Riportiamo il lancio ADNKRONOS dal titolo " Londra 2012: Mennea scrive a Cameron e CIO, ricordare Monaco '72 ".
Pietro Mennea, due immagini - le vittime israeliane di Monaco '72
Roma, 18 mag. - (Adnkronos) - «La famiglia olimpica riconosca il giusto tributo alle vittime di Monaco 1972». È l'appello di Pietro Mennea in vista delle Olimpiadi di Londra di quest'estate. A 40 anni dalla strage degli undici atleti israeliani Mennea, che partecipò a quelle Olimpiadi conquistando la medaglia di bronzo nella gara dei 200 metri, ha scritto al presidente del Cio Jacques Rogge, al primo ministro inglese David Cameron e al presidente del Comitato organizzatore di Londra 2012 Sebastian Coe «perché credo che ricordare le undici vittime di quella strage non sia un atto politico ma un'iniziativa di grande civiltà umana che dimostrerebbe quanto lo sport olimpico e i suoi valori siano importanti per la società», spiega l'ex olimpionico.
«Gentile Presidente -esordisce Mennea nella missiva-, le scrivo questa lettera, nella mia veste di atleta olimpico ed olimpionico, avendo partecipato a ben 5 edizioni dei Giochi Olimpici (dal 1972 al 1988) e avendo conquistato il titolo olimpico a Mosca nel 1980. Quest'anno ricorrono i 40 anni dalla strage di Monaco (5 Settembre 1972) avvenuta durante i Giochi Olimpici e che ha comportato l'uccisione di 11 atleti israeliani, che come me e tanti altri, inseguivano un sogno e mai avrebbero pensato di poter rimanere coinvolti in un atto politico - terroristico a loro del tutto estraneo». «Bisogna riconoscere e ammettere che allora il Cio e tutti noi atleti siamo stati colti impreparati da questo tragico evento con il suo tristissimo epilogo, e forse non fu fatto abbastanza per onorare le giovani vite spezzate di quegli atleti israeliani», prosegue l'ex campione azzurro. «Ho sempre creduto e ancora oggi credo fermamente nell'importanza dei veri valori olimpici e in cui tutti e soprattutto i giovani dovrebbero credere e riconoscersi. Ritengo pertanto -si legge ancora nella lettera di Mennea- che sarebbe importante che tutta la famiglia olimpica gli riconoscesse il giusto tributo anche solo con un minuto di silenzio, magari ricordando i loro nomi, nel corso dei prossimi Giochi Olimpici di Londra». «Questo -precisa- non sarebbe un atto politico, ma anzi, un'iniziativa di grande civiltà umana e giuridica, e la dimostrazione di come lo sport deve e può superare ogni ostilità e contrapposizione».
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