Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

 
Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
<< torna all'indice della rubrica
L'intellettuale frustrato 12/05/2012
L'intellettuale frustrato
di Mordechai Kedar
(Traduzione dall'ebraico di Sally Zahav,
versione italiana a cura di Giovanni Quer)
 
Mordechai Kedar
Qualche anno fa ho assistito ad una conferenza di Tarek Heggy, intellettuale egiziano in visita in Israele. Mi aveva molto colpito la sua franchezza e apertura sui molti difetti delle culture arabe. Il suo messaggio era diverso rispetto a quello di molti personaggi arabi di spicco, che tentano di nascondere e reprimere i problemi delle loro società per il senso di inferiorità che questi stessi difetti causano in loro.

Tarek Heggy è un grande imprenditore, del tutto laico. Viaggia molto e i suoi interventi sono richiesti in università, nei dibattiti politici e nei media. I suoi numerosi scritti, tradotti e pubblicati tutti in internet, si erano negli ultimi anni focalizzati sulla situazione araba e sull'Egitto, esprimendo il suo appassionato appoggio per la rivoluzione contro Mubarak così come il suo disappunto per la vittoria dei partiti religiosi.

Governanti arabi

Tarek Heggy accusa i governanti arabi di essere la causa della miseria in cui versa la nazione araba. Nel Novembre 2011, periodo delle elezioni egiziane durante il quale aumentava la paura di una possibile vittoria degli islamisti, Heggy scrisse: "I governanti arabi degli ultimi 60 anni (dalla Rivoluzione degli Ufficiali in Egitto del 1952) sono il ritratto di ignoranza, corruzione, tirannia, primitivismo mentale e tribalismo anacronistico. È stato a causa loro se all'ombra del loro potere sono nati i movimenti islamisti e salafiti, che si pongono in completa opposizione alla scienza e ai valori del modernismo e dell'umanesimo, da cui conseguono le libertà pubbliche, il pluralismo, l'accettazione dell'altro, i diritti delle donne, la coesistenza delle differenze, l'universalità dell'informazione e della conoscenza, l'accrescimento dell'intelligenza umana e specialmente del pensiero critico. I tiranni ignoranti, corrotti e primitivi ci hanno trascinato in questo circo politico cui assistiamo ora".

Nel marzo 2012, Heggy scrive: "uno dei risultati della rivoluzione del 25 gennaio 2011 è la fine della cieca lode al sovrano. Nessun sovrano egiziano avrà in futuro la stessa aura di gloria e sacralità che gli egiziani erano abituati ad attribuirgli, nonostante non fosse istruito o non dimostrasse un minimo di intelligenza, cultura e conoscenza, come il sovrano recentemente deposto (Mubarak) - il fatto che fosse egiziano è poi un'umiliazione senza pari".

I fratelli Musulmani

Tarek Heggy ha spesso espresso la sua opinione sui Fratelli Musulmani. Nel marzo 2012, dopo che avevano conquistato assieme ai salafiti la maggioranza in parlamento, Heggy ha scritto: "La condotta imbarazzante della maggioranza islamista nell'attuale parlamento egiziano è dovuta a quattro aspetti chiave della loro mentalità:
1- è chiaro che non comprendono il concetto di abilità, perché i delegati, parlamentari ed extra-parlamentari, da loro nominati per la stesura della costituzione, sono persone solo parzialmente istruite, con una visione culturale unidimensionale;
2- operano evidentemente in un sistema tribale, perché il valore fondamentale della loro condotta politica è la lealtà (e non il libero pensiero);
3- Sono nemici dichiarati del pluralismo, che è la base del modernismo, della democrazia, della civilizzazione e della cultura;
4- chiunque può capire come agiranno in futuro: saranno una copia del defunto "Partito Nazionale" di Mubarak, all'insegna dello stile "non importa quello che dite, agiremo secondo i nostri desideri".

