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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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E' l'islam la soluzione ? 08/04/2012

E' l'islam la soluzione ?
Analisi di Mordechai Kedar

 (Traduzione dall'ebraico di Sally Zahav, a cura di Yehudit Weisz)

Fin dalla sua fondazione nel 1928, il movimento dei Fratelli Musulmani aveva scelto lo slogan “L’Islam è la soluzione”, il che significa per i Musulmani il divieto di adottare qualsiasi soluzione occidentale, come socialismo, nazionalismo, patriottismo, liberalismo, pluralismo o qualsiasi altro “ismo”di creazione europea, mentre è un obbligo attenersi alle soluzioni di matrice islamica: secondo il Corano e la tradizione del profeta Maometto,' pace e preghiere siano con lui '.
 Per questo “il Corano è la nostra costituzione, il profeta è il nostro leader, jihiad - la guerra santa - è la nostra strada da percorrere, la morte per amore di Allah è la nostra speranza”.
Tutto ciò era andato molto bene quando avevano dovuto combattere le forze del male di Gamal Abd el – Nasser, Anwar al Saddat e Hosni Mubarak, i quali usarono ogni mezzo di oppressione e tortura nei confronti dei Fratelli Musulmani, che invece si erano assunti la responsabilità di provvedere a decine di milioni di Egiziani che vivevano in baraccopoli, senza acqua corrente, fognature, elettricità o telefono. Dall’inizio della rivoluzione del 25 gennaio 2011, i Fratelli Musulmani si sono posti l'obiettivo di come sfruttare il consenso popolare nei loro confronti, risultato della loro attività per il bene della comunità durata per così tanti anni, e trasformarla politicamente in seggi al Consiglio del Popolo, governo e presidenza. Per quel che concerne il Consiglio del Popolo, una risposta positiva è stata ottenuta facilmente, poiché già fin dai tempi di Mubarak, i Fratelli avevano occupato questi posti, allorchè avevano accettato le regole del governo, l’unico potere esistente. Nelle prime elezioni libere e democratiche che si sono tenute in Egitto alla fine del 2011, i Fratelli Musulmani hanno ottenuto quasi la metà dei seggi in Parlamento, e, insieme con i Salafiti, il blocco islamico costituisce circa il 70% del Parlamento. La domanda importante che oggi si pongono è se cercare o no di arrivare anche alla presidenza.
Le considerazioni che li guidano in questa scelta sono le seguenti:
A favore :
- I risultati delle elezioni per il Parlamento hanno messo in evidenza la popolarità dei Fratelli Musulmani tra la popolazione, quindi il loro candidato potrebbe ottenere la carica di Presidente dello Stato. Questa sarebbe un’occasione d’oro, per loro, dimostrare che davvero “l’Islam è la soluzione”, e di istituire, per la prima volta, una leadership religiosa. Sono anche incoraggiati dal modello turco - un tempo laico - che oggi, sotto il segno dell'islam, guida il Parlamento, il governo e la presidenza.
Contro :
- La conquista della presidenza trasformerebbe gli islamisti in una “Sulta”- Governo - che non sarebbe in grado di evitare l’uso della forza nei confronti della popolazione, il che potrebbe far perdere il consenso fra la gente.
- Un presidente islamico sarebbe in continuo conflitto con i militari, i cui leaders potrebbero irrigidirsi, sciogliere il parlamento, e cancellare i risultati delle elezioni, come accadde in Algeria nel 1992.
- I Fratelli Musulmani verrebbero identificati con i successi ma anche il fallimento dello Stato, dato che le attuali condizioni dell’economia egiziana  sono pressochè fallimentari.
- I gruppi laici si sentirebbero esclusi dai giochi politici e agirebbero in contrasto con le leggi della Fratellanza al potere, danneggiando così l' economia, lo Stato e la sua stabilità.
- L’immagine islamica dello Stato allontanerebbe i turisti e gli investitori, e la ripresa economica sarebbe difficile. Anche gli aiuti dall’America, in campo civile (alimenti) e militare (armi), sarebbero compromessi.
- L’atteggiamento internazionale per quanto riguarda l’islamofobia, li metterebbe al centro di monitoraggio e controllo da parte della comunità internazionale.
- Per guidare uno stato moderno dovrebbero venire a compromessi con alcuni importanti aspetti dell’islam, come l’applicazione della Shari’a; problemi complessi potrebbero sorgere immediatamente, per quanto riguarda, ad esempio, questioni come la situazione dei cristiani copti, l' alcol servito nei ristoranti, l’allevamento di maiali da parte dei copti, l’obbligo per le donne di vestirsi con modestia, la decapitazione per gli assassini, il taglio delle mani per i ladri, la lapidazione per le adultere e la fustigazione per gli adulteri. La mancata piena e rigida applicazione della Shari’a susciterebbe imbarazzanti critiche da parte dei Salafiti nei confronti dei Fratelli Musulmani.
- I Fratelli dovrebbero assumersi difficili decisioni per quel che concerne la continuità dei rapporti di pace con Israele. Mantenere il trattato è contro l’islam, ma annullarlo li esporrebbe quali responsabili dell' instabilità regionale e mondiale, come lo è oggi l’Iran agli occhi dell’opinione pubblica internazionale. - I Fratelli dovrebbero iniziare una guerra totale con le organizzazioni radicali dell' jihad, presenti in Egitto, in particolare nel Sinai, diventando per questo molto ostili nei confronti dei gruppi fondamentalisti islamisti.
- Il governo dei Fratelli Musulmani avrebbe dei problemi a gestire le relazioni con Hamas, in modo tale da non essere messo in cattiva luce per il fatto di collaborare con un’organizzazione terroristica.

A seguito di tutte queste considerazioni negative, il Consiglio della Shura dei Fratelli Musulmani l’anno scorso aveva deciso di non proporre alcun candidato per la presidenza. Le obiezioni furono così forti che nel giugno del 2011 il movimento espulse Abd al Mun’im abu al Futuh, uno dei leaders dei Fratelli Musulmani, che si era candidato, contro la volontà della leadership dei Fratelli, come indipendente per la presidenza .
Tuttavia molte cose sono cambiate da allora. Il fatto di aver vinto quasi la metà dei seggi in Parlamento, ha portato molti eletti a ritenere di avere raggiunto il potere, e quindi anche la capacità di realizzare il sogno di tanti anni, quello di creare e guidare uno Stato interamente islamico.
L' ebbrezza per il potere, tuttavia, li ha divisi in due gruppi tra loro ostili, i militari e i liberali, ognuno con le proprie motivazioni.
I militari temono che i Fratelli intendano agire come fece Erdogan con l’esercito turco, che aveva il preciso compito di custodire il carattere laico della Turchia, cioè soggiogarli. Sotto il regime di Mubarak e dei suoi predecessori, i militari hanno trasformato l’esercito egiziano in un impero economico indipendente, che si amministra senza tenere conto del bilancio dello Stato, per cui teme che il governo civile lo costringerà a perdere i privilegi economici acquisiti. Gli ufficiali dell’esercito, in maggioranza totalmente laici, temono che un governo con il colore verde dell'islam, li riduca a semplici funzionari statali.

C’è anche un’altra importante questione: come possono gli Stati Uniti armare ed equipaggiare l'esercito di uno Stato a carattere islamico? Se gli Stati Uniti decidessero di togliere il loro sostegno, i militari perderebbero totalmente il loro potere. Ma la ragione più importante per cui l’esercito è ostile alla Fratellanza, è la certezza che il governo civile islamico prenderà il suo posto, e ridimensionerà l’Alto Consiglio Militare, che dal febbraio 2011 aveva creduto di potersi mantenere al potere. D’altro canto, anche la società liberale e laica, avendo la Fratellanza così tanto potere, è sicura che questo regime limiterà le libertà individuali, chiuderà la bocca agli oppositori, costringerà le donne abituate alla modernità a vestirsi secondo il codice dell’abbigliamento islamico, proibirà a uomini e donne donne di lavorare insieme in alcune professioni (ad esempio nella sanità), imporrà la censura a stampa, editoria, cinema e teatro, imporrà punizioni corporali per le trasgressioni religiose, impedirà la vendita di alcool, scioglierà i partiti politici e le organizzazioni che non si allineano alle nuove regole.

