Memri smentisce la presunta fatwa anti atomica di Khamenei, è solo propaganda Gli ayatollah vogliono il nucleare per distruggere Israele
Testata: Il Foglio Data: 25 aprile 2012 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «Quel furbone dell’ayatollah»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 25/04/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Quel furbone dell’ayatollah".
Ayatollah Khamenei
A dominare i recenti colloqui fra l’Iran e le potenze occidentali a Istanbul era stata una fatwa che la Guida suprema, Ali Khamenei, avrebbe promosso contro le armi atomiche. Commentatori e diplomatici occidentali avevano espresso la propria soddisfazione: finalmente, ecco la prova che il regime dei mullah vuole solo il nucleare “civile” e non è interessato al suo utilizzo a fini militari. Ora, però, una ricerca del Middle East Media Research Institute (Memri) smentisce la notizia. Finanziato dal Dipartimento di stato americano, il Memri rivela che “la fatwa non è mai esistita o pubblicata e che non è altro che propaganda del regime per ingannare i diplomatici occidentali”. Non soltanto la fatwa non esiste, ma anche vecchie affermazioni di Khamenei e dei suoi consiglieri vanno nella direzione opposta. Appena lo scorso febbraio Alireza Forghani, il consigliere strategico della Guida suprema, ha esposto la giustificazione giuridica e religiosa per l’annientamento di Israele “in meno di nove minuti”. Nel 2005, quando iniziarono a circolare voci sulla fatwa di Khamenei, l’ayatollah ne fece uscire un’altra, di segno opposto, secondo cui è necessario “salvaguardare la Repubblica islamica e i suoi princìpi” usando qualsiasi mezzo, compreso lo sviluppo di ogni tecnologia militare nucleare. “Giusta l’atomica islamica”, recitava l’editto. Un’altra fatwa dell’ayatollah afferma che “usare questi ordigni nucleari è haram”, proibito. Nessun riferimento alla produzione e allo stoccaggio di bombe atomiche. Anche Khomeini e il “pragmatico” Rafsanjani hanno emesso fatwe per la produzione di armi atomiche. E il mentore di Ahmadinejad, l’ayatollah Mesbah Yazdi, ha detto che la bomba atomica è “in accordo con la legge islamica”. Il regime iraniano è da sempre maestro nell’ingannare gli occidentali. Inseguirli sul piano delle fatwe e dei ditirambi teologici, che spesso non sono che un mezzo per la taqqiyya, la dissimulazione, sarebbe come giocare alle tre carte. La sfida atomica non si basa su contraddittorii editti religiosi, ma sulla quantità di uranio che gli iraniani sono riusciti ad arricchire e a trasferire nel sottosuolo. E sulla drammatica decisione, o meno, di Israele di disarmarli.
Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante