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Il Giornale Rassegna Stampa
27.04.2012 Sacro Terrore, il graphic novel di Frank Miller contro il terrorismo islamico
la recensione di Alessandro Gnocchi

Testata: Il Giornale
Data: 27 aprile 2012
Pagina: 33
Autore: Alessandro Gnocchi
Titolo: «Frank Miller, contro l’islam con furore»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 27/04/2012, a pag. 33, l'articolo di Alessandro Gnocchi dal titolo "Frank Miller, contro l’islam con furore ".


Frank Miller, Sacro Terrore, (Bao Publishing)

Per la scheda  su Sacro Terrore in Libri Raccomandati a cura di Giorgia Greco, cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=41954

Frank Miller, prima di realizzare Sa­cro Terrore (Bao Publishing, euro 19), deve essersi seduto al tavolo da disegno con un’idea fissa in testa:come pos­so realizzare una graphic novel che faccia saltare i nervi agli opinionisti perbene e pos­sibilmente infuriare mezzo mondo?
Dopo di che ha congegna­to un brutale romanzo a fu­metti ambientato a Empire City, immaginaria capitale dell’Occidente attaccata dai fondamentalisti islami­ci. Le prime due pagine so­no occupate solo da una fra­se attribuita a Maometto: «Se incontri l’infedele,ucci­dilo ». L’ultima da una ri­spettosa dedica al regista olandese Theo Van Gogh, assassinato nel 2004 da un fanatico musulmano a cau­sa del film Submission sulla grave condizione della don­na nella cultura islamica. In mezzo c’è un campionario di immagini e prese di posizione che sem­brano fatte apposta per attirare sull’autore le accuse di razzismo e fascismo.
Frank Miller non è uno sprovveduto, es­sendo stato autore in passato di capolavori acclamati a destra e sinistra quali
Ronin , Sin City , 300 e Batman Year One . Quindi l’operazione, così esagerata da sembrare a tratti un’autoparodia, è consapevole. Vo­lendo, i critici di Miller hanno abbondanza di materiale col quale lapidarlo: il fumetto inneggia all’Occidente, e fin qui tutto bene; accetta la tortura e la sospensione della lega­lità al fine di preservare la sicurezza; tratta Obama (molto simile a una scimmia in al­meno una tavola) come un alleato di fatto dei peggiori dittatori del pianeta; ritrae la co­munità musulmana d’America come fian­cheggiatrice dei terroristi; considera i Paesi arabi come un angolo di arretratezza in un mondo moderno; esalta il ruolo di Israele e innalza un monumento al Mossad. Il tutto è espresso con una franchezza alla quale de­cenni di politicamente corretto ci hanno di­sabituato.
La trama è di una semplicità assoluta, e sembra richiamare le storie di propaganda a uso e consumo dei militari. Kamikaze, te­ste mozzate, donne lapidate, missili Stin­ger, aerei dirottati sulla statua della giusti­zia. Questo è lo scenario di guerra in cui è ca­­lata Empire City, presa di mira da Al Qaeda. Una adolescente suicida, Amina, dà il via al­le danze, seducendo un ragazzino in un lo­cale e bevendo un sorso di birra, il suo pri­mo: «Dove sono nata io non usiamo l’alcol». «E dove sarebbe, il Medioevo?». «Forse il fu­turo, vedremo». Segue l’esplosione, che fa strage di giovani. A questo punto, mentre mezza città salta in aria, intervengono due singolari giustizieri, The Fixer e la Gatta (in origine dovevano essere Batman e Robin ma la Dc Comics si è sfilata dall’impresa).
I supereroi danno ai fondamentalisti ciò che vogliono (la morte e il sacrificio) salvan­do le vittime innocenti. Per raggiungere l’obiettivo non disdegnano la tortura: i «Mohamed» (tutti gli islamici, secondo Frank Miller, si chiamano come il profeta) devono rendere piena confessione. Di mez­zo ci sono anche poliziotti corrotti e politici cattivi, in testa ai quali si collocano Obama e Hillary Clinton. The Fixer e la Gatta hanno un alleato: David, ex spia del Mossad, con la faccia tatuata da un enorme stella, appun­to, di Davide. Insieme, per vendetta, proget­tan­o di distruggere la moschea di Empire Ci­ty con un cannone laser orbitale. Ma l’opera­zione «Sacro terrore» di Al Qaeda è appena iniziata e riserva ancora molte sorprese.
Alla violenza dobbiamo rispondere con la violenza, dice Frank Miller. Perché siamo dalla parte della ragione, contrariamente al nostro nemico. Semplicistico, come è par­so ai detrattori? Senz’altro. Però Frank Mil­ler, tra i pochi conservatori in un mondo di progressisti, ha almeno un pregio: non si na­sconde dietro a un dito e non ha paura di es­sere
messo al bando.

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