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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.04.2012 Islam: l'avvenire di un'illusione
commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 aprile 2012
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «Islam: l'avvenire di un'illusione»

Islam: l'avvenire di un'illusione
di Vitaliano Bacchi


Vitaliano Bacchi, James Watson

Intervistato recentemente da una rivista italiana James Watson, lo scienziato americano scopritore all'età di 25 anni della struttura elicoidale del DNA, ha espresso il suo parere sugli argomenti fondamentali dei dibattito scientifico e culturale contemporaneo, comprese le questioni politiche e religiose della pace. Considerato uno scienziato di livello pari o superiore ad Einstein, Watson ha finito per assumere maggiore importanza intellettuale per le questioni di metodo che per le sue scoperte biologiche; su queste infatti ha enunciato teorie e giudizi a tal punto radicali e sconcertanti da porre in crisi anche le mentalità scientifiche più fortemente radicate nella epistemologia classica razionalista della scienza come complesso delle leggi scientifiche. In questo senso va considerato il suo radicale rifiuto di ogni astrazione metafisica o anche solo simbolica nel processo della ricerca, la scepsi per l'idea stessa di regola o legge nella costruzione della teoria scientifica, il radicale rifiuto della filosofia come perdita di tempo e l'accantonamento di ogni modello procedurale che non sia lavoro di laboratorio. Insomma un iconoclasta di ogni vacuità, di ogni ciarlataneria, di ogni teoresi che non sia strettamente immanente al processo stesso della ricerca sperimentale ed al suo oggetto di analisi in laboratorio, fino al punto da spingere la scepsi radicale all'uso stesso del linguaggio classico della ricerca, la matematica, in quanto solo formulare e non empirica.

Insomma un vero scienziato rivoluzionario millenario. Ma è sulla religione come fenomeno antropologico originariamente tribale ed oggi politico che la sua analisi provocatoria tocca il vertice. Gli egiziani, dice Watson, adoravano il Dio Sole; noi abbiano scartato Dio e ci è restato solo il sole, che continua per fortuna a scaldare ugualmente. Un viatico che fa capire quale sia la considerazione antropologica (pratica totemica) che della religione ha questo scienziato; nondimeno le religioni classiche in generale come cristianesimo, buddhismo, ebraismo, induismo lo divertono e le considera fiabe magico animistiche di civiltà tribali che le inventarono per proteggersi dalla paura, cioè dalla conseguenza necessaria della ignoranza, perchè tra paura e ignoranza esiste lo stesso rapporto che esiste fra il digiuno e il dimagrimento e questo prima ancora di Watson lo aveva spiegato la psicoanalisi. Un rosario per malati, un altarino per pensionati, la speranza del disperato, queste sono le varie immagini che Watson ha dato della religione; tutte esse, però, le liquida bonariamente come il relitto di un mondo di fantasmi, compiacendosi che l'umanità con la scienza ne abbia fatto grazia e non nasconde che le loro pratiche magiche lo fanno ridere. Una di esse, però, non lo fa ridere e gli fa paura: è l'integralismo islamico. Questa non fa ridere, questa raggela. Un giudizio sull'integralismo islamico che non viene da fonti intelletteuali ebraiche o di Israele, non viene da sionisti reazionari o falchi di Israele. Non viene da guerrafondai o intellettuali sostenitori di Israele e della sua risposta militare all'aggressione islamica. Non viene dal pio israelita che dondola davanti al muro o che straparla nelle sinagoghe. Non viene da Ugo Volli o da Giorgio Israel o da Angelo Pezzana o da Fiamma Nirenstein o da Deborah Faith o da chi scrive, che siamo sospetti di stare sempre e comunque dalla parte di Israele. Viene dal più grande scienziato esistente e, se la valutazione di importanza si estende al metodo, probabilmente il più grande mai esistito. Allora, se finalmente siamo arrivati a poter disporre del certificato scientifico di laboratorio firmato dal più grande di tutti gli scienziati circa la condizione mefitica ed invariabilmente terrorista dell'integralismo religioso islamico, come faranno oggi gli abituali censori di Israele a continuare a sostenere che la colpa della pace mancata è degli israeliani, che sia possibile avere un rapporto politico serio leale ed onesto con questo fronte islamico che costituisce la classe dirigente palestinese? Cosa diranno di questo giudizio scientifico i nostri puntuali raffinati colti e umanissimi intellettuali della sinistra italiana radical-chic che da quarant'anni  continua ogni giorni nei suoi giornali a dar la colpa ad Israele di tutte le disgrazie del popolo palestinese? Continueranno a sostenere che la soluzione giusta è quella di uno stato palestinese autonomo indipendente contiguo ai confini di Israele, ritagliato dalla terra storica di Sion, continueranno a sostenere che questo stato palestinese è possibile senza che esso diventi l'avamposto al Al Qaeda e di Hamas per l'assalto finale al popolo di Israele?

Con il giudizio scientifico e non politico o ideologico di Watson, tutti coloro che sostenevano che potesse effettivamente realizzarsi una coesistenza pacifica fra stati confinanti, ognuno con le sue libere istituzioni compreso l'esercito, o che invece di preparare la risposta militare bisogna coltivare i rapporti diplomatici con l'Iran nucleare o che infine con questa civiltà si possa seriamente concepire l'idea di una convivenza amichevole, tutti costoro dovrebbero almeno per un momento porsi la domanda: se la più frande mente scientifica esistente giudica la situazione come l'ha giudicata, possibile che tutti i sostentiori della causa di Israele non abbiano almeno un bricolo di ragione? Almeno un briciolo di ragione scientifica, se non proprio politica, nella loro idea su questo maledeto affare e le illusioni che su di esso la brillante "intellighenzia progressista"  ogni giorno diffonde spudoratamente?


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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