I copti sono particolarmente preoccupati, perché sanno bene che l’intensificarsi dell’orientamento islamista porterebbe anche un aumento di vessazioni nei loro confronti, sia a livello individuale che di gruppo, e la loro vita, già in difficoltà ora, diventerebbe intollerabile. Troppi musulmani vedono nei copti, a causa del vino e della carne di maiale, i responsabili delle sofferenze dell’Egitto, e tra i musulmani ci sono quelli che pensano che la crisi economica che ha colpito il paese nell’ultimo anno, soprattutto la scomparsa del turismo e degli investimenti, sia una punizione divina per l’Egitto, per il fatto di aver continuato a tollerare i cristiani copti, consentendo loro di svolgere liberamente i riti religiosi e il loro modo di vivere. Il fatto che i copti siano la popolazione indigena dell’Egitto e i musulmani siano i discendenti dei beduini del deserto, che invasero l’Egitto solo nel settimo secolo e imposero l’islam solo a una parte della popolazione, non ha alcuna importanza agli occhi dei musulmani.

 La domanda che naturalmente ne deriva, è: che cosa ha causato il cambiamento nella posizione della Fratellanza, che prima non voleva presentare un candidato alla presidenza? La risposta ha a che vedere con il deterioramento delle relazioni tra l’Alto Consiglio Militare e la Fratellanza, dopo che questa ha vinto con una chiara maggioranza in Parlamento. La Fratellanza teme che il governo provvisorio sotto El-Ganzouri, nominato dagli ufficiali, manipolerà le elezioni per la presidenza, al fine di arrivare a una presidenza anti-islamica gradita ai militari. Perciò la Fratellanza chiede di cambiare il governo provvisorio, nominato dagli ufficiali, con un governo definitivo, scelto dal Consiglio del Popolo, che era stato eletto democraticamente.
L’esercito fa obiezioni e minaccia di sciogliere il Parlamento e annullare il risultato delle elezioni. Il sospetto della Fratellanza è che ciò che rimane del vecchio regime - gli ufficiali e alcuni candidati alla presidenza - stiano cercando di cancellare le conquiste della rivoluzione, in primo luogo il Parlamento legittimo che è stato eletto democraticamente. Pertanto la Fratellanza chiede che il Parlamento formi un nuovo governo per proteggere la rivoluzione dai “ colpi di coda che il vecchio regime continua ancora a dare, nonostante la testa sia stata tagliata” come è stato detto in un’intervista al canale-radio della BBC da uno di loro.
Quindi la Fratellanza ha deciso di compiere un passo preventivo e proporre un proprio candidato che sarà ampiamente sostenuto dalla popolazione, rendendo così difficile manipolare le elezioni.

 La questione della Costituzione

La Costituzione è il documento in conformità del quale il governo si dovrebbe comportare, dividendo responsabilità e autorità tra il Parlamento con le sue due camere, il Presidente, il Governo, il Primo Ministro, il sistema legale e quello militare. E’ chiaro a tutti che è impossibile continuare ad agire secondo la Costituzione che aveva istituito Mubarak, perché essa era stata redatta per perpetuare il suo regime.
Al fine di scrivere una nuova Costituzione, il Parlamento ha scelto un comitato di cento membri: cinquanta nel Parlamento e cinquanta fra la società civile, con a capo il Presidente del Parlamento, un membro della Fratellanza, il Dr. Mahmud al Katatni. La struttura del comitato e la sua composizione hanno un carattere islamico, e la minoranza laica teme che i suoi membri siano stati scelti per dare l’approvazione ad una Costituzione con un chiaro carattere islamico.
Per questo timore, i membri laici del Comitato negli ultimi giorni hanno cominciato, uno dopo l’altro, a rassegnare le proprie dimissioni.
Anche l’esercito è coinvolto nel redigere la Costituzione, in modo da garantirsi che il governo civile non lo danneggi nelle sue prerogative; per questo non si sa se la Costituzione sarà mai completata. Il leader generale della Fratellanza, il Dr. Muhammad Badì di recente ha detto che i media sono “i maghi del Faraone, e Satana ha concesso loro di attaccare i Fratelli Musulmani, dunque è la Fratellanza che deve redigere la Costituzione” .
Quel che intendeva dire è che la nuova Costituzione deve assicurare che i media dicano soltanto quello che la Fratellanza consentirà loro di dire.

