L'Iran continua coi suoi piani nucleari Ora se n'è accorta pure la Cia. A che cosa servono le sanzioni ?
Testata: Il Foglio Data: 06 aprile 2012 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «Quanto sono bravi gli iraniani con l’uranio»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/04/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Quanto sono bravi gli iraniani con l’uranio".
Cia
Dopo il rapporto dell’Agenzia atomica dell’Onu e i tanti documenti israeliani, sull’atomica dell’Iran arriva anche il bilancio della Cia. Appena commissionato dal Congresso, il rapporto dell’intelligence americana conferma che Teheran ha compiuto enormi progressi atomici nel 2011. Secondo il documento, che getta una luce sinistra su questa impresa diabolica che è la bomba islamicoiraniana, il regime degli ayatollah ha prodotto 4.900 chilogrammi di uranio arricchito al venti per cento. Il 13 aprile si riaprono i negoziati fra i paesi occidentali e Teheran e il rapporto della Cia ci conferma che le buone maniere per l’Iran si sono dimostrate finora soltanto un invito a completare il suo piano nucleare. Israele aspetta di capire se le sanzioni approvate sortiranno qualche effetto sul regime dei mullah. Ahmadinejad ha già annunciato che le sanzioni sono come un fazzoletto usato da buttare. Non è vero, le sanzioni ci metteranno del tempo per entrare a pieno regime, ma alla fine mortificheranno l’Iran. Resta da vedere se sarà sufficiente per costringerlo a rivedere la corsa fanatica e patriottica all’arricchimento dell’uranio. La Cia conferma che buona parte ormai del processo di produzione dell’uranio l’Iran lo sta portando avanti nel bunker di Fordo, presso la città santa di Qom. La Cia sostiene anche che il regime sta sviluppando un micidiale arsenale missilistico. La comunità internazionale non ha bisogno di altre prove per capire che, se non sarà fermato da sanzioni o da un intervento armato, Teheran completerà presto il proprio piano nucleare militare. Ci crede, ne ha bisogno, lo persegue anche al caro prezzo di sanzioni che stanno piegando la sua economia e popolazione. Nonostante le differenze, un punto fermo Barack Obama e Benjamin Netanyahu lo hanno raggiunto. E cioè che drammatiche e feroci sono le mire di Ahmadinejad e degli ayatollah e che vanno fermate prima che possano tenere il mondo in ostaggio con un novanta per cento di uranio arricchito. Il messaggio ai mullah di Teheran, che filtra da ogni dichiarazione, report e leak, resta quindi sempre lo stesso: i tentacoli possono essere allungati, ma possono anche essere mozzati.
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