L'odio dell'Europa per Israele
di Giulio Meotti
(Traduzione dall'inglese di Giovanni Quer)
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4216646,00.html
Giulio Meotti, Günter Grass
Molti europei sono convinti che l'esistenza dello Stato di Israele sia illegittima e che debba esser rimosso dal Medio Oriente
Dopo il massacro degli ebrei a Tolosa, in molti hanno pianto nel vedere il corpicino di Miriam Monsonego avvolto in un lenzuolo bianco. Ma molti europei hanno rivolto lo sguardo altrove, e le Nazioni Unite, l'Unione Europea e i benpensanti si sono tutti lavati le mani del sangue ebreo.
L'Europa ha già abbandonato gli ebrei. Lo si può vedere con Günter Grass, il premio Nobel che ha pubblicato la sua poesia anti-israeliana nei giornali europei. Secondo i sondaggi il 70-80% dei tedeschi appoggiano Grass. Una pagina facebook intitolata "Support Günter Grass" ha già ottenuto migliaia di "like". Un sondaggio speciale del Financial Times dà una visione più chiara della popolarità di Grass: alla domanda "le affermazioni di Grass sono...", l'8% ha risposto "pericolose" e "antisemite", il 57% ha risposto "corrette" mentre il 27% ha risposto "discutibili". Ne consegue che l'84% degli intervistati ritiene che l'incitamento anti-israeliano di Grass sia corretto o discutibile.
Da un simile sondaggio su Tolosa risulta che il ragazzo musulmano autore del crimine sia la vittima, mentre le vittime del massacro sarebbero i reali carnefici ("ebrei, sionisti, assassini dei bambini palestinesi, hanno avuto ciò che si meritano").
È stato un sollievo assistere alla denuncia da parte di molti scrittori, tra cui anche Daniel Goldhagen, Leon de Winter e Marcel Reich-Ranicki, contro la diffamazione di Grass che si avvicina alle antiche accuse di "omicidio rituale". Tuttavia il sentimento dominante riguardo a Grass è di consolidato consenso.
I media occidentali si sono concentrati nella loro ipocrisia sulla decisione israeliana di vietare l'entrata dello scrittore in Israele. Il Daily Telegraph ha paragonato Benjamin Netanyahu a Joseph Goebbels che ha voluto il rogo dei libri, mentre in un editoriale del Los Angeles Times i funzionari israeliani sono stati paragonati ai mullah iraniani. Anche Salman Rushdie si è espresso in favore di Grass su Twitter.
Nell'attesa di giorni migliori.
Il pubblico tedesco ha apprezzato la poesia, perché Grass ha alimentato le fiamme del loro odio antiebraico da una comoda posizione. Chi poteva meglio interpretare il ruolo dell'accusa contro gli ebrei del dopo-Shoah se non la "coscienza della Germania", chi meglio se non il più famoso antifascista, l'ex volontario del corpo di Heinrich Himmler?
In un'intervista a Der Spiegel nel 2001, Grass ha dichiarato che "Israele deve certo ritirarsi dai territori occupati, ma l'appropriazione di territorio palestinese e gli insediamenti israeliano sono comunque un'attività criminale. E questa situazione non solo dev'esser fermata, ma anche ribaltata. Altrimenti non ci sarà pace".
Secondo Grass, Israele dovrebbe ritirarsi non solo da Hebron e Beit El, ma anche da Haifa, Tel Aviv e Nazareth. Quanti editorialisti famosi hanno dichiarato prima del massacro dei Fogel che i palestinesi avevano il diritto di attaccare cittadine come Itamar?
Grass ha semplicemente scritto ciò che molti occidentali credono. Dai sondaggi si arriva ad una sola conclusione: Israele è illegittimo, è l'origine di tutti i mali, il principio di ogni disordine e pertanto dev'esser sradicato dal Medio Oriente il più presto possibile. Questo non è solo un fenomeno tedesco. Durante la Seconda Intifada la maggioranza degli europei affermava che Israele fosse "la più grande minaccia alla pace mondiale", secondo un sondaggio della Commissione Europea.
Insomma, per dirla come Kurt Franz, ultimo comandante di Treblinka, nel suo album fotografico: "Schöne Zeiten", bei tempi. Siamo dunque onesti e sia detto: la coscienza occidentale sta aspettando ancora quei "bei vecchi tempi".
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.