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Il Foglio Rassegna Stampa
14.04.2012 Germania: la diffusione aggressiva del Corano
25 milioni di copie da distribuire a ogni angolo di strada

Testata: Il Foglio
Data: 14 aprile 2012
Pagina: 3
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Inonderemo la Germania con il Corano: il piano salafita»

Sul FOGLIO di oggi, 14/04/2012, a pag.3, con il titolo "Inonderemo la Germania con il Corano: il piano salafita", una interessante analisi della penetrazione della propaganda islamista in Germania.

Roma. Anche il Consiglio islamico centrale ha condannato l’iniziativa, perché trasforma il Corano in una “brochure”. Un’ondata di copie del testo sacro dell’islam, debitamente tradotte in tedesco, sta per invadere le maggiori città della Germania. Sarebbero 25 milioni gli esemplari da distribuire gratuitamente nelle principali isole pedonali dei centri urbani. Si parla di cento stand in trentacinque città, da Berlino ad Aachen, da Wuppertal a Mainz a Kiel, ma il grosso sarà concentrato nelle regioni del Nord Reno-Westfalia, Bassa Sassonia, Assia e Amburgo. Ideatore del progetto è Ibrahim Abou Nagie, un uomo d’affari di Colonia di origini palestinesi, un leader salafita che ha dato un nome perentorio al progetto: “Lies”, ovvero leggi. I fondi arrivano in parte dall’estero, in parte dalle comunità islamiche locali, soprattutto turche. A ogni musulmano tedesco è chiesto di acquistare un numero imprecisato di copie del Corano con una copertina rossa, in modo da finanziare così la distribuzione di un Corano con copertina blu ai cittadini di passaggio. Lo Spiegel scrive che l’iniziativa non ha precedenti nella storia della Germania. La propaganda a cui saranno sottoposti 80 milioni di tedeschi ha già messo in allarme il Verfassungsschutz, l’ufficio federale per la salvaguardia della Costituzione. In particolare c’è un video, girato da Nagie, ad aver attirato l’attenzione delle autorità: “I musulmani tedeschi devono fare di tutto per evitare che gli infedeli finiscano all’inferno per l’eternità”. “In linea di principio, non ci sarebbe nulla da ridire sulla diffusione di scritture religiose”, ha detto alla Reinische Post Günter Krings, vicecapogruppo al Bundestag del gruppo che raduna i due partiti di ispirazione cristiana, la Cdu e la Csu, “ma il movimento radicale dei salafiti mina la pace religiosa della nostra nazione con il suo comportamento aggressivo”. Anche dai socialdemocratici è arrivata la richiesta, al ministro degli Interni Hans-Peter Friedrich (Csu), di verificare la possibilità di dichiarare “fuorilegge” i gruppi salafiti. Gli islamisti propugnano l’introduzione del Corano “in ogni casa tedesca” e si parla già di 300 mila copie distribuite alla popolazione. Il ministero degli Interni ha avviato un’indagine sugli autori di un video di minacce a giornalisti che avevano criticato, nei giorni scorsi, l’azione del gruppo salafita. Secondo informazioni del quotidiano Welt, alcuni reporter del Frankfurter Rundschau e del Tagesspiegel erano stati oggetto di pesanti insulti (“maiali”, “scimmie”) e minacce in un video pubblicato su YouTube, in cui erano state diffuse informazioni e foto. L’attentatore dell’aeroporto di Francoforte, che nel marzo del 2011 sparò contro alcuni soldati statunitensi uccidendone due, era in contatto con i salafiti. E l’ascesa islamista avviene in un momento in cui la Germania fa i conti con il fallimento del multiculturalismo. “L’approccio multiculturale è fallito, completamente fallito”, ha scandito nel 2010 la cancelliera tedesca Angela Merkel. C’è stato il caso di Thilo Sarrazin, l’ex ministro delle Finanze e membro della Bundesbank, che nel libro “La Germania si distrugge da sola” affermava: “La forte presenza della comunità turca e l’immigrazione dai paesi musulmani rischiano in un paio di generazioni di cambiare il volto della Germania, trasformandola in un paese islamico”. Forte è la presa sulle comunità islamiche dell’organizzazione dell’ex “califfo di Colonia”, Metin Kaplan, estremista turco espulso dal paese. Secondo dati diffusi negli anni scorsi, sulle oltre 2.500 fra moschee e centri culturali islamici sparsi in tutta la Germania, quaranta sarebbero luoghi sospetti di “radicalizzazione e reclutamento”.

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