Viva la libertà
Censura
Cari amici,
conoscete la vecchia battuta, credo di Churchill, sulla differenza fra dittatura e democrazia? “Da noi, se qualcuno suona alla porta la mattina presto, è il lattaio o il giornalaio. Da loro, sono venuti ad arrestarti.” E' una differenza importante, no? Si potrebbe aggiungere questo: “da noi, se un giornalista scopre la corruzione di un politico, ha paura il politico, da loro deve aver paura il giornalista”. “Loro” è il vecchio sistrema comunista, fascista, totalitario, che ha retto buona parte d'Europa nel secolo passato e ancora oggi un bel pezzo di mondo, i paesi ex comunisti, praticamente tutta l'Africa, il mondo Arabo, Cuba, il Vezuela, ecc. E allora, venendo ai nostri temi, dove sta l'Autorità Palestinese, “da noi” o “da loro”? E Israele?
Su Israele la questione è chiara: buona parte della stampa è antigovernativa (Haaretz, Yediot Aharonot ecc.) e nessuno si è mai sognato di impedirne il lavoro; è del tutto indipendente l'apparato giudiziario; la corte suprema non è nominata dalla politica. In pratica diversi ex ministri, premier (Olmert) familiari di premier (il figlio di Sharon), ministri attuali (Lieberman) sono stati indagati e poi rinviati a giudizio o meno per vari abusi veri e supposti, c'è perfino un ex capo dello stato (Katsav) che sta in galera condannato per molestie sessuali. Quando c'è stata la condanna, l'anno scorso, perfino molti nemici di Israele, nemici anche di Berlusconi, per una volta presero la giustizia israeliana a esempio di quel che volevano accadesse da noi...
E sulla “Palestina”? Di Gaza non parliamo, perfino il “Manifesto” si è accorto col processo Arrigoni che la “giustizia” (si fa per dire) vi è taroccata secondo gli interessi di Hamas. Ed è chiaro che non vi può essesre dissenso di sorta, né politico, né religioso, né di comportamento: non ti suonano alla porta per arrestarti, se non gli piaci, ti ammazzano direttamente e sei fortunato se non ti torturano prima.
Ma l'Autorità Palestinese? Leggete qui questa “breve” dell'agenzia ADN Kronos: “Ramallah, 2 apr. - (Adnkronos/Aki) - Una ricercatrice universitaria palestinese e' finita in manette per aver insultato il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), dalla sua pagina Facebook. “ (http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/MO-insulta-Abbas-su-Facebook-arrestata-donna-palestinese_313160813415.html). Non so se sia la stessa persona, ma una storia analoga la trovate qui (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=264261) : “Mercoledì scorso, forze di sicurezza della PA hanno arrestato il giornalista e blogger, Ismat Abdel Khaleq, per aver criticato la dirigenza dell'Autorità Palestinese, chiedendo lo smantellamento della PA. Durante il fine settimana, il suo fermo è stato prolungato per altri 15 giorni. Il giornalista viene tenuto in isolamento,[...] Khaleq è stato preso in custodia dopo che le forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese in Cisgiordania ha accusata di "calunnia e diffamazione."
Khaleq è il quarto giornalista palestinese a essere detenuto per la pubblicazione di commenti critici su Facebook negli ultimi due anni.
Molti altri giornalisti palestinesi sono stati convocati per un interrogatorio dopo aver criticato la dirigenza dell'Autorità Palestinese sui loro account Facebook. Tre altri giornalisti che sono stati detenuti a causa delle loro commenti su Facebook sono Rami Samara, che lavora per l'agenzia stampa ufficiale dell'Autorità Palestinese, Wafa, Mamdouh Hamamreh da Al-Quds TV e George Canawati, direttore di Radio Betlemme 2000. Il giro di vite sugli utenti di Facebook in Cisgiordania coincide con l'arresto la settimana scorsa del giornalista palestinese Youssef Al-Shayeb, che lavora per il quotidiano giordano Al-Ghad. Shayeb è stato arrestato per aver denunciato la corruzione nella missione diplomatica palestinese in Francia. Giovedi scorso ha continuato uno sciopero della fame per protestare contro la sua incarcerazione.” Ci sono state parecchie critiche, cui l'Autorità Palestinese non ha reagito liberando i giornalisti, ma sostenendo che criticare il governo e i funzionari è contro la legge e che i giornalisti continueranno a essere puniti se lo fanno(http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=264414).
Nessuna meraviglia dunque che fra i risultati dell'ultima inchiesta demografica palestinese (http://www.pcpsr.org/survey/polls/2012/p43efull.html) vi siano questi dati (riferiti al complesso degli arabi di Gaza e dell'Autorità Palestinese: Credete che vi sia corruzione nell'Autorità Palestinese: sì 73% no 18% , non so 9%. E a Gaza? Sì 62%, no 21%, non so 17%. Vi è libertà di stampa nell'autorità palestinese? Sì 23%; un po' 43%; no 31%, non so 3% E a Gaza? Sì 16%, un po' 34%, no 40%, non so 10%. Ma la gente è libera di criticare le autorità dell'AP? Sì 30%, no 66%, non so 4%. E a Gaza? si 22%, no 68, non so 11% (dati approssimati all'unità, la tabella si può leggere qui: http://elderofziyon.blogspot.it/2012/04/latest-peaceful-palarab-poll.html)
E allora? Sono come “noi” o come “loro” i due regimi palestinesi? La risposta è evidente: sono dittature, dove c'è stata una sola votazione più o meno vera sei o sette anni fa, e ormai tutti gli organismi pubblici sono scaduti e si mantengono in vita rifiutando le elezioni, reprimendo ogni possibile critica, in mezzo a una corruzione spaventosa. E questo non glielo fa Israele o l'Occidente, se lo fanno da soli. E allora, perché stampa, politici, opinione pubblica “democratica” appoggiano regimi che li metterebbero immediatamente in galera se non peggio, chiederete voi? Buona domanda. Provate a scrivere a D'Alema e Bersani, all'Unità e al Sole 24 ore, a Pax Christi e a Romano: perché? Magari vi rispondono - io ne dubito. Ma dato che vivete in Italia o magari in Israele (che è un po' più libero dell'Italia, come mostrano le statistiche internazionali), nessuno vi farà niente. Per il vostro bene vi sconsiglio di porre una domanda del genere nei territori dell'Autorità Palestinese.
Ugo Volli
PS: Ci troviamo di nuovo dopo Pesach (che quest'anno coincide quasi con la pasqua cristiana). Auguro a tutti i miei lettori Hag Pesach Sameach, se sono ebrei, e Buona Pasqua agli altri.