Antisemitismo in Occidente, un fenomeno mai debellato e in aumento Spiccano per antisemitismo Francia, Inghilterra e Canada. Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 20 aprile 2012 Pagina: 3 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Picco di antisemitismo in Europa. Una bomba a orologeria»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 20/04/2012, a pag. 3, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Picco di antisemitismo in Europa. Una bomba a orologeria".
Giulio Meotti
Roma. Nel presentare il rapporto del Kantor Center for the Study of Contemporary European Jewry all’Università di Tel Aviv, il presidente del Consiglio ebraico europeo Moshe Kantor ha detto che l’antisemitismo in Europa è una “bomba ad orologeria”, che si tratta di una vera e propria “esplosione” di odio e persecuzione e che “il conflitto mediorientale è stato esportato in Europa”. Aumentano gli incidenti “gravi” e diminuiscono le generiche aggressioni verbali. Il 42 per cento degli attacchi sono individuali, il 20 alle proprietà ebraiche, il 18 alle sinagoghe, il 14 ai cimiteri e l’8 alle scuole ebraiche. Si tratta del principale documento sull’antisemitismo, che quest’anno arriva a ridosso della strage degli ebrei a Tolosa e della poesia contro Israele del premio Nobel della letteratura, Günter Grass. L’aumento dei casi di violenza contro gli ebrei (più 27 per cento) è più forte in Europa occidentale che a est. Fra le nazioni che spiccano per antisemitismo ci sono Francia e Inghilterra, che assieme al Canada sono i paesi in cui hanno luogo ben il 63 per cento di tutte le aggressioni antiebraiche nel mondo. Il rapporto parla anche della Germania: “Il 20 per cento dei tedeschi nutre opinioni antisemite”. Nella sola Berlino lo scorso anno si sono verificati 158 incidenti antisemiti, contro i 109 del 2010. Roni Stauber, uno dei ricercatori autori dell’inchiesta, ha spiegato che “abbiamo iniziato a compilare questi rapporti nel 2001 e se all’inizio abbiamo tentato di differenziare fra antisemitismo e antisionismo, negli anni recenti è diventato virtualmente impossibile”. Si parla della città di Malmö, la terza della Svezia. Una famiglia ebrea ha ricevuto minacce di morte per aver organizzato una visita al centro Simon Wiesenthal. “Abbiamo mappato tutti gli ebrei di Malmö, siete stati selezionati per l’annichilimento”, recita la lettera. Nei primi dieci mesi del 2011, a Malmö ci sono stati 37 attacchi antisemiti violenti. Anche il 33 per cento degli studenti ebrei di Oslo, in Norvegia, dice di aver subito aggressioni. L’accademica e storica delle religioni Hanne Nabintu Herland ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “La Norvegia è il paese piu antisemita in occidente”. Anche il Belgio vive una esplosione di odio. Lo scorso autunno il professor Jacques Brotchi ha dato le dimissioni dal board della Open University di Bruxelles per i tanti casi di antisemitismo su cui le autorità chiudono gli occhi. Kantor ha parlato dell’odio nutrito dagli intellettuali europei: “Affermazioni come quella di Günter Grass contribuiscono all’antisemitismo, sono affermazioni contro lo stato ebraico e saranno usate per commettere attacchi antisemiti”. Un sondaggio speciale del Financial Times dà una visione chiara su Grass: alla domanda “le affermazioni di Grass sono...”, l’8 per cento ha risposto “pericolose” o “antisemite”, il 57 per cento ha risposto “corrette” mentre il 27 per cento ha risposto “discutibili”. Ne consegue che l’84 per cento degli intervistati ritiene che l’incitamento anti israeliano di Grass sia corretto o discutibile. Nell’informazione europea si equiparano sempre più “ebreo, sionista e nazista”, mentre Israele è come l’“apartheid”. Tre quarti dei polacchi è convinta che gli ebrei sfruttino la Shoah, mentre in Ungheria il 70 per cento ritiene che abbiano troppa influenza. Sono alcuni dei dati dell’indagine della Ebert Stiftung Foundation di Berlino, che sarà presentata il 1° maggio a Tel Aviv. Anche il 44 per cento degli italiani è, in forme diverse, ostile agli ebrei, anche se il paese non raggiunge i picchi altrui. Già due anni fa, l’Agenzia ebraica diffuse un rapporto sull’antisemitismo nel Vecchio Continente: “Era dalla Shoah che in Europa non si vedeva tanto antisemitismo”.
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