Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/04/2012, a pag. 21, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Islamici-militari. Sfida al Cairo ".


Cecilia Zecchinelli
Per la serie 'finalmente se ne accorgono', anche Cecilia Zecchinelli, con un anno di ritardo, si è resa conto che la 'primavera araba' non ha nulla a che vedere con la democrazia. I Fratelli Musulmani e i salafiti stanno prendendo sempre più potere. Ieri hanno votato in Parlamento (dove hanno la maggioranza) una legge che impedisce ai residui dell'era di Mubarak (come Omar Suleiman) di diventare presidenti dell'Egitto. Gli unici candidati restano, perciò, o Fratelli Musulmani o salafiti. Non c'è spazio per candidati laici.
La 'primavera' araba è solo un inverno islamista.
Ecco il pezzo:
Manca un mese e mezzo alle presidenziali egiziane: l'evento che porterà all'uscita dalla stanza regia della Giunta, così almeno promettono i generali. L'inizio del Nuovo Egitto, così ancora molti attendono e sempre meno sperano. Perché è chiaro a tutti che il Paese è nel caos: politico, sociale, economico. Che la Primavera è lontana, non solo nel tempo. Nella confusione che tocca pure il prossimo voto (dei 23 candidati almeno sei potrebbero essere esclusi dai tribunali), una cosa è chiara. La lotta per il potere è tutta giocata tra militari e quel che resta dell'ancien régime da un lato, i Fratelli musulmani e i salafiti dall'altro. La legge votata ieri in Parlamento dove questi ultimi sono maggioranza impedisce ai «futili», i residui dell'era Mubarak, di diventare raìs. Un colpo contro Omar Suleiman, ex generale potentissimo capo degli 007 che si è candidato «perché non vuole uno Stato islamico». Ma chi non vuole nemmeno «una fantasma» e un ritorno al passato oggi che può fare? Il Nuovo Egitto sognato dalla Primavera non era questo.
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