La situazione in Egitto è precaria, anche per la mancanza di una costituzione che bilanci i poteri tra il parlamento bicamerale, il governo e il presidente, l'esercito e il sistema giuridico. Tutti vogliono evitare di ritornare a una dittatura stile Mubarak, ma nessuno, in primis l'esercito, vuole cedere al parlamento a maggioranza islamista l'autorità principale sullo stato. Per questo la costituzione e la composizione della commissione che la redigerà sono fondamentali: deve infatti rappresentare il volere della maggioranza dei cittadini, che si identificano con i Fratelli Musulmani e con i salafiti, ma anche impedire una dittatura. La prima commissione costituente aveva una maggioranza di islamisti, ma i laici avevano abbandonato i lavori in segno di protesta per la loro scarsa influenza. D'altra parte gli islamisti non cederanno facilmente, poiché il loro obiettivo è di orientare il potere verso l'islamizzazione.

Tarek Heggy era intervenuto a questo proposito (marzo 2012), scrivendo che "se gli islamisti scrivono la nuova costituzione, essa sarà impregnata delle loro idee, che non hanno nessun legame con la nostra epoca, col progresso, lo sviluppo, la scienza e la modernità. Le donne e i Copti saranno le prime vittime e il futuro dell'Egitto dipenderà da chi ama la libertà, i diritti delle donne e l'eguaglianza dei non-musulmani. Gli attivisti della libertà inizieranno una nuova rivoluzione che potrà forse impedire agli islamisti di trascinare l'Egitto nelle tenebre del Medioevo".

In occasione della morte del leader copto, Pope Shenouda III, il parlamento ha dedicato un minuto di silenzio in sua memoria, ma gli islamisti non si sono alzati in segno di rispetto. Tarek Heggy aveva scritto in proposito che "il rifiuto dei membri del parlamento di alzarsi in memoria del grande uomo, il pope copto Shenouda III, è un atto vergognoso, da un punto di vista culturale, etico e umanitario".

Nel Dicembre 2011, dopo i risultati delle elezioni parlamentari, uno dei capi dei Fratelli Musulmani aveva dichiarato: "una donna dev'esser nascosta perché scatena la bestia che è nell'uomo". Questa dichiarazione voleva testare la reazione del pubblico all'idea di una legislazione sul codice di abbigliamento. Tarek Heggy aveva risposto: "uno degli aspetti più strani della nostra cultura, che è radicato nel regresso, è che non si sentono voci di dissenso a questa logica: perché non si può risolvere questo problema con l'educazione dell'uomo e della bestia nascosta in lui?"

Israele

Tarek Heggy comprende il danno al mondo arabo che consegue dall'attenzione dei sovrani arabi su Israele, poiché Israele ha sempre fornito a questi sovrani una scusa per negare e reprimere i diritti dei loro cittadini. Molti anni fa scrisse: "i popoli degli stati confinanti con Israele, Libano, Siria, Giordania, Palestina e Egitto, devono capire che porre termine al conflitto arabo-israeliano significa porre fine alle diverse altre tragedie che li colpiscono. Ed è l'unica occasione per far fiorire la democrazia, la crescita economica e la pace sociale. In breve: per andare incontro al modernismo, al progresso, alla scienza (...) c'è bisogno oggi di qualcuno che infonda nell'opinione pubblica la convinzione che la pace con Israele è una questione di vita o di morte per l'intera regione mediorientale. Questa figura deve aprire gli occhi della comunità per mostrare quali sono le insidie che ci attendono nel percorrere la via dell'istigamento attraverso slogan e discorsi pubblici che solo in apparenza hanno un fondo religioso o nazionalistico, ma che in realtà hanno un effetto distruttivo per la nostra intera realtà".

È fuori dal comune sposare la tesi che la pace con Israele è nell'interesse arabo, da cui consegue che Israele non deve "pagare" la pace con territori, perché i vicini di Israele dovrebbero desiderare la pace in egual misura. In sostanza, secondo questa linea di pensiero, Israele potrebbe dire ai propri vicini: "cosa darete ad Israele in cambio della pace?". Questo approccio rivoluzionario comporterebbe un complesso lavoro diplomatico per diffonderne le idee in Occidente.

Ecco un articolo che Tarek Heggy a scritto nel 2005. Se l'avesse scritto un israeliano o un altro straniero sarebbe sicuramente stato tacciato di razzismo, mentre un intellettuale arabo può diffondere queste idee, anche se questo può scatenare il dissenso tra i lettori. C'è da sperare che esistano più persone come Tarek Heggy nel mondo arabo.