 Le critiche dell’opposizione

Mudkat Qlada, un intellettuale egiziano copto, che vive in Svizzera, ed è spesso ospitato sulla stampa egiziana, scrive questa settimana: “Il problema del leader sta nella differenza che ci sarà tra lui e Mubarak. Mubarak era un fascista per quel che concerne la sicurezza, mentre il leader della Fratellanza è un fascista religioso, quindi tutti i suoi subordinati devono agire secondo il detto “faremo e ascolteremo le sue istruzioni".
Recentemente il suo egocentrismo è talmente cresciuto da diventare un’ossessione ed egli pensa di essere il dittatore dell’Egitto con tanto di corona sulla testa. Ha cominciato a esternare la propria acrimonia contro i giornalisti che avevano difeso lui e la Fratellanza durante gli scontri con il regime precedente, ed ora li accusa di eresia e dice che hanno venduto l’anima al diavolo. Considera i Fratelli e coloro che li servono, come fossero santi, al pari di Moshe ben Amram quando divise l'Egitto in due parti: il campo dei credenti e quello degli infedeli. La Fratellanza ha siglato un patto con Dio, e gli angeli dell’Islam sono ovunque (mentre gli altri,la gente comune, vive sulla terra).
Il leader diventa così il sorvegliante con l'incarico di controllare le anime e sarà il padrone del Consiglio Costituzionale.
Il suo gruppo promulgherà una Costituzione per l’Egitto e il capo del Parlamento avrà la funzione che aveva Fathi Sorour (capo del Parlamento all’epoca di Mubarak). Tuttavia egli sarà migliore di Sorour, perché avrà su di sè il mantello di Allah.
Se il leader generale non si scusa per le sue parole, è perché non c’è dubbio che egli percorre la stessa strada di Mubarak, perché, come Mubarak disprezzava il popolo, il leader generale disprezza il potere politico degli altri.  Queste parole esprimono  la paura e l’ansia dei laici e dei copti per il futuro dell’Egitto, da quando è diventato chiaro che gli egiziani hanno cambiato una dittatura laica con una dittatura religiosa.
Esattamente come era avvenuto in Iran nel 1979.

Da che parte stanno le Superpotenze?

Sarebbe interessante sentire come hanno reagito i rappresentanti degli Stati Uniti e della Russia alla mossa dei Fratelli Musulmani riguardo alla presidenza dell’Egitto.
Il Segretario di Stato Hilary Clinton, ha dichiarato che gli USA valuteranno attentamente se il regime islamico in Egitto si opporrà ad accettabili standard democratici, ai diritti umani, ai diritti delle minoranze, e ai diritti dell’opposizione politica. Chi guida la politica estera degli Stati Uniti non avrebbe potuto fare una scelta peggiore, le sue parole hanno offeso, insultato e umiliato ogni singolo cittadino egiziano; come se l’Egitto fosse un bambino, con l’insegnante dell’asilo americano che lo interroga su cosa ha fatto e a chi.
Ogni egiziano medio conosce bene la storia millenaria del proprio paese, così come è consapevole dei livelli raggiunti nel passato, in ingegneria e architettura. Vorrà accettare una “lezione” da uno Stato che si è formato meno di trecento anni fa? Con le sue parole la Clinton ha prodotto ostilità e sospetto, e spinge la Fratellanza oltre la sfera d’influenza americana.
Ci sono altre strade, più discrete e meno dannose, per convincere i Fratelli a rapportarsi con onore nei confronti delle minoranze, delle donne e dei laici, e anche verso Israele e ai relativi accordi di pace.
D’altro canto, questa settimana abbiamo sentito di nuovo l’opinione di Yevgheny Primakov, che è stato Primo Ministro della Russia e che svolse in passato diverse funzioni di intelligence relative al Medio Oriente.
Batsi Gidowitz, ebreo il cui nome originale era Yona Finklestein, afferma che il sostegno che gli Stati Uniti danno alle organizzazioni islamiche porta i musulmani radicali al potere nel mondo arabo. Gli esempi citati sono Tunisia, Libia, Egitto e Siria, Stati che ebbero legami con l’Occidente, in misura maggiore o minore, apertamente o in modo discreto e il risultato è stato l'emergere alla luce del giorno dell'Islam politico, che non aspettava altro per arrivare al potere. La Russia con il suo sostegno ad Assad, cerca di mantenere l’ordine precedente in cui l’Islam era relegato nelle moschee, e lo stato era “normale”, naturalmente secondo gli standard russi, evidenti, per esempio, in Cecenia. Secondo il suo approccio, gli USA sono responsabili della salita al potere dei Fratelli Musulmani.
Interessante.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
Link:
http://eightstatesolution.com/
http://mordechaikedar.com/


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