Obama trasforma la vittoria su Bin Laden in uno spot autoincensatorio di propaganda elettorale
di Piera Prister
Piera Prister, Barack Obama, Osama bin Laden
Il presidente Barack Obama trasforma la vittoria su Bin Laden in uno spot autoincensatorio di propaganda elettorale e dichiara che la guerra al terrorismo e’ finita.
Un anno fa, esattamente il primo maggio 2011, Osama Bin Laden veniva ucciso in un’azione gloriosa dei Navy Seals -un corpo scelto e ben addestrato, l’elite del Naval Special Warfare- che condussero a termine una missione rischiosa e misero a repentaglio le loro vite per giustiziare Bin Laden, l’uomo piu’ odiato d’America, per essere stato l’architetto e la mente dell’attacco del settembre 2001 che causo’ quasi tremila morti alle Due Torri Gemelle di N.Y, al Pentagono e quello alla Casa Bianca; quest’ultimo era invece fallito per la lungimiranza dei coraggiosi passeggeri del volo, United Airlines 93 che impedirono ai terroristi di raggiungere Washington, e si schiantarono con l’aereo a terra in Pennsylvania.
Bin Laden era stato anche l’artefice dei due attentati simultanei alle ambasciate americane in Kenia e in Tanzania nel 1998 che costarono la vita a 253 americani sotto la presidenza di Bill Clinton. L’uccisione di Bin Laden e’ un merito grande ed indiscusso del presidente in carica Barack Obama che, assumendosi le responsabilita’ anche di un suo possibile fallimento, diede il via libera ai Navy Seals che gia’ erano pronti ad eseguire l’ordine di eliminare il terrorista.
Subito dopo l’uccisione di Bin Laden, nell’atmosfera trionfante delle celebrazioni, Mitt Romney, il candidato repubblicano avversario di Obama nella corrente campagna elettorale, s’era congratulato con lui per l’obiettivo raggiunto, come anche fecero tutti senza distinzione, democratici e repubblicani perche’ quando si tratta di terrorismo e di un nemico comune non ci sono o non ci dovrebbero essere divisioni partitiche. Ma Obama ha arrogato a se’ tutto il merito che invece apparteneva alla nazione che e’ stata messa a dura prova dal terrorismo islamico e che ha pagato con migliaia e migliaia di vittime tra civili e soldati, le cui bare, avvolte nella bandiera americana, non si contavano piu’ una dopo l’altra e la cui vista, che qualche volta trapelava in una fotografia o in una immagine televisiva, veniva nascosta volutamente dai media al fine di non deprimere la nazione.
Ma un anno fa il presidente, preso com’era dall’inizio della campagna elettorale ed ebbro di gloria per il merito che tutti gli hanno riconosciuto, per molti giorni che seguirono s’era accreditato il merito in prima persona, un merito che invece era di tutti. Quella e’ stata una vittoria di tutta l’America, di tutto il paese contro il terrorismo, un successo in primo piano delle forze armate e dei soldati americani che hanno dato il contributo di migliaia di vite, un successo dell’Intelligence e dei servizi segreti e non solo una vittoria del presidente Obama che diede l’ordine di eliminare Osama, dopo che i servizi segreti nell’ottobre del 2010 avevano identificato il luogo dove Osama viveva con le sue mogli e figli, ossia la citta’ di Abbottabad, 50 Km circa a nord di Islamabad. Tanto piu’ che l’azione era stata resa possibile grazie alle confessioni estorte ai terroristi, attraverso il water-boarding ossia la simulazione di annegamento, un metodo autorizzato dal Department of Justice a cui venivano sottoposti i terroristi prigionieri di Guantanamo, la prigione nell’isola di Cuba che Obama divenuto presidente, voleva subito chiudere e che ha osteggiato, per tutta la durata della sua presidenza e anche prima, per distanziarsi dal presidente Bush.
Senza il water-boarding che e’ stato effettuato in piena osservanza del “Patriot Act” che e’ stato trasformato in una una legge di Diritto Pubblico, l’Intelligence non avrebbe raccolto migliaia di confessioni e di indizi che hanno poi condotto al nascondiglio e all’eleminazione di Bin Laden. Inoltre i Navy Seals -che sono l’elite delle forse armate americane, considerati da tutti come super-eroi, gran parte dei quali sono stati uccisi tre mesi dopo, quando Al-Qaeda per vendetta abbatte’, il 6 agosto 2011 l’elicottero su cui quella stessa unita’ volava nei cieli dell’Afghanistan- oggi criticano il presidente Obama per aver politicizzato l’uccisione di Bin Laden nella sua polemica pretestuosa contro il suo avversario politico Mitt Romney, come si legge in un articolo sul Washington Times e altrettanto si legge sul W.S.Journal nell’articolo del primo maggio intitolato, “Obama and the bin Laden Bragging Rights”. Infatti e’ da una settimana che lo stesso Romney viene bersagliato stupidamente in uno spot pubblicitario di propaganda politica, con l’insinuazione che forse se fosse stato nei panni di Obama non avrebbe ordinato l’uccisione di Osama. Un’accusa da cui il candidato repubblicano s’e’ schermito subito dichiarando che: ”every president would have done the same”. (Ogni presidente in carica -qualunque fosse la sua appartenenza politica- avrebbe fatto lo stesso).
Questo ha suscitato un vespaio di critiche ad Obama anche dai suoi compagni di partito, come da parte di David Brooks, editorialista del New York Times, da sempre sostenitore di Obama (now is turning on Obama); anche Arianna Huffington, anch’ella democratica ed editor in chief del popolarissimo blog, Huffington Post, ha severamente attaccato il presidente per aver politicizzato l’uccisione di Bin Laden nel suddetto spot commerciale, “to turn it into a campaign ad is one of the most despicable things to do”.(trasformare l’eliminazione di Bin Landen in uno spot elettorale e’ la cosa piu’ spregevole da farsi.) Inoltre alla fine della settimana scorsa siamo stati bombardati dai media radio-televisivi che ogni mezz’ora annunciavano al paese di stare allerta, in previsione di un possibile attentato di Al-Qaeda sul suolo americano per vendicare l’uccisione di Bin Laden, in occasione del primo anniversario della sua morte, quando qualche giorno prima lo stesso presidente ingannevolmente aveva dichiarato ai microfoni che “ The War on Terror Is Over”. (La guerra contro il terrorismo e’ finita).
La guerra invece, Sig. Presidente, continua se a Kabul due ore dopo la Sua partenza dall’Afganistan e i colloqui appena conclusisi con il presidente afgano Hamid Karzai, migliaia di Talebani fanatici e scalmanati hanno manifestato minacciosi, danzando intorno al rogo della bandiere americane, e un terrorista suicida, alla guida di una macchina bomba, ha ucciso 7 persone proprio come avvertimento, nel giorno della visita del presidente americano, in occasione dell’ anniversario dell’uccisione di Bin Laden. L’America non si illuda, il terrorismo non e’ stato sconfitto, anzi e’ sempre piu’ potente in Occidente come nei paesi islamici dove avanzano i Fratelli Musulmani, Al-Qaeda, Hamas ed Hezbollah, Sciiti e Sunniti. Il popolo americano per la sua propria sicurezza, e per la sicurezza di Israele che da sempre e’ il suo fedele alleato in Medio Oriente, dovrebbe ora pretendere dal suo presidente qualcosa di piu’ della morte di Bin Laden, rimanendo ancora incombente la minaccia della bomba iraniana e dei missili a testata nucleare di fronte alla quale non si dovrebbe assolutamente abbassare la guardia, nemmeno nel periodo elettorale.