Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/04/2012, a pag. 28, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo "Se il sogno atomico di Teheran divide i servizi segreti e i politici di Israele".

Yuval Diskin
Battistini dà molto credito alle parole di Yuval Diskin, ex capo dello Shin Bet, il quale sostiene che l'Iran non stia lavorando all'atomica.
Non è l'unico a pensarla così, in Israele il dibattito è aperto.
Quello che non è chiaro è per quale motivo l'opinione di Diskin dovrebbe avere più peso di tutte le altre contrarie. Nè è chiaro per quale motivo si dia per scontato che Israele è pronto a colpire per primo. Pochi giorni fa il capo di Stato Maggiore israeliano, Benny Gantz, ha escluso che, per il momento, Israele sia pronto ad attaccare.
Ma è ovvio che il rischio che gli ayatollah stiano lavorando alla bomba c'è, e va valutato attentamente. L'eventualità di un Iran nucleare va impedita ad ogni costo.
Ecco il pezzo:
Il premier è un bugiardo e anche quello che gli siede vicino ve lo raccomando… Che accadrebbe in una politica normale, Italia a parte, se l'ex capo dei servizi segreti dicesse che non c'è da fidarsi del governo per il quale ha appena finito di lavorare? O si chiamerebbe il governo a risponderne. O si chiamerebbe l'ex spia a spiegarsi. In Israele, né l'una né l'altra cosa.
Yuval Diskin, già numero uno della sicurezza interna dello Shin Bet, s'è abbandonato a frasi del tipo: «Il premier Bibi Netanyahu e il ministro della Difesa, Barak, stanno ingannando il pubblico sulla questione dell'atomica iraniana»; «non mi fido d'una leadership che prende decisioni su sensazioni messianiche e deve condurci a una guerra con l'Iran»; «presentano al pubblico un'immagine falsata: se Israele agirà, l'Iran non avrà l'atomica. Molti esperti, invece, dicono che proprio un attacco israeliano accelererà la corsa nucleare e le darà legittimità internazionale». Detta la scomoda verità, se di verità si tratta, questo Diskin ora sembra il giudice Pott d'un famoso romanzo di Pitigrilli. Quello che finisce commiserato da tutti e ricordato solo come un brillante clown: «Che buffone — liquidano dal governo —, è un frustrato che vuole solo entrare in politica…».
Un pagliaccio, l'uomo che fermò i kamikaze dell'ultima intifada? Troppo facile. «Diskin sarà anche un teppista — scrive un giornale israeliano —, ma dice la verità». A inquietare di più, è che le sue parole sono le stesse già pronunciate da altri uomini di Netanyahu: l'ex capo di Stato maggiore Ashkenazi, l'ex capo del Mossad, Dagan, l'ex capo degli 007 militari Yadlin, l'ex consigliere alla sicurezza del governo, Arad… Tutti militari, mica politicanti. L'ultimo sondaggio certifica che, si votasse domani, Bibi non avrebbe rivali. Le ultime dichiarazioni dicono che, fallissero le sanzioni, Bibi attaccherebbe subito Teheran. Le ultime informazioni parlano di 200 bombardieri pronti a decollare in ogni istante. Forse anche noi, non solo gli israeliani, dovremmo cominciare a interrogarci sulle opinioni d'un clown.
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante