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Il Giornale Rassegna Stampa
16.04.2012 Siria dalla padella alla brace ?
Il dittatore sanguinario Assad o i ribelli appoggiati da al Qaeda ? Commento di Magdi C. Allam

Testata: Il Giornale
Data: 16 aprile 2012
Pagina: 12
Autore: Magdi C. Allam
Titolo: «Se in Siria vincerà Al Qaida dovremo rimpiangere Assad»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 16/04/2012, a pag. 12, l'articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo "Se in Siria vincerà Al Qaida dovremo rimpiangere Assad".


Magdi Cristiano Allam, Bashar al Assad

Sull’atteggiamento dell’Occi­dente nei confronti della Siria vi in­vito a rispolverare l’uso della ra­gione e a riscoprire il sano amor proprio. Basta con la menzogna che si tratterebbe di una strage di un regime sanguinario contro un popolo inerme quando è assoluta­mente evidente che si tratta di una feroce guerra intestina aizza­ta da bande armate dei Fratelli Musulmani e da gruppi terroristi­ci­di Al Qaida a cui aderiscono nu­merosi stranieri! Basta con la fol­lia suicida di concepire che la de­mocrazia corrisponderebbe e si esaurirebbe nel rito delle elezioni senza tener conto degli obiettivi dei soggetti che vi partecipano e che, nel caso degli islamici, aspira­no a imporre la sharia, la legge co­ranica, che è del tutto in contrasto con la democrazia! Basta con l’ipocrisia ormai insostenibile di atteggiarci a chi può dare lezioni di democrazia quando siamo sot­tomessi alla dittatura finanziaria e non esitiamo a fare la guerra, massacrando civili e distruggen­do il patrimonio pubblico, per sal­vaguardare i nostri esclusivi inte­ressi materiali!
Ascoltate il grido d’allarme dei cristiani, circa 2,5 milioni, quasi il 10% della popolazione, che ci esortano ripetutamente a non so­stenere i Fratelli Musulmani per­ché l’avvento di una teocrazia isla­mica significherebbe la loro fine, costretti o a sottomettersi come dhimmi, cittadini inferiori che go­dono di meno diritti, o a convertir­si all­’islam o infine ad abbandona­re la propria terra. Prendiamo an­che in considerazione la conse­guenza devastante per la stabilità e la sicurezza dell’insieme del Me­diterraneo con l’avvento al potere di regimi teocratici islamici dal Marocco all’Iran che sono pregiu­dizialm­ente ostili al diritto di Isra­ele a esistere, che sono determina­ti a rinnegare i trattati di pace vi­genti e che proclamano pubblica­mente la volontà di annientare fi­sicamente lo Stato e il popolo ebraico. Prendiamoci infine a cuore la sorte di centinaia di milio­ni di donne che sotto il dominio delle teocrazie islamiche perde­rebbero del tutto la loro dignità e la libertà,determinando un’invo­luzione delle società all’insegna dell’oscurantismo e del fanati­smo, accrescendo lo spirito ag­gressivo e bellicoso nei confronti di tutti i «nemici dell’islam», gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati.
E poi noi occidentali che titolo abbiamo per ergerci a modello di democrazia quando, ad esempio in Grecia e in Italia, abbiamo auto­sospeso la democrazia sostanzia­le e auto-commissariato il Parla­mento per sottometterci a una dit­tatura finanziaria che vorrebbe trasformarci da persone deposita­rie di valori e identità in semplici strumenti di produzione di mate­rialità la cui ricompensa è poter consumare? È da considerarsi de­mocratico un-Parlamento compo­sto da deputati e senatori designa­ti
dai partiti e non eletti dal popo­lo? È da considerarsi democratico un governo formato da ministri che non sono stati eletti e che non rispondono del loro operato a nes­suno? È da considerarsi democra­tica una classe politica che, dopo aver ceduto la nostra sovranità monetaria, si sta prodigando per perdere del tutto la nostra sovrani­tà nazionale svendendo il nostro sistema produttivo ai poteri finan­ziari forti e riducendoci ad appen­dice di un super­Stato europeo do­minato dai banchieri? È da consi­derarsi democratico uno Stato che si sottomette a una legislazio­ne sovrannazionale e che per l’80 per cento corrisponde alla sempli­ce trasposizione di direttive ema­nate dalla super-casta di 40mila burocrati della Commissione eu­ropea condizionati dai poteri forti nazionali e privati? Che credibilità ha l’Occidente quando non ha esitato a bombar­dare la Libia, massacrando i civili e distruggendo il patrimonio pub­blico, per creare dalle macerie un piano di ricostruzione stimato in mille miliardi di euro? Sarebbe de­mocrazia quella che oggi vede la Libia perennemente in conflitto al suo interno con il rischio dello smembramento dello Stato? Sa­rebbe democrazia il Parlamento egiziano monopolizzato per circa il 75% dagli integralisti e dagli estremisti islamici che predicano la sharia? Sarebbe democrazia la repressione della libertà d’espres­sione e dei movimenti laici in Tu­nisia? Sarebbe democrazia la cre­scita del potere e del radicamento territoriale di Al Qaida nello Ye­men? Sarebbero democratici Hezbollah in Libano e Hamas nei Territori palestinesi che legitti­miamo come interlocutori politi­ci? Sarebbero democratici i regi­mi dell’Arabia Saudita e del Qatar che sosteniamo e usiamo per favo­rire l’avvento al potere degli isla­mici in Siria?
Almeno in Siria fermiamoci pri­ma che sia troppo tardi! Imponia­mo al regime di Assad di avviare un percorso democratico con il coinvolgimento dei soggetti politi­ci che condividono i diritti fonda­mentali della persona, i valori as­soluti e universali della sacralità della vita, della pari dignità tra uo­mo e donna, della libertà di scelta religiosa, e il principio della pacifi­ca alternanza al potere. Ma basta con la follia dell’innamorarci dei nostri carnefici e della scelta del
suicidio!

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