La Mentalità Araba
di Tarek Heggy, 2005

Negli ultimi dieci anni ho scritto molti libri e articoli sui difetti della mentalità araba, tutti di carattere culturale, ossia difetti acquisiti per tre cause: un'atmosfera generale di tirannia, un sistema educativo arretrato e i media, creati nel contesto tirannico, che perseguono le finalità del tiranno.

Alcuni di questi difetti sono:
  1. limitata tolleranza delle altre ideologie;
  2. basso grado di accettazione del pluralismo ideologico;
  3. limitata accettazione "dell'altro";
  4. incapacità di accettare la critica, ed è raro che qualcuno operi autocritica;
  5. origine tribale o religiosa delle idee invece di un'origine ideologica;
  6. radica sentimento di diseguaglianza nei confronti degli altrui successi e produttività, veicolato nel profondo ed esagerato sentimento di onore. Ma questo (sentimento esagerato di onore) è una forma di rispetto espressa solo a parole piuttosto che basato sui fatti;
  7. tendiamo ad esagerare nel vantarci di noi stessi, dando allo splendore del nostro passato più considerazione di quanta esso meriti;
  8. spesso esageriamo in oratoria nel tentativo di coprire le mancanze della pratica, arrivando alle volte a dare più importanza alle parole che ai fatti;
  9. tendiamo a non relazionarci oggettivamente alla realtà quanto piuttosto a personalizzare;
  10. siamo affetti da un'insana nostalgia per il passato e un desiderio di ritornarvi;
  11. ci è sconosciuta la cultura del compromesso, considerato come una forma di sconfitta;
  12. crediamo nel trattare le donne senza rispetto;
  13. siamo prigionieri di strutture mentali e stereotipi;
  14. è estremamente diffusa tra noi la tendenza a credere che vi sia sempre un complotto dietro agli eventi, e che gli arabi siano sempre vittime di complotti tramati da altri;
  15. non capiamo l'essenza e la natura dell'identità nazionale: siamo arabi, musulmani, asiatici, africani o membri si una cultura mediterranea?
  16. c'è spesso un legame tra il cittadino e il governante basato sull'esagerata attribuzione al leader di caratteristiche sacrali, con una generale tendenza a glorificare le persone;
  17. ci sono molte persone che sanno troppo poco del mondo, dei suoi orientamenti e non conoscono il vero equilibrio di potere;
  18. abbiamo poca capacità di dar valore all'individuo, così che i nostri legami sono perlopiù di carattere tribale, famigliare, tradizionale o nazionale. L'umanità non è considerata la caratteristica comune più evidente e forte.
  19. abbiamo spesso una mentalità che tende al fanatismo a causa di una serie di ragioni, tra cui la prima è la mentalità araba tribale coi diversi livelli di rigore;
  20. poiché la mentalità araba è caratterizzata da troppa poca libertà e cooperazione c'è una reticenza verso la libertà e i suoi meccanismi.
     
Gli esperti del Medio Oriente possono aggiungere altri difetti a questa lista non esaustiva. Ma tutti questi difetti sono acquisiti e quindi suscettibili al cambiamento. Esistono anche in altre società, manifestandosi in forme diverse, e sempre causati da un'atmosfera di tirannia, arretrata educazione e un panorama mediatico tanto inadatto ai nostri tempi quanto asservito al potere.

Questi difetti rimarranno e peggioreranno se i sistemi politici non subiranno un cambiamento radicale per dare più libertà all'individuo che dovrà prender parte alla formazione del presente e del futuro. I grandi cambiamenti devono avvenire nella filosofia dell'educazione, nei programmi scolastici e nei metodi didattici. Infine, i media devono esser liberati dal giogo dei governi per poter lavorare nella più totale indipendenza politica e economica. Così si potrà assicurare la libertà ideologica, culturale e politica.
 

Il link agli articoli di Tereq Heggy in italiano:
http://www.tarek-heggy.com/Other-essays-main.htm 
la copertina del libro "Le prigioni della mente araba", di cui IC aveva già pubblicato una recensione
http://www.informazionecorretta.com/main.phpmediaId=115&sez=120&id=33598

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
Link:
http://eightstatesolution.com/
http://mordechaikedar.com/


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui