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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.04.2012 L'odiatore Livingstone può tornare sindaco di Londra
Cronaca di Fabio Cavalera

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 aprile 2012
Pagina: 23
Autore: Fabio Cavalera
Titolo: «Il dandy contro il rosso, la prima sfida dei giochi di Londra»

Perchè ci interessa l' elezione del prossimo sindaco di Londra ? Perchè si è riaffacciato alla ribalta Ken Livingstone, che di Londra già fu sindaco, con i catastrofici risultati che sappiamo. Per saperne di più su di lui, vedere nel nostro archivio, scrivendo il suo nome in HP nella finestra 'cerca nel sito'.  Gode fin da ora dell'appoggio della componente islamica della città, quella che fece meritare il nome di Londonistan alla capitale britannica. E' uno scatenato odiatore di ebrei e di Israele, per questo una sua rielezione a sindaco sarebbbe una sciagura a livello internazionale. Si spaccia per laico, mentre in realtà è un fanatico sostenitore dell'islamismo. Occorre fare di tutto per smascherarlo.
Dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/04/2012, a pag.23,riprendiamo la cronaca di Fabio Cavalera, dal titolo "Il dandy contro il rosso, la prima sfida dei giochi di Londra"

LONDRA — Rissosi, irascibili, vulcanici. Se ne tirano dietro di tutti i colori ma il conservatore Boris e il laburista Ken hanno molto in comune: sono due populisti di prim'ordine che sanno giocare bene con le parole e che s'infiammano in fretta.
Il «british style», elegante e compassato, è un vecchio arnese della comunicazione e non fa parte del loro bagaglio. Preferiscono cantarsele e scaldare i londinesi che se li ritrovano scatenati in una furiosa battaglia per la poltrona di sindaco, si vota il 3 maggio. «Sei un fottuto bugiardo». «Sei un maledetto razzista». «Sei un evasore». «Sei un fallito». «Sei uno sfruttatore». Ecco il nuovo bon-ton.
Eccentrici questi due «Rambo», in giacca e cravatta, che s'inseguono e si sgambettano. L'ultima scintilla sono stati i poster omofobi esposti da un gruppo integralista cristiano: suggeriscono l'idea della conversione dei gay all'eterosessualità, quasi che fossero dei malati da curare. «Non Gay, ex gay e fiero di esserlo». Johnson ne ha ordinato la rimozione. Livingstone lo ha incalzato: «Troppo tardi. Hai consentito che fossero esposti».
Personaggi imprevedibili, ingombranti persino per i partiti che rappresentano. Boris e Ken sono fuori dagli schemi. Fuori dalle mediazioni. Fuori dagli apparati. Entrambi capaci di incrinare gli equilibri nelle gerarchie tory e laburiste. L'ex giornalista del Times e del Daily Telegraph Boris Johnson cerca il secondo mandato: nel 2008 pensionò Ken Livingstone che aveva governato per 8 anni. Se rivince si mette in corsa per la leadership conservatrice che è il suo sogno. E David Cameron, che lui considera troppo molle e arrendevole, avrà da sudare.
Perché Boris ha sì il timbro dell'educazione rigida e sofisticata di Eton e di Oxford, è sì un aristocratico discendente di Giorgio II, è sì un moderato che con Cameron ha animato il Bullingdon Club, l'associazione degli universitari bulli e goliardi, però è un ultras ambientalista, è un ciclista appassionato che fila in ufficio senza scorte, è un ammiratore di Barack Obama. Un conservatore anomalo, tradizionalista e moderno che discute in latino e promuove il latino nelle scuole assieme alla storia di Roma imperiale, che apre crociate contro il traffico da auto blu, che non disdegna le provocazioni. «Gli abitanti di Liverpool? Gente con turbe psichiche». E, infine, che si trasforma in angelo vendicatore: pochi giorni fa rientrando a casa in bicicletta ha visto una ragazza insidiata da una gang. E' sceso e ha inseguito i teppisti. Rambo.
Non è da meno, quanto a esuberanza, l'ex tecnico di laboratorio Ken Livingstone, rampollo di una famiglia della «working class tory». Già una famiglia della destra. Però lui è diventato un socialista. Nel 2000 quando vinse per la prima volta lo fece sfidando Tony Blair che non lo voleva, lo considerava un rudere della sinistra estrema. Si sbagliava. Una volta conquistata Londra, Livingstone invitò i lavoratori della metropolitana a sfondare i picchetti dei sindacati. Confida di riprendersi la poltrona di primo cittadino anche per riaprire la partita incerta nei vertici laburisti. E promette di battersi per una «Londra indipendente»: sistema sanitario e welfare controllati dalla municipalità.
Due «rivoluzionari» che imbarazzano conservatori e laburisti. Ma una cosa è certa: con Boris e Ken in campo Londra non si annoia. Così diversi. Eppure, così uguali.

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