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Il Foglio Rassegna Stampa
10.04.2012 Iran nucleare, non serve negoziare, gli ayatollah vogliono la bomba
analisi di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 10 aprile 2012
Pagina: 3
Autore: Pio Pompa
Titolo: «Teheran si prepara a tradire Obama anche sull’atomo civile»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 10/04/2012, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "Teheran si prepara a tradire Obama anche sull’atomo civile".


Mahmoud Ahmadinejad, Pio Pompa

Roma. Non c’è alcuna possibilità che l’Iran rinunci al proprio programma nucleare”, dice al Foglio una fonte araba di intelligence al rientro da una missione da infiltrato negli apparati di sicurezza iraniani. E’ sulla base di informazioni fornite direttamente da alti funzionari dei servizi di Teheran nel corso di un incontro riservato svoltosi alla vigilia della celebrazione annuale dei successi tecnologici e nucleari della Repubblica islamica, che il nostro informatore ribadisce quanto determinata sia la leadership iraniana. La celebrazione di domenica si è trasformata in un rigetto delle condizioni poste dall’occidente per riavviare i colloqui sul nucleare previsti il 14 aprile a Istanbul, tra cui la richiesta di chiudere il sito sotterraneo di Fordo e la cessazione dell’arricchimento dell’uranio al 20 per cento. Gran regista della celebrazione la Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, che si è rifiutato di fornire risposte sul piano segreto articolato in sei punti fattogli pervenire da Barack Obama tramite il premier turco Recep Tayyip Erdogan il 29 marzo scorso. Il piano, preparato per favorire il negoziato di Istanbul, aveva avuto l’assenso anche del Cremlino. “In realtà – ha chiarito la nostra fonte – Khamenei si sarebbe sentito tradito da Obama, che con la sua iniziativa avrebbe ridotto i margini di manovra precedentemente concessi a Teheran nell’ambito di un accordo segreto in cui Washington si impegnava a impedire qualsiasi iniziativa militare israeliana contro Teheran”.
Il regime iraniano considerava i margini di manovra concessi da Obama vantaggiosi, vista la strategia attendista e dilatoria adottata da Khamenei per garantire il perfezionamento del programma atomico militare iraniano e, soprattutto, l’implementazione di “almeno tre nuovi siti sotterranei localizzati solo pochi giorni fa”, spiega al Foglio la fonte araba. “E’ giunto il momento – aggiunge il nostro interlocutore – che l’Amministrazione americana rompa gli indugi, chiudendo in modo definitivo quei canali di contatto segreti trasformatisi in un indubbio vantaggio per Teheran. Washington deve convincersi una volta per tutte della fondatezza dei timori e delle ragioni di Israele”. Il muro eretto da Khamenei a difesa delle prerogative atomiche del regime renderà vano anche l’accordo segreto “Formula of 1.000” siglato dagli Stati Uniti e da Israele nell’estremo tentativo di fissare un termine temporale e l’arricchimento dell’uranio al 3,5 per cento con il limite delle 1.000 centrifughe, condivisa anche da Russia e Cina, da proporre nei colloqui di Istanbul quale ultima concessione al regime degli Ayatollah. Emblematiche appaiono al riguardo le recenti dichiarazioni rese sia da Mahmoud Ahmadinejad, che diffida l’occidente dall’opporsi al cammino “della locomotiva nucleare iraniana”, sia da Fereydoon Abbasi Davani (a capo dell’Organizzazione atomica iraniana) secondo cui “l’Iran non rinuncerà mai all’arricchimento dell’uranio al 20 per cento”.

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