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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.04.2012 La guerra dei pacifisti contro gli ebrei
analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 aprile 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «La guerra dei pacifisti contro gli ebrei»

La guerra dei pacifisti contro gli ebrei
di Giulio Meotti
(Traduzione di Giovanni Quer)
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/11528


Giulio Meotti

Gli anarchici dell'International Solidarity Movement non sono quello che vogliono farci credere, e per capirlo basta vedere l'attacco al Colonnello Eisner.

È difficile non simpatizzare con gli gli attivisti e i cooperanti che hanno a cuore la pace: la fine della Guerra Fredda li ha relegati al livello di disoccupati.
Il regime nichilista che hanno servito per anni con così sconfinata devozione è collassato lasciandoli in bancarotta ideologica e politica.

Il dittatore sovietico Josef Stalin è stato il padre del primo "movimento pacifista" nato nel 1946, quando ancora non aveva sviluppato un arsenale atomico, rendendolo un possibile obiettivo militare americano.

Pablo Picasso, un "compagno di viaggio" del Partito Comunista Francese, ha disegnato la colomba della pace come logo del movimento pacifista. Il poeta Paul Eluard, altro compagno di viaggio, ha composto un poemetto lirico in onore a Stalin.


Il "movimento pacifista" non condannava tutte le guerre, bensì solo quelle che minacciavano il blocco Sovietico. Già allora, si parla di fine anni '40, inizio anni '50, il mondo sapeva dell'esistenza dei gulag, del regime di terrore instaurato da Stalin, e delle persecuzioni antisemite che finivano in finti processi. Ma tutto questo non interessava ai pacifisti di allora che tanto bramavano "la pace".

Tra gli ammiratori di Stalin c'erano anche molti ingenui israeliani, soprattutto nel partito Mapam, il precursore il Meretz, e tra gli intellettuali e giornalisti di sinistra.

Negli anni '30 anche la Gran Bretagna aveva una propria schiera pacifista, popolata da quanti sposavano una linea morbida con la Germania nazista, che avevano definito Churchill un "militarista" per fare le fusa a Hitler e alla sua banda.

 Molti pacifisti sono passati dal "rosso" al "verde", ma per altri distruggere Israele è sembrato il perfetto sostituto della lotta contro l'occidente e l'anticomunismo.

L'International Solidarity Movement (ISM) aveva già preparato i titoloni da pubblicare quando Rachele Corrie, una studentessa universitaria radicale da Olympia, Washington, è stata uccisa mentre cercava di bloccare un bulldozer israeliano a Gaza.

Il motto de l'ISM è "con ogni mezzo necessario". Secondo Lee Kaplan, che dirige l'organizzazione "Stop ISM", il gruppo "è stato fondato dal gruppo comunista arabo PLFP legato al terrorismo e alleato con gli anarchici... e ora con Hamas... per promuovere la distruzione dello Stato di Israele. Stanno facendo un ottimo lavoro".

La mitologia pacifista presenta Rachel Corrie come una "manifestante pacifica", una "giovane donna che ha dedicato la vita alla difesa nonviolenta degli altri". Una flottiglia con destinazione Gaza è stata dedicata e lei e recava il suo nome.

Ma Rachel Corrie non era una disarmata e idealista ragazza occidentale. Corrie era nella Striscia di Gaza per fare da scudo umano al terrorismo arabo. La sua morte è stata un duro colpo per la politica anti-terroristica israeliana.

A Gaza Israele distruggeva le case in cui finivano i tunnel utilizzati per il contrabbando delle armi o le case dei terroristi suicidi palestinesi responsabili dei continui massacri di ebrei. Dopo la morte di Corrie è stato più difficile attuare questa politica, gradualmente abbandonata.

Durante la Seconda Intifada gli "attivisti pacifisti" hanno organizzato attività in Giudea, Samaria e nella Striscia di Gaza. Impedivano le operazioni militari israeliane, facevano da scudi umani, si mettevano vicino ai fermi stradali, offrivano appoggio morale e logistico ai terroristi.

Un altro simbolo del movimento "pacifista" era l'israeliano Juliano Mer-Khamis, ucciso da un terrorista lo scorso anno. Mer aveva scelto Jenin per servire la propria utopia, dove la madre Arna Mer, ebrea, aveva creato il "Teatro delle Pietre", un gruppo teatrale sperimentale di ragazzi palestinesi in cui anche lui lavorava.

Arna Mer è stata insignita del “Alternative Nobel Prize”, il premio Nobel alternativo dato ogni anno ad attivisti umanitari dal Parlamento svedese. Preferiva esser definita palestinese, non ebrea e tantomeno israeliana. È stata arrestata più volte durante le manifestazioni-tafferugli nei Territori. Ha detto che "il sionismo è un'ideologia razzista".

Quando Arna Mer-Khamis ha incominciato l'attività a Jenin, il teatro sperimentale era composto da sei giovani ragazzi palestinesi. Cinque di loro hanno finito la loro carriera come terroristi suicidi.

Come quei pacificatori inglesi filo-tedeschi e quei babbei filo-sovietici, i nuovi costruttori-di-pace-dal-cuore-sanguinante sono fascisti che semplicemente odiano Israele. Si tratta di pace con antisemitismo.

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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