Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2012, a pag. 16, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo " La Francia minaccia l'intervento in Siria ".


Alain Juppè Bashar al Assad
La Francia si ripropone tra i massimi sostenitori dell'intervento militare internazionale a garanzia della «primavera araba». L'anno scorso era stata paladina dei blitz Nato in Libia. Ora replica con la Siria. È stato ieri il ministro degli Esteri Alain Juppé a sostenerlo dopo l'incontro con esponenti dell'opposizione siriana al Quay d'Orsay. «Non possiamo accettare di essere presi in giro dal regime di Damasco. Diamo una possibilità alla mediazione Onu. Ma occorre che i 300 osservatori siano attivi sul campo entro due settimane. Se però il regime dovesse continuare a tradire gli impegni, dovremmo allora appellarci all'articolo sette della carta dell'Onu», ha spiegato riferendosi al principio per cui il Consiglio di Sicurezza ha l'autorità per ordinare missioni militari.
La questione è estremamente controversa. Dopo il fallimento della missione degli osservatori Onu (disarmati) in coordinazione con la Lega Araba tra il 26 dicembre e il 28 gennaio scorsi (arrivarono a quota 165 nei momenti di massima attività) il Consiglio di Sicurezza ha nominato l'ex segretario generale Onu Kofi Annan suo inviato speciale in Siria. Questi nelle settimane scorse ha elaborato un piano di pace incentrato sulla necessità del cessate il fuoco e del ritiro dell'esercito lealista dai centri delle violenze. Ma, dopo una prima relativa calma, da alcuni giorni gli scontri sono ripresi gravissimi, specie a Homs e Hama. Il Consiglio di Sicurezza ha nel frattempo approvato l'invio di una nuova missione di osservatori. Al momento però sono solo 10 e dovrebbero diventare 300 entro circa un mese e mezzo. Juppé insiste che si debbano accelerare i tempi e pone come limite massimo il 5 maggio. Le sue dichiarazioni riecheggiano quelle recenti del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Ma ostacolo maggiore resta l'opposizione di russi e cinesi, fermi nel porre il veto a qualsiasi intervento militare estero in Siria. Da Mosca criticano le posizioni di Juppé come pesantemente condizionate dalla politica interna francese all'ombra del voto.
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