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Sono triste e un po' umiliato a destra, Enrico Mentana Cari amici, sono proprio un po' triste. Mettiamola così. Passando una settimana in Israele, come vi ho raccontato ieri, ho perso un'occasione straordinaria, voglio dire il festival della cultura ebraica di Ferrara. Intendiamoci bene, non mi dispiaccio tanto per le presentazioni dei libri, per le mostre e per le visite, che certamente erano interessanti, ma diciamo nella norma. Quel che ho perso è stata un evento del tutto eccezionale, o almeno dovrebbe esserlo: una competizione, una vera e propria gara dentro una festa ebraica, che per oggetto aveva - pensate un po' - l'antisionismo, la condanna di Israele. IC ne ha già dato notizia, ma mi sento di tornarci sopra io. Ecco che cosa sembra sia successo. Intorno a un tavolo sono stati invitati a parlare su Israele l'ex ambasciatore Sergio Romano, immortale autore della “Lettera a un amico ebreo”, il più medagliato spregiatore di Israele che scriva sui giornali italiani; Enrico Mentana, giornalista di origini ebraiche e direttore del TG7; Stefano Jesurum, giornalista anche lui ed ebreo, che si definisce credo “post-sionista” e che io chiamo piuttosto “diversamente sionista”, nel senso che di Israele gli piace più o meno il colore del mare e forse il sapore dei falafel, magari anche chissà la Rafaeli - e però nient'altro, soprattutto niente di politico. Calimani non ha trovato di meglio che raccattare la palle e restituirla al giuoco distinguendo le responsabilità: esse “devono essere considerate in maniera distinta: è il governo a fare degli errori, non lo Stato e nemmeno il popolo, che è sempre vittima di situazioni tragiche”. Povero popolo chissà dove ha trovato questo governo, che fa tali terribili “errori”: magari in un ufficio degli oggetti smarriti... Giustamente gli ha risposto Mentana, che ha colto l'assist per spararle più grosse di tutte. Secondo la cronaca del giornale locale da cui ho preso la notizia (http://www.estense.com/?p=215664 ), Mentana è partito dall'esattissima ma evidentemente simbolica considerazione che <<“sessant’anni dopo il risorgimento in Italia è salito al potere Mussolini”.>> Dunque la democrazia iniziale di uno stato non garantisce la sua continuazione: << Così come non assolve il popolo italiano dalle colpe del Ventennio, così il direttore del tg La7 non “perdona” quello ebraico dalla controversa politica messa in atto per Insomma, Israele di oggi come è il fascismo e il nazismo di settant'anni fa: non è un paragone che merita di essere sentito, se fatto non alla festa di Rifondazione comunista, ma a quella della cultura ebraica ? Ma non è finita qui, per Mentana Israele ha colpa anche del montante antisemitismo in Europa: “l’eurobarometro, che negli stati comunitari sonda l’opinione pubblica in materia di antisionismo, continua a proporre un giudizio molto negativo su Israele, che contagia anche la percezione che si ha delle comunità ebraiche.” Come negare dunque che gli ebrei siano responsabili dell'antisemitismo che li colpisce? E' una vecchia tesi, che è stata spesso sostenuta non solo dai giornalisti brillanti, ma anche dai banali antisemiti. Ma a Ferrara nessuno ha fischiato il fallo. Nonostante la storica superiorità di Sergio Romano, è difficile negare a questo punto a Mentana la vittoria come “Mister antisionista Ferrara 2012” e infatti secondo il giornale che ho citato, il buon Jesurum si chiama fuori e appunta serafico, citando il titolo del libro che ha recentemente pubblicato per Longanesi, 'Israele: nonostante tutto', < Fin qui la ricostruzione del dibattito da parte di un sito locale (per un'altra versione, meno offensiva ma assai istruttiva da riscontrare con questa, si può leggere la corrispondenza su Moked di Daniela Gross: http://moked.it/blog/2012/04/30/qui-ferrara-realta-percezione-e-duro-confronto/ ). A me restano poche domande, a parte il dispiacere per essermi perso la partita. Devo confessarvi che la mia tristezza nei confronti di questa partita non consiste nel fatto di non averla vista, ma in quello che si sia svolta. Non è un caso isolato, c'è stato quello di Ovadia a Siena, la smentita dell'Ucei, due settimane fa, a un articolo dell'”Avvenire” in cui si riferiva che la stessa Ucei avesse denunciato a suo tempo come antisemita la regia di “Mosé in Egitto” a Pesaro, appena premiata dall'associazione critici musicali come miglior spettacolo dell'anno: un'opera in cui arbitrariamente, violentando il testo, il più grande dei profeti ebraici era mostrato nei panni di Bin Laden e gli israeliani a terroristi. E' triste, è molto triste per me che l'ebraismo italiano abbia così perso la sua dignità e il suo orgoglio da evitare accuratamente ogni denuncia dell'antisionismo, da non distinguere neanche a casa sua fra quel che è accettabile e quel che non lo è su Israele. Ugo Volli |
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