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Ugo Volli
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Quell'odore di roghi e di pogrom che rende piccante la primavera araba 02/04/2012

Quell'odore di roghi e di pogrom che rende piccante la primavera araba



Cari amici,

sapete perché gli ebrei hanno occupato la Palestina? Per imperialismo, mi dite voi. Per colonialismo. Per sfruttare le risorse degli indigeni, che erano lì da sempre, musulmani da sempre, senza traccia di templi o di luoghi sacri che non fosse il posteggio degli asini di Maometto. Per arrivare a dominare il mondo a partire da lì. Per odio a quel bravo profeta palestinese e quindi naturalmente musulmano, che si chiamava Jussa e che essi hanno crocefisso. Insomma, per cattiveria bella e buona. Bravi, vedo che avete imparato la lezione.

Ma c'è qualcosa in più, che solo pochi arditi hanno avuto finora il coraggio di dirvi e per questo hanno subito terribile vendette. La ragione è il sangue. Dovete sapere che gli ebrei hanno una festa che chiamano Purim, in cui danno la caccia ai gentili, ne catturano alcuni, possibilmente bambini, levano loro il sangue e impastano i loro dolcetti. Lo trovate ributtante? Be', anch'io, lo confesso. Un po' improbabile? Be', guardate che lo afferma una grande autorità, un famoso giornalista egiziano di nome Fikriya Ahmad  in un editoriale pubblicato dal quotidiano egiziano Al-Wafd il 14 marzo scorso. Insomma, siamo nel pieno dei risultati politico-culturali della meravigliosa primavera, da cui tutti abbiamo da imparare. Se poi la vostra obiezione è che gli ebrei queste cose le fanno di Pasqua, e ciò che impastano sono le azzime, come hanno rivelato importantissimi storici e numerosi processi, come quello di Trento per l'assassinio di San Simonino, mangiato anche lui (o devo dire bevuto?) dagli ebrei locali all'inizio del '500 e poi quello di Aleppo nel 1840 e tanti altri - be' non c'è contraddizione: a Purim dolcetti e a Pasqua azzime, sempre insanguinati, sempre perché gli ebrei sono sanguisughe, no? Lo dice il grande Fikriya Ahmad, perché non dovremmo credergli? Leggete, leggete, per favore leggete qui e capirete: http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/6223.htm

Già, ma perché la Palestina, perché andare a fare le loro stragi proprio in quel territrorio, con cui gli ebrei non hanno mai avuto nulla a che fare, salvo che in romanzi di fantastoria come quella “Bibbia”, forse scritta da Dan Brown e comunque certamente falsa? La ragione è semplice. In Europa non potevano più. La polizia, l'anagrafe, la vigilanza di santuomini come quell'Adolf amico del padre della patria palestinese, Amin Al Husseini gran muftì di Gerusalemme, e quel Benito che amava portare la spada dell'Islam... impossibile. E allora hanno scelto un popolo buono, innocente, indigeno da sempre sul suo territorio, non corrotto dai vizi dell'Occidente, ma debole, il popolo cui avevano già ammazzato il profeta Jussa, e hanno incominciato a mangiarne (o a berne?) i bambini impunemente. Per fortuna che l'Islam è fiero e combatte la sua jihad, fino allo sterminio finale degli ebrei e già che ci siamo dei cristiani, perché, come insegnano i maestri dell'Islam, “dopo il sabato viene la domenica” e solo il dominio universale dell'Islam (o magari il comunismo, o magari tutt'e due assieme, come pensano i veri progressisti europei, ma non certo però i veri islamici duri e puri, giustamente integralisti, per esempio il nostro Fikriya Ahmad) salverà il mondo e con essi i bambini palestinesi. Così si insegna oggi un po' dappertutto sulla sponda sud del Mediterraneo. Merito della straordinaria primavera araba, che ha portato a tutti libertà e democrazia islamica e anche quel pizzico piccante di Medioevo, quel l'odore di roghi e di pogrom che vi ho appena raccontato.

Ugo Volli


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