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Ugo Volli
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Se la sinistra è così accecata dall'ideologia da non vedere più nemmeno i propri principi 17/04/2012

Se la sinistra è così accecata dall'ideologia da non vedere più nemmeno i propri principi


Vittorio Arrigoni

Cari amici,

oltre al flyflop del tentativo di invadere l'aeroporto Ben Gurion, nei giorni scorsi c'è stato un altro flop antisionista/antisemita, l'anniversario dell'uccisione di Vittorio Arrigoni. Nonostante l'appoggio dei nenonazisti di Forza Nuova (questo è un manifesto vecchio, ma ne hanno pubblicato un altro quasi uguali in questi giorni: http://www.foggiaefoggia.com/news/dettaglio.asp?id=17464) e quello dei neocomunisti dal Manifesto a Rai24, il tentativo di fare del giovane uomo assassinato a Gaza un martire vittima di Israele è sostanzialmente fallito.

La colpa, come dimostrano le corrispondenze sempre più mosce di Michele Giorgio (per esempio: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=41&sez=120&id=44141) è fallita per la scarsa considerazione del “tribunale” di Hamas che ha lasciato gli imputati dell'omicidio liberi di “gettare fango” su Arrigoni, come scrive il nostro. Ora questo fango consiste nel fatto che invece di cercare inesistenti (ma molto appetititi dagli antisionisti/antisemiti) rapporti fra gli assassini e Israele, ed evitando naturalmente di indagare sul fatto che alcuni di loro fossero a libro paga di Hamas, cui Arrigoni aveva forse dato fastidio prima di morire cercando di pompare un movimento destabilizzante di “primavera araba” a Gaza, si è consentito agli imputati di seguire una linea di difesa che puntava sui “costumi occidentali” e dunque “immorali” di Arrigoni. Questo “fango” dei “costumi occidentali” deve sembrare terribile al buon Giorgio che è arrivato al punto di indignarsi perché il tribunale non ha impedito questa linea difensiva - il che è una prova di autoritarismo incredibile da parte di un giornale di sinistra: certo, gli iraniani arrestano volentieri gli avvocati di difesa troppo aggressivi, ma perfino i nazisti avevano lasciati liberi gli avvocati di Dimotrov di difenderlo come ritenevano opportuno, e così per il fascismo con Gramsci.

Giustamente Informazione Corretta ha fatto notare che forse questo “fango” che fa tanto arrabbiare il Manifesto è un'accusa di omosessualità. Ma che fango è oggi in Italia dire che uno è gay? Per fortuna dal punto di vista dell'etica pubblica e si spera anche dei giornali di sinistra in Italia gli orientamenti sessuali delle persone sono tutti ugualmente rispettabili. Se in Hamastan non è così, se a Gaza ammazzare uno perché gay è un'attenuante, sono loro fangosi, e chi dà loro corda fra politici e giornalisti, non Arrigoni infangato. E se naturalmente non si trattasse di omosessualità ma di libero amore o di altre forme di rapporto fra adulti consenzienti, il discorso sarebbe identico. Mi spiace dover difendere dai suoi pretesi amici un giovane che considero sia stato gravemente affetto da ideologismo e anche da antisionismo/antisemitismo, e di dover difendere perfino il tribunale di Hamas, ma l'ipocrisia del Manifesto su questo punto mi sembra insopportabile. Non si tratta naturalmente di individuare da qui un omicidio nato in quella dittatura clericale sanguinaria a cielo aperto che è Gaza (altro che Lager), ma di indicare l'autocensura, di più, la complicità ideologica spudorata che spinge il Manifesto a passare sopra tutti i principi democratici, pur di difendere non Arrigoni ma la sua immagine di martire della lotta a Israele.

Anche perché se lui fosse vissuto non a Gaza ma in quella Tel Aviv che odiava e da dove la madre non ha voluto far passare neppure la sua salma, molto probabilmente non sarebbe stato ucciso; e anche se fosse accaduto, cosa possibile dato che i criminali ci sono dappertutto - sia pure in misure diverse nei vari luoghi e nelle varie culture -, non vi sarebbe stata quella complicità ideologica fra giudici e assassini che ora si cerca in tutti i modi di nascondere. Anche questo giuri-flop come la flop-tilla è in sostanza un autogol di una sinistra che ormai è così accecata dall'ideologia da non riuscire a vedere non dico la realtà, ma neppure i propri principi.

Ugo Volli


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