Egitto, i Fratelli musulmani censurano film, soap opera e comici intanto continuano la corsa alla presidenza. Primavera araba? Cronache di Giulio Meotti, Redazione del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 19 aprile 2012 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti - Redazione del Foglio Titolo: «Come ti conquisto il popolo della tv»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 19/04/2012, in prima pagina, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Come ti conquisto il popolo della tv", l'articolo dal titolo " Ecco la prima mossa dei militari egiziani contro la primavera islamista". Ecco i pezzi:
Giulio Meotti - " Come ti conquisto il popolo della tv"
Giulio Meotti
Roma. In un Egitto dove sono già incriminati capolavori sensuali della letteratura, come “Il Profeta” di Kahlil Gibran e anche “Lolita” di Vladimir Nabokov, una commissione dominata dagli islamisti vuole supervisionare i programmi delle televisioni per censurare tutte le scene “immorali”, fra cui baci, abbracci e la tradizionale danza del ventre. E’ prevista la messa al bando di interi film in base a criteri di pura morale religiosa. E la censura si estenderà a tutte le produzioni dell’ultimo mezzo secolo. Dopo i romanzi di Naguib Mahfuz, le statue nude, l’Istituto egiziano di Napoleone e “Le mille e una notte”, gli islamisti puntano gli occhi sull’intrattenimento popolare. Per il giornale al Anba, la decisione di instaurare un’autorità simile è un chiaro segnale del peso che stanno acquistando i partiti islamisti “anche nell’arte e nella cultura”. La Guida suprema della Fratellanza, Mohammed Badie, ha dichiarato che la supervisione dell’arte fa parte della “riforma dell’individuo seguita da quella della famiglia, della società, del governo per realizzare il giusto califfato”. A differenza dei salafiti, i Fratelli musulmani non vogliono bandire il cinema tout court, ma mondarlo da ogni contaminazione non islamica. Ai censori dell’islam spetta un’operazione ciclopica: rivedere tutti i film della sterminata produzione egiziana, per anni la prima nel mondo arabo, e cancellare tutto quanto sia (o appaia) “blasfemo” per il Corano. Una serie tv è già stata sospesa. Si tratta della trasposizione del romanzo “Dhat” di Sonallah Ibrahim, che ha luogo negli anni Settanta, “quando le donne vestivano corto” (recita l’accusa). Anche il film “Uscita dal Cairo”, love story fra una musulmana e un copto, è stata censurata e ritirata dal Festival di Luxor. E ci sono già i nomi dei primi attori sotto accusa. Uno è il comico Adel Imam, accusato di aver indossato barba e jilbab, la tunica lunga indossata dai pii, nell’intepretare film e pièce teatrali. Altri due registi, Sherif Arafa e Wahid Hamed, sono nel mirino dei censori. L’Egitto sembra aver smesso di ridere.
Redazione del Foglio - " Ecco la prima mossa dei militari egiziani contro la primavera islamista "
Milano. Il ricorso non è stato accettato e così l’ex capo dei servizi segreti egiziani Omar Suleiman, il candidato dei Fratelli musulmani Khairat el Shater e il salafita Hazem Abu Ismail (assieme ad altri sette) non potranno partecipare alle prime elezioni presidenziali dell’Egitto post Mubarak previste per il 23-24 maggio. Restano in corsa Amr Moussa, ex capo della Lega araba, e il popolarissimo Abdel Moneim Aboul Fotouh, ex leader della Fratellanza fuoriuscito per candidarsi alla presidenza – i Fratelli, vincitori delle parlamentari dell’autunno scorso, avevano promesso che non avrebbero presentato un loro uomo, salvo poi mandare avanti el Shater. La commissione che ha deciso l’esclusione dei dieci candidati è un consesso marcatamente militare e filo-Mubarak: perché allora ha escluso anche Suleiman, candidatosi all’ultimo momento come l’uomo di quell’apparato? Forse per dare un’immagine vagamente egalitaria a un’operazione che ha l’obiettivo di fermare l’avanzata islamista. La presenza di Suleiman tra gli esclusi permette ai militari di tenere a bada la piazza e di vendersi come gli unici garanti di una transizione trasparente e giusta. Naturalmente i sostenitori di Shater e Ismail hanno intenzioni bellicose, ma la giunta militare sta organizzando per bene la sua controffensiva alla primavera islamista. I lavori per la stesura della nuova Costituzione sono stati interrotti dall’intervento di una corte: prima i liberali, i moderati islamici e i copti hanno boicottato la commissione (a maggioranza islamista) predisposta per scrivere il testo costituzionale, poi un giudice ha sospeso la commissione. Ma i militari fanno pressioni affinché ci sia una Costituzione nuova da sottoporre a referendum prima delle presidenziali. Entro un mese, cioè, un panel sospeso dovrebbe elaborare il testo fondamentale dell’Egitto del futuro e gli egiziani dovrebbero approvarlo. Sembra che la seconda mossa del contrattacco alla primavera islamista sia lo slittamento delle presidenziali.
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