Gratitudine Joseph Kertes Traduzione di Cosetta Cavallante Elliot Euro 19,50
L’opera di Joseph Kertes, “Gratitudine”, pubblicata dalla casa editrice Elliot nella mirabile traduzione di Cosetta Cavallante, non è solo un nuovo prezioso tassello che si aggiunge alle testimonianze e ai racconti sulla Shoah, ma è anche l’occasione per volgere uno sguardo alla storia poco conosciuta degli ebrei ungheresi e far rivivere la figura di Raoul Wallenberg, il giovane diplomatico svedese che salvò la vita a centinaia di ebrei prodigandosi con eroismo per strapparli alla morte. Personaggio storico realmente esistito, Wallerberg lascia una famiglia di ricchi banchieri per offrirsi volontario per un compito pericoloso: serve un uomo al di sopra di qualsiasi sospetto che si rechi a Budapest con lo scopo di salvare quanti più ebrei possibile. Nella città martoriata dove il piano nazista di sterminio procede grazie alla solerzia e alla supervisione di Adolf Eichmann, il diplomatico svedese inizia a rilasciare passaporti di protezione che garantiscono l’immunità a chi li possiede, oltre a organizzare rifugi sicuri e a recarsi con ammirevole coraggio nelle stazioni da dove partono i convogli senza ritorno adoperandosi per far scendere dai vagoni altri esseri umani destinati alla morte. Catturato dai russi che non comprendono il ruolo avuto da Wallenberg nella salvezza degli ebrei ungheresi, le tracce di questo personaggio si perdono nelle prigioni staliniane. Attorno alla figura di quest’uomo coraggioso Joseph Kertes costruisce un potente affresco della vita in Ungheria nel momento più oscuro della sua storia: dal marzo 1944 al gennaio 1945 furono uccisi oltre mezzo milione di ebrei. Protagonista di questo splendido romanzo è una famiglia ebrea dell’alta borghesia che cerca disperatamente di salvarsi nella Budapest occupata dai nazisti. Al centro spiccano i tre fratelli Beck (Paul, Rozsi e Istvan) accomunati dal dramma di migliaia di famiglie ungheresi, dal dolore per la perdita del padre (sindaco di Szeged morto per aver difeso la statua di Mendelssohn) e dal desiderio di sopravvivere alla follia che li circonda. Paul è un avvocato che, privato dalle nuove leggi della possibilità di esercitare, aiuta Wallenberg con grande abnegazione a strappare gi ebrei dai treni la cui destinazione ultima è il campo di sterminio; Istvan è un dentista che da un giorno all’altro si trova senza il suo studio - occupato da un medico ariano - e vede nella generosità di Marta, che lo accoglie nascondendolo nella cantina della sua abitazione, la speranza di sopravvivere a quell’inferno; Rozsi, la più giovane e vulnerabile dei Beck, vive una delicata storia d’amore con Zoltan, un bravo fotografo che dopo l’uccisione dei genitori si prodiga per fornire le fotografie ai nuovi “svedesi” e trascorre le giornate a immortalare ogni istante che possa testimoniare l’orrore perpetrato dai nazisti. Attorno si muovono personaggi solo in apparenza secondari, perché in realtà rivestono un ruolo fondamentale nello svolgimento della trama: Marta Foldi, l’assistente di Istvan che per averlo protetto viene deportata ad Auschwitz; Libuše, l’amica cieca che nell’orrore del campo di sterminio spicca per la sensibilità e la straordinaria forza d’animo; Lili la giovane adolescente che fuggita da Folgy, il paese dal quale tutta la sua famiglia è stata deportata, trova accoglienza presso i Beck sdebitandosi con la sua intraprendenza e coraggio nell’approvvigionare di cibo tutta la famiglia; Simon, il timido figlio di Robert e Klari Beck che per la prima volta sperimenta la fame, le privazioni e l’incertezza per il futuro. Alternando storia e fantasia, racconti drammatici a narrazioni più lievi, l’autore nato in Ungheria e fuggito con la sua famiglia in Canada dopo la rivoluzione del 1956, ci restituisce un commovente affresco dell’Ungheria occupata, oltre ad un romanzo corale di forte impatto emotivo. La straordinaria arte narrativa di Kertes che si dispiega nell’attenta analisi psicologica dei personaggi, nella cura delle ambientazioni, nella intensa partecipazione emotiva ai drammi delle famiglie ungheresi fanno di “Gratitudine” un’opera di valore arricchita dai frequenti richiami musicali e poetici che pervadono il racconto. Pubblicato per la prima volta in Canada nel 2008 e vincitore del Canadian National Jewish Award, questo romanzo avvincente mostra non solo la crudeltà dei nazisti e l’orrore dei campi di sterminio ma anche il coraggio e la generosità di coloro che misero a repentaglio la loro vita per salvare quanti più ebrei possibile da morte certa. Accanto a chi volse la testa dall’altra parte ci furono uomini come Perlasca, Wallenberg, Schindler che, pur estranei alla religione ebraica, non si sottrassero all’imperativo morale di proteggere esseri umani indifesi, sottoposti a soprusi e violenze inaudite. Sono i Giusti fra le nazioni che Israele commemora in un luogo chiamato Giardino dei Giusti a Gerusalemme dove per ogni uomo che durante la Shoah ha salvato almeno un ebreo dalla persecuzione nazista è stato piantato un albero. Attraverso il ricordo di questi eroi emerge il valore straordinario della “memoria del bene” che anche nei momenti più bui della Storia mostra le possibilità di rigenerazione morale e rappresenta per le nuove generazioni un impegno a combattere il Male, oltre che un monito del prodigioso potere del singolo nelle tormente della Storia.