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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.04.2012 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 22/04/2012 al 28/04/2012

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 aprile 2012
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «Il commento di Claudia De Benedetti»

Il commento di Claudia De Benedetti


Claudia De Benedetti, vicepresidente UCEI

Mercoledì 25 aprile abbiamo celebrato  il 64° anniversario dello Stato d’Israele con il passaggio da Yom haZikaron a Yom ha‘Azmaut  e  il 67 anniversario della liberazione dell’Italia. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è stata invitata per la prima volta a sfilare con il proprio gonfalone nel gruppo di testa che ha aperto il corteo nazionale di Milano promosso dal Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo per la Difesa dell’Ordine Repubblicano.
In questi giorni ho visto con orgoglio e commozione sventolare tante bandiere in Israele e nelle nostre comunità della diaspora, ho sentito cantare l’Hatikwà nelle  strade di Tel Aviv e di New York  e  nella Sinagoga di Tolosa con nel cuore il dolore per le vittime della strage di Ozar ha Torà.
Mai a sufficienza ho ripetuto alle giovani generazioni che i nostri nemici hanno cercato di sopprimere il futuro dell’ebraismo  ma esso è rinato nella terra dei suoi Padri. Anno dopo anno, decennio dopo decennio, abbiamo vissuto con fierezza il miracolo storico della crescita di una nazione, di un Stato forte e determinato, di una democrazia che si trova a fronteggiare proclami e minacce di chi intende annientarla.
Benjamin Netanyau, Primo Ministro dello Stato d’Israele ha pronunciato un discorso che merita di essere letto e ricordato e che qui oggi riprendo in alcune sue frasi salienti, nella traduzione di Mario Pacifici “ Un giorno, io spero che lo Stato d’Israele potrà vivere in pace con tutti i paesi e tutti i popoli della regione. Un giorno, io spero che potremo leggere questi appelli alla distruzione degli ebrei solo nei libri di storia e non sui quotidiani. Ma quel giorno non è ancora arrivato. Oggi, il regime iraniano chiede apertamente e lavora con determinazione per la nostra distruzione. E per raggiungere tale obiettivo esso si dedica febbrilmente allo sviluppo di un armamento atomico. So che a molti non mi piace quando io parlo di verità tanto scomode. Preferirebbero che non si parlasse di un Iran nucleare, come di una minaccia esistenziale. Sostengono che un simile linguaggio, anche se vero, serve solo a seminare panico e paura. Io mi chiedo se queste persone hanno perso ogni fiducia nel popolo d’Israele. Pensano davvero che questa nazione, che ha superato ogni pericolo, manchi oggi della forza necessaria ad affrontare la nuova minaccia? Forse che lo Stato di Israele non ha trionfato su altre minacce esistenziali, quando era molto meno forte di quanto non sia oggi? Forse che i suoi leaders di fronte a quelle minacce hanno avuto scrupoli a dire la verità? David Ben Gurion non nascose al popolo di Israele i pericoli esistenziali che era chiamato ad affrontare nel 1948, quando cinque eserciti arabi cercarono di soffocare Israele nella  culla. Levi Eshkol disse la verità al popolo di Israele nel 1967, quando di fronte al rischio di essere strangolati rimanemmo soli ad affrontare il nostro destino. E quando il popolo di Israele conobbe la verità, si lasciò forse prendere dal panico o non si strinse piuttosto unito per affrontare il pericolo? Rimanemmo forse paralizzati dalla paura o non facemmo piuttosto ciò che era necessario per proteggere le nostre esistenze?Io ho fiducia nel popolo di Israele e questa fiducia si basa sull’esperienza del passato. Io credo che il popolo di Israele sia in grado di affrontare la verità. E credo che Israele abbia la capacità di sconfiggere coloro che si levano contro di lui. (…)
Il Primo Ministro di Israele, quando si parla di pericoli esistenziali, non ha solo il diritto di richiamare alla memoria come un terzo della nostra nazione sia stato annientato: ne ha il dovere. Settant’anni fa, il popolo ebraico non aveva la capacità nazionale di convocare le nazioni, né la forza militare per difendere se stesso. Ma oggi le cose sono diverse. Oggi abbiamo un esercito. Abbiamo la capacità e la determinazione per difenderci. E ne abbiamo il dovere. (…) Come Primo Ministro di Israele, io non rinuncerò mai a gridare la verità di fronte al mondo e poco importa quanto essa possa risultare scomoda per alcuni. Io dico la verità alle Nazioni Unite. Dico la verità a Washington DC, la capitale del nostro grande amico, gli Stati Uniti, e in altre importanti capitali. E dico la verità, qui a Gerusalemme, sul suolo di Yad Vashem, che è oberato delle nostre memorie. Io continuerò a dire la verità al mondo, ma prima di tutto ho il dovere di parlare al mio popolo. Io so che il mio popolo è forte abbastanza per ascoltare la verità. E la verità è che un Iran dotato di armamento nucleare rappresenta una minaccia all’esistenza dello Stato di Israele.La verità è che un Iran dotato di armamento nucleare rappresenta una minaccia politica per altri paesi della regione e una minaccia grave per la pace nel mondo.
La verità è che all’Iran deve essere impedito di dotarsi di un armamento nucleare. È un dovere per il mondo intero, ma al di sopra e al di là di questo, è il nostro dovere.
La memoria della Shoah non consiste solo nel tenere cerimonie commemorative. Essa non è solo una memoria storica. La memoria della Shoah ci impone l’obbligo di fare tesoro delle lezioni del passato per salvaguardare le basi del nostro futuro. Noi non nasconderemo mai la testa sotto la sabbia.”
Chiudo questa mio commento inviando un affettuoso Shalom e un pensiero particolarmente grato agli amici di Informazione Corretta e di Italia Israele Torino che anche quest’anno hanno organizzato un viaggio in Israele nella settimana di Yom ha’Azmaut.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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