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Da tempo seguo il vostro sito. Ne seguo anche altri di attualità , anche di orientamento opposto al vostro, che non sono ne migliori ne peggiori del vostro, semplicemente diversi. Il signor Anonimo lettore qui http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=44205 ha fatto delle osservazioni che possono essere condivisibili o meno. Qui il poliziotto che l'ha colpito ha di sicuro fatto bene, e ci sono i "nemici da combattere" - http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=44299 E qui per il signo Certola chi ha fatto delle osservazioni condivisibili o meno diventa odiatore perchè lui non le condivide. - http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=44261 Dopo aver visionato il filmato sull'evento, sono giunto alla seguente conclusione: in un operazione di polizia si è soliti dare del potere a delle persone. Queste persone hanno un margine di autonomia nell'uso di questo potere più o meno ampio. E questo potere bisogna saperlo usare con sapienza, prudenza e giustizia. Il soldato in questione non credo che lo abbia usato in tale modo. Per cui ha fatto quella che in gergo tecnico si chiama cappellata, per la quale, come voi avete fatto notare, è stato punito. Ciò avviene in tutto il mondo quando le forze di polizia devono gestire gruppi di persone ce manifestano o protestano. Forse è ora che anche in Israele gli agenti vengono mandati a gestire le proteste degli imberbi con lo sfollapersone come in tutte le altre democrazie e non con l'M16. Un bottarella di sfollapersone sulla bocca dello stomaco si perdona più facilmente di una emmesediaciata in faccia, e passa anche inosservata. Ma questo è un dettaglio. Ad ogni modo mi sembra altamente ingiusto classificare l'autore della prima lettera come odiatore. Non mi pronuncio poi sul fatto che il testo dei quella lettere come tale "da far perdere le staffe" perchè sono problemi personali di chi perde le staffe. Ora il signor Centola FORSE classificherà anche me come odiatore. C'è poi la seconda considerazione sull'espressione "si combattono i nemici" contenuta nel vostro commento alla prima lettera del signor Centola. Io personalmente non ho nemici da combattere. Ci sono delle persone di cui non condivido il modo di fare, e a volte penso che debbano essere redarguiti, ma non li considero nemici. Nella lettera in questione si parla di Arafat, il quale chiaramente non può essere più considerato un nemico da combattere perchè è morto. Restano quindi gli arabi che abitano nelle zone dell'ANP, che considerandosi in guerra con Israele, possono essere considerati nemici da combattere. Tuttavia esiste una differenza tra operazione di guerra in cui si combatte la figura giuridica del nemico, e un operazione di polizia, in cui il nemico non c'è, ma ci può essere un indagato o un condannato, o una contravvenzione o semplicemente un qualcosa da gestire. Se poi cambiamo contesto e passiamo a considerare non più questa sfaccettatura dello Stato, ma la nostra realtà quotidiana esiste una differenza ontologica tra l'avversario in dialettica e il nemico esistenziale. Ebbene in tutta la vostra pubblicistica mi sembra, correggetemi se sbaglio, di trovare poche volte traccia di questa distinzione, e di trovare spesso la sola classificazione del nemico. Tuttavia reputo poco credibile che sia questa la realtà effettiva in cui voi vi trovate. Il problema è che a volte il nostro modo di concepire la realtà ci porta a cambiarla in modo da farla assomigliare in quel modo, nella misura in cui possiamo cambiarla, anche senza volerlo. Con affetto Gent. mo Federico, la ringraziamo per averci scritto. IC redazione |
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