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La pulce e l'elefante
Cari amici, come vi ho raccontato ieri, Al Fatah, che è la componente maggioritaria dell'Autorità Palestinese, ha cercato di finanziare Al Qaeda, come mostrano le carte sequestrate nel covo di Bin Laden. E certamente finanzia Hamas, pagando lo stipendio di decine di migliaia di “dipendenti pubblici” di Gaza, per lo più occupati nella nobile mestiere del terrorista. Dato che l'economia palestinese non è particolarmente ricca, diciamo così, tutto questo lo fa coi finanziamenti europei e americani. Voi direte che i soldi delle nostre tasse non sono destinate a questo. E' vero, ma chi controlla? Pensate davvero che all'Unione Europea dia così fastidio che i poveri palestinesi si armino e combattano? Neanche l'America controlla granché. O meglio, c'è un tiramolla fra il Congresso, che vorrebbe decidere come usare i soldi dei contribuenti ed ha anche una forte propensione a difendere Israele, e l'amministrazione che vuole gestirli lei liberamente secondo le sue politiche , in particolare l'amministrazione Obama che come si sa è schierata dalla parte della “pace” e perciò ritiene suo dovere incoraggiare i palestinesi con regalie varie, oltre che sostenendo quanto può la loro agenda politica. Per esempio la scorsa settimana, ha sbloccato una tranche di finanziamento di 147 milioni di dollari, che era stata fermata dal congresso. Pensate che i “palestinesi” siano grati e contenti di questa generosità? Neanche per sogno, subito dopo la firma sull'assegno, hanno organizzato (cioè come in tutti i regimi di “democrazia popolare” in stile sovietico, il governo ha organizzato) una bella manifestazione a Ramallah dove i diplomatici Usa intendevano presentare il loro regalo, gridando “No all'Usaid” e “non vogliamo aiuti da chi nega il nostro dirtitto all'autodeterminazione”. Tradotto in italiano, questo non significa “non dateci i vostri soldi”, ma “dovete darcene ancora e però anche appoggiare la nostra azione contro gli accordi di Oslo per farci riconoscere all'Onu”. Il boicottaggio è stato organizzato da una ventina di sindacati e organizzazione professionali, i giornalisti non si sono presentati, i manifestanti hanno spiegato ai giornalisti che “gli Stati Uniti resteranno nostri nemici finché non appoggeranno a pieno il popolo palestinese” e naturalmente li hanno accusati di coprire i crimini di Israele eccetera eccetera. Insomma, la pulce che sputa all'elefante. (http://www.gatestoneinstitute.org/3049/what-palestinians-want). Perché lo fa? Perché hanno la sicurezza di ricevere soldi e appoggio comunque. Anzi, più gridano, più insultano, più il tremebondo Occidente si sforzerà di riuscir loro simpatico e di accontentarli. E' successo la stessa cosa in Egitto, dove i diritti umani sono un bel sogno del passato, le Ong che appoggiano la democrazia sono state sciolte e i loro attivisti arrestati, la pace con Israele è in pericolo - ma gli Usa hanno riconfermato il loro miliardario pacchetto di aiuti. E l'Unione Europea non è da meno, in crisi all'interno, incapace di sostenere la sua economia in crisi, ma puntuale pagatore di generosi aiuti ai paesi della “Primavera Araba” (e ai palestinesi, naturalmente). L'illusione è di farsi amare, con tanta generosità. Ma la verità è che i beneficiati li disprezzano, anzi ci disprezzano, considerano questa tassa non dovuta una prova di stupidità o di inferiorità. La pulce sputa sull'elefante perché non ne ha paura, mentre sa che lui la teme. Ugo Volli |
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