Obama tace su Tolosa, sulla fatwa del gran mufti’ saudita contro i cristiani. Impudenza su Gerusalemme capitale
Commento di Piera Prister
Piera Prister
Avremmo voluto ascoltare una parola indignata di esecrazione -che non c’e’ stata- del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama sulla strage antisemita e islamista alla scuola Ozar Hatorah di Tolosa in Francia, in cui il terrorista jihadista Mohammed Merah il 19 marzo scorso ha assassinato un rabbino –un uomo di pace quindi- e tre innocenti bambini, oltre a tre soldati francesi.
Un attacco odioso, che in un crescendo di aggressioni ad ebrei e ad istituzioni ebraiche soprattutto da parte di islamici, si preparava in Francia da tempo e aveva tutti i connotati di un incombente pogrom pronto a ghermire vite umane.
Il presidente americano ha fatto poi esprimere condoglianze velate ad altri in sua vece, in un modo molto protocollare, tanto che ci chiediamo se lo stesso non abbia un problema a proposito di ebraismo.
Nulla di nuovo da parte di un presidente come Barack Obama che e’ sempre pronto a condannare con indignazione e veemenza, il rogo reale o virtuale dei corani e a non condannare quello delle bibbie; e’ sempre pronto a difendere la liberta’ di religione, ma solo quella islamica, magari quella di costruire una moschea sul cratere di Ground Zero, mentre la stragrande percentuale degli americani la vorrebbe costruita altrove.
Sembra che il concetto di pluralismo religioso che fa grande questo paese, l’America, sia del tutto estraneo alla sua preparazione. Come anche avremmo voluto ascoltare una parola di condanna dello stesso presidente Obama, quando recentemente il 12 marzo Abdul Aziz bin Abdullah, il grande mufti dell’Arabia Saudita che e’ una figura religiosa molto influente, ha incitato minacciosamente all’odio anti-cristiano i musulmani, e a distruggere tutte le chiese cristiane del Medio Oriente. Una vera e propria fatwa i cui effetti non tarderanno a vedersi.
Cosa sarebbe successo se Benedetto XVI se ne fosse uscito con un appello del genere, a distruggere tutte le moschee in Occidente e quali sarebbero state le conseguenze! Inimmaginabili !.
E’ chiaro che il presidente Obama segue il principio di due pesi e due misure in ogni controversia sia inter-religiosa che israelo-palestinese. Ha mai condannato inoltre come presidente le migliaia di razzi assassini che i palestinesi di Hamas lanciano da Gaza su Israele?!
Il 28 marzo la portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland in una conferenza stampa, alla domanda posta ripetutamente da un giornalista se la Casa Bianca riconoscesse Gerusalemme come capitale di Israele, prescindendo dal fatto che l’ambasciata americana si trovi a Tel-Aviv, la stessa Nuland ripetutamente, s’e’ rifiutata di riconoscere Gerusalemme come capitale “We are not going to prejudge the outcome of those negotiations, including the final status of Jerusalem”. Noi non daremo un giudizio prematuro sull’esito dei negoziati che includono lo stato di Gerusalemme.
Come se Gerusalemme, capitale per decisione sovrana del parlamento israeliano - la Knesset- che e’ poi in ultima analisi, la sola decisione che conta, possa essere oggetto di negoziati.
Piera Prister Bracaglia Morante