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La Stampa Rassegna Stampa
12.05.2012 Algeria: stop ai Fratelli Musulmani
Commento di Domenico Quirico

Testata: La Stampa
Data: 12 maggio 2012
Pagina: 18
Autore: Domenico Quirico
Titolo: «Algeria, l'ondata islamista s'infrange sui partiti laici»

Sulla STAMPA di oggi, 12/05/2012, a pag.18, il commento sulle elezioni algerine di Domenico Quirico, dal titolo "Algeria, l'ondata islamista s'infrange sui partiti laici", giustamente pieno di interrogativi, ma solo dopo avere citato con precisione il pericolo di un risultato favorevole ai Fratelli Musulmani. Che non c'è stato, anzi, è stata per loro una sconfitta definitiva. Che poi le elezioni siano state corrette, non è dato sapere.  I dubbi restano, insieme però alla certezza che in Algeria è stato scongiurato un governo islamista.
Ecco l'articolo:

Domenico Quirico     il presidente Bouteflika

Chissà se i leader dei partiti islamici, dell’Alleanza verde ci credevano davvero, alla vittoria, al potere in fondo all’urna. Non sono ingenui, da anni hanno accettato un cantuccio, ben pagato, all’interno del sistema algerino. E hanno appreso che le elezioni, quaggiù, non rientrano, ieri oggi, anche domani probabilmente, nel dominio della pura aritmetica; ma in quello della metafisica creativa. Da ieri pomeriggio i loro leader denunciano la congiuntura maligna. Ma i risultati sono questi: il Front de Libération nationale, il partito del presidente Bouteflika, ha vinto 220 seggi dell’Assemblea nazionale (ne aveva 136). Una sorpresa ai limiti del credibile: il partito era dato, a sentire i suoi stessi dirigenti, a rischio di sparizione, con il segretario Abdelaziz Belkadem in lista di licenziamento e capilista che non avevano mai militato. «Un voto rifugio contro l’islamismo», ha spiegato il ministro degli Interni Daho Kablia. Al secondo posto i suoi alleati del Rassemblement démocratique National, il partito del premier Ouyahia.

E gli islamici, l’onda verde che, secondo i sondaggi, doveva allineare l’Algeria ai vicini, Egitto Tunisia Marocco? Nella nota del ministero degli Interni l’Alleanza verde è confinata alla miseria di 48 seggi. I due partiti governativi hanno la maggioranza assoluta nella nuova Assemblea di 462 seggi. E poiché, di fatto, funzionerà come Costituente il regime disegnerà il futuro a proprio comodo, potrà tranquillamente procedere alla resa dei conti interna, per decidere chi sarà il nuovo presidente nel 2014.

Soprassalto di mobilitazione laica, logica in un Paese di forte e sobria pazienza che, dopo aver attraversato gli inferi dell’applicazione dell’islamismo radicale alla politica con decine di migliaia di morti, vuole evitare gli splendori e le miserie della sharia, qualsiasi ne sia lo spessore e il colore? I giovani, i nuovi elettori hanno saputo essere più lungimiranti dei loro coetanei dei Paesi vicini che, egualmente azzannati dalla povertà e disgustati dalla corruzione, si sono affidati ai miracoli del partito di Dio? Difficile, al di la delle denunce dei vinti che devono essere provate, non avere dubbi. Che la presenza degli osservatori stranieri non basta certo a fugare. La sconfitta islamica è, in fondo, quanto speravano le cancellerie occidentali

Gli islamici hanno denunciato «la grande manipolazione». Inquieta il seguito, criptico nelle parole ma chiarissimo nella minaccia: «Una tale pratica rischia di distruggere quanto resta della speranza e della fiducia del popolo e di esporlo a pericoli di cui non ci assumiamo le responsabilità». Insomma per diventar sovversivi aspettavano solo un motivo valido. Per questi moderati che avevano accettato le regole del gioco elettorale e le promesse di trasparenza c’è una seconda umiliazione: non aver seguito il consiglio dell’ala radicale, i vecchi capi del Fis degli Anni 90, secondo cui era tutta una finzione per legittimare il regime e l’unica risposta politica era il boicottaggio.

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