. La giornata più nera di Sana'a corre su Twitter, dove la maggior parte degli attivisti legge la strage come sinonimo di una nuova guerra.

Quella di ieri è destinata a restare una data miliare per il Paese arabo in transizione dopo l’uscita di scena del presidente Saleh e la nomina del suo vice a febbraio, periodo durante il quale la capitale è stata relativamente tranquilla. L’esercito yemenita aveva da poco concluso le prove della parata per il 22° anniversario dell’unificazione tra il Nord e il Sud marxista in programma per oggi quando un kamikaze in uniforme ha azionato il corpetto imbottito di esplosivo scatenando l’inferno in piazza al-Sabin, vicino al palazzo presidenziale. Pochi minuti dopo il ministro della Difesa Mohammed Nasser Ahmed (illeso ma emerso poi essere l’obiettivo reale dell’attacco) avrebbe dovuto parlare ai soldati.

«E’ un macello, ci sono pezzi di corpi ovunque, teste... una scena agghiacciante» raccontano i testimoni. L’attentato sarebbe la risposta di Al Qaeda nella Penisola Arabica (rappresentata stavolta dal gruppo Ansar al Sharia) all’offensiva contro gli islamisti lanciata dieci giorni fa dal neopresidente yemenita nella provincia meridionale di Abyan e «fruttata» l’eliminazione di almeno 150 miliziani. Negli ultimi mesi, approfittando della debolezza di Sana’a alle prese con la primavera locale, i terroristi hanno guadagnato terreno al Sud dove, in maniera indipendente, è attivo anche un movimento separatista. Al Nord invece la sfida al governo centrale arriva da ribelli sciiti.

La Casa Bianca ha espresso le sue condoglianze e ha offerto aiuto nelle indagini: «Siamo molto preoccupati per quanto avvenuto», ha detto ieri Barack Obama. «L’attentato rappresenta un’escalation allarmante per Washington e l’Occidente, giacché in Yemen ha sede il ramo più pericoloso di Al Qaeda» nota l’esperto di sicurezza della Bbc Frank Gardner. Gli Stati Uniti in particolare sono in prima linea nella parte Sud del Paese con i droni di cui riforniscono il governo di Sana’a. Secondo Al Qaeda ieri sarebbero stati attaccati e feriti anche alcuni trainer militari americani a Hodeida, nell’Ovest, ma la Casa Bianca resta abbottonata. La rete del terrore fondata da bin Laden ha fatto dello Yemen l’avanguardia della guerra con gli Stati Uniti.

«Restiamo determinati nella lotta al terrorismo» annuncia il ministro degli Esteri Jamila Ali Raja ribadendo l’impegno del presidente Hadi alla tolleranza zero contro Al Qaeda. Buona parte delle vittime di ieri apparteneva alla Central Security Organisation, un gruppo paramilitare guidato da Yahya Saleh, nipote dell’ex presidente e «licenziato» dopo l’attacco.

" L’Onu lancia l’allarme per la nuova guerra nelle strade di Beirut "


Bashar al Assad con Hassan Nasrallah

Dei tanti conflitti a bassa intensità in corso in Medioriente, quello tra sunniti e sciiti libanesi è il più urgente da seguire perché mostra in scala ridotta la polveriera regionale. Non a caso le ambasciate, e non solo del Golfo, hanno allertato i propri concittadini perché preparino la fuga mentre Usa e Onu esprimono «preoccupazione».

Ieri mattina Beirut si è svegliata stordita dopo la notte di scontri tra i miliziani anti-siriani del Future Movement (al Mustaqbal) e l’alleanza pro-Assad del filo Hezbollah Barjawi che si è conclusa con 2 morti e 18 feriti, ricordando agli anziani la lunga guerra civile. La settimana scorsa 12 persone erano morte in simili combattimenti a Tripoli, nel Nord.

All’origine della nuova faida c’è ufficialmente la storia dello sceicco sunnita anti-siriano Ahmad Abdul Wahed, ucciso sabato a un posto di blocco dell’esercito vicino Akkar mentre andava a un sit-in di sostegno all’opposizione siriana. Tentando di placare il Consiglio Superiore Islamico, che chiede giustizia per «l’assassinio» di Abdul Wahed, il tribunale militare ha annunciato l’arresto di 3 ufficiali e 19 soldati. Ma sul caso si allunga l’ombra di Damasco da dove l’ambasciatore siriano al-Jaafari non smette di accusare al Mustaqbal e i salafiti libanesi di armare Al Qaeda e i Fratelli Musulmani. L’influenza siriana ha sempre gravato sul Libano «occupato» dalle truppe degli Assad per 29 anni fino all’omicidio del premier Hariri, di cui Damasco è imputata.

La frizione tra sunniti e sciiti libanesi monta dal 2008, ricostruisce l’agenzia regionale Nena News, ma la crisi siriana sta acuendo la tensione tra la coalizione sciita e pro-Assad al governo e l’opposizione, convinta che Damasco lavori per gettare il Libano nel caos.

«Chi oggi accusa l’esercito pare voler sconsigliare il governo di Beirut dall’intromettersi nella fornitura di armi ai ribelli siriani» rivela una fonte informata riferendo anche la voce d’una possibile «defezione» della parte sunnita dell’esercito libanese in favore del Free Syrian Army.

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