È finito nel mirino dei Ros il telepredicatore islamico Hamdan Fathi, un imam sudanese che dalla tivù bresciana Rtb, ha proposto, come ospite particolare della trasmissione «Min Dakhil Romia» (che letteralmente significa «dalla terra dei romani»), il saudita Salman Al Ouda, in passato grande ammiratore del terrorista Osama Bin Laden. Al Ouda è un predicatore salafita molto noto nei Paesi del Golfo Persico: è un integralista che si è sempre distinto per l’interpretazione più radicale del Corano, un universitario che solo nel 2007 ha deciso di condannare gli attentati dell’11 settembre, senza tuttavia mai criticare Bin Laden. Solo pochi anni fa ha pubblicato una lettera aperta nella quale ha accusato il terrorista saudita di essere con il suo comportamento il vero responsabile «dell’occupazione crociata nelle terre dell’islam, nonché il fautore dell’emi - grazione forzata di milioni di iracheni e il responsabile della morte di migliaia di afghani». La lettera aperta di Al Ouda è stata oggetto di grande attenzione nei media arabi, perché in qualche modo segnava una rottura nel mondo islamico più radicale, tra coloro che non erano più disposti a sacrificare i più giovani in nome dell’Islam e coloro che in nome di Allah e del jihad erano pronti a seguire i metodi dello sceicco del terrore. La predicazione di Al Ouda da una tivù italiana, non è però passata inosservata e ieri sera una squadra di carabinieri del Ros, agli ordini di un maggiore, si sono presentati nella sede di via Diaz di Rtb: cercavano la cassetta con le registrazioni delle due puntate finora girate negli studi televisivi. Venerdì scorso la prima puntata, poi la replica di domenica. Tra due giorni, sarebbe andata in onda la seconda puntata, preparata una decina di giorni fa. Gli investigatori hanno acquisito il materiale e già stamattina procederanno con un perito alla traduzione letterale delle due puntate per capire se l’intervista all’imam Al Ouda o quella al marocchino Abdel Bari Al Zamzami, possano contenere materiale che violi la legge Mancino. Dopo la perquisizione dei locali che sono serviti alla registrazione, sono state acquisite sommarie informazioni ascoltando non solo il personale tecnico che ha provveduto alle messa in onda, ma anche il direttore dell’emittente televisiva bresciana. Una ricerca in qualche modo mirata per capire se e cosa è stato davvero detto in un programma che grazie al satellite «Hotbird» raggiunge tutti i Paesi del Medio Oriente e del Golfo Persico. Di certo c’è che il presentatore del programma, il sudanese Hamdan Fathi è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine italiane: risiede a Brescia da diversi anni, gode dello status di rifugiato politico (sua moglie è stata assassinata dalle forze governative sudanesi), e in passato ha lavorato come giornalista per Al Jazeera.
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