Iran nucleare, Michel Rocard fa una visita agli ayatollah Hollande si dissocia, ma è impossibile credere che sia del tutto estraneo
Testata: Il Foglio Data: 17 maggio 2012 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «Ammansire Teheran»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/05/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Ammansire Teheran".
Che cosa pensa di fare Michel Rocard in visita dagli ayatollah ? In che veste si trova in Iran ? Che ruolo ricopre ? Hollande si è dissociato dalla mossa di Rocard, ma è difficile credere che sia estraneo e che non l'abbia approvata. Offrire una sponda all'Iran nucleare, è questa la prima mossa del nuovo presidente francese ? Ecco il pezzo
Michel Rocard, François Hollande
Il presidente francese Hollande si è dissociato dalla visita senza precedenti in Iran dell’ex premier francese e dirigente socialista Michel Rocard, arrivato ieri a Teheran, per incontrare il ministro degli Esteri e il team di negoziatori sul nucleare. Scrive però il neocon Elliott Abrams che è impossibile pensare che Rocard non si sia coordinato con il nuovo capo dell’Eliseo. La visita segna l’avvio di una nuova politica francese sull’atomica iraniana? Sarkozy aveva guidato l’ala più dura e meno dialogante sull’Iran in Europa. “Se la Francia abbandona la sua istanza e aderisce alla posizione di Regno Unito e Germania, i negoziati con l’Iran produrranno un risultato inadeguato”, scrive Abrams, riferendosi ai colloqui tra il regime iraniano e il 5+1 il 23 maggio a Baghdad. Un negoziatore iraniano ha detto degli incontri precedenti: “Grazie ai negoziati con l’Europa guadagnammo un altro anno durante il quale completammo le strutture di Isfahan”. Adesso c’è un pericolo in più. C’è il rischio di siglare con Teheran un patto al ribasso, allentando la tensione sulle loro centrifughe e impedendo così a Israele di avere mano libera nella minaccia militare contro le installazioni nucleari degli ayatollah. La cessazione totale dell’arricchimento è l’unico obiettivo rilevante dei colloqui, ma sarà quasi impossibile da raggiungere con una leadership europea pronta ad accettare condizioni intermedie (gli iraniani hanno pronte le minacce di Khamenei e una furba trattativa fatta di ispezioni, transfer di materiali, stop parziali) e con gli americani che prendono tempo fino a novembre, il momento delle elezioni.
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