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Ugo Volli
Cartoline
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Mamma, li turchi 09/05/2012

Mamma, li turchi

Recep Erdogan con Mario Monti

Cari amici,

come sapete Informazione Corretta non si occupa di politica interna, se non nella misura in cui questa riflette i problemi mediorientali, e le cartoline fanno altrettanto. Non scrivo mai di Bersani, Casini, Alfano, Grillo e di tutta la compagnia cantante, se non quando la loro canzone più o meno intonata parla di Israele, paesi arabi e dintorni. Nelle mie cartoline vi parlo anche di Europa, però, e del rischio della sua islamizzazione. In particolare non credo di avervi mai intrattenuto sul professor Monti, nostro autorevole presidente del consiglio, se non quella volta che andò in Israele e - lui o il suo ufficio stampa - si mise a straparlare dei “confini derivanti dagli accordi del '67” - triplo errore, perché non si tratta di confini ma linee armistiziali esplicitamente definite come tali nei protocolli del cessate il fuoco, perché tali linee furono stabilite nel '49 e non nel '67, e perché in quest'ultima data non ci furono affatto degli accordi, bensì una guerra.

Oggi però devo riparlarvene, anche se non si è direttamente occupato di Israele. Monti infatti si è incontrato con Erdogan e ha dichiarato che “l'Italia è favorevole all'ingresso della Turchia in Europa”. Be' l'Italia forse sì, Monti ha la fiducia del Parlamento e può agire per tutti, ma io no di certo. Perché sono contrario? Una ragione è di politica internazionale. Quando Erdogan incominciò ad agitarsi sul fronte internazionale, quattro anni fa, dichiarò che la sua politica era di non avere problemi con i vicini, o di risolvere quelli che c'erano.

Oggi la situazione è la seguente: la Turchia è in urto con l'Armenia, il tentativo di pacificazione promosso dall'America è fallito per il rifiuto turco di ammettere il genocidio compiuto sugli armeni; è in urto con l'Iraq per via degli sconfinamenti della sua aviazione che bombarda le popolazioni curde; ha posizioni altalenanti ma comunque poco affettuose sull'Iran, alimenta la guerriglia contro Assad, che una volta era suo stretto alleato; ha un conflitto molto grave con Cipro, tanto da cercare pateticamente di imporre all'Europa di saltare il turno di presidenza cipriota che coprirà la seconda parte di quest'anno; di conseguenza ha tensioni con la Grecia, che appoggia Cipro; ha cattivissimi rapporti con Israele, per via della sua pretesa di mescolarsi alla questione di Gaza; non è riuscita nel suoi progetto di egemonia della “primavera araba”, che ha preso altre strade. Insomma, un disastro. Non sto ad analizzarlo qui, ma è evidente che di un vicino arrogante e tendenzialmente violento che prova a rifare l'imperialismo ottomano di un secolo fa il Medio Oriente diffida di tutto cuore.

Queste cose le sa chiunque legga i giornali, figuratevi l'ex rettore della Bocconi. Certo, la tendenza filoislamica dell'intellettualità italiana, cattolica o di sinistra, risale ai tempi dell'”antimperialismo” di Togliatti e del “pacifismo di La Pira”, per non parlare delle lezioni di Prodi e D'Alema. Ma in questo caso è evidente che la cosa non funziona, basterà aspettare un mese e vedere se davvero la Turchia boicotterà l'Unione Europea per la presidenza cipriota: se lo farà i rapporti peggioreranno molto e di ammissione nella comunità non si parlerà per un pezzo; se non lo farà perderà la faccia... E allora perché Monti vuole la Turchia in Europa, o almeno lo dichiara con entusiasmo (una delle poche cose che condivide con il suo predecessore Berlusconi)?

L'ha dichiarato lui stesso con la sua aria professorale (che non giudico qui): perché l'Europa invecchia demograficamente, la sua popolazione rischia di diminuire e la Turchia potrebbe aiutarci a ristabilire la crescita. Mamma, li turchi! Ve lo figurate milioni e milioni e decine di milione dei prolifici turchi (che sono 80 milioni), venire nelle nostre città e paesi a - come dire - crescere e moltiplicarsi per rimpiazzare i giovani che mancano nelle classi universitarie del professor Monti? Vi andrebbe qualche milione di turchi che si aggiungesse agli immigrati del Maghreb per rendere giovane e forte la popolazione italiana? Ecco, vi debbo confessare, a me no. Perché Euroturchia non sarebbe diversa da Eurabia sul piano politico, giuridico, sociale. Perché non mi sembra che ci sia tanto vuoto nei paesi europei per il momento. E anche perché questi ragionamenti demografici a me sembrano un po' razzisti, come se un paese fosse un allevamento di mucche o di galline da misurare sul piano della produttività generativa. Forse la politica andrebbe misurata su altri criteri, su ragioni più ideali e meno sessuali, non vi pare? Forse un'Europa che ritrovasse il senso di se stessa e della sua cultura potrebbe farcela da sé a pareggiare i conti demografici, come capita a Israele.

Ugo Volli


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