Riportiamo da SHALOM n°3 di marzo, a pag. 19, l'articolo di Angelo Pezzana dal titolo "L'Iran minaccia Israele e in molti si girano per non vedere".
Angelo Pezzana
C’è un paese, l’Iran, che minaccia di cancellare dalle carte geografiche un altro, Israele. Il fatto è senza precedenti. Per capire la gravità di quanto accade, sostituiamo la parole Israele con un’altra. Per esempio Austria, Francia, anche Siria, non è detto che debba essere per forza un paese europeo. Ve l’immaginate, fin dalla prima dichiarazione – ormai di parecchi anni fa e sempre riconfermata decine di altre volte- quale protesta si sarebbe sollevata a livello internazionale ? Onu, Ue, invece di credere alle giustificazioni prodotte dall’Iran alla Agenzia atomica dell’Onu – guidata da quell’ El Baradei amico fraterno del costruttore dell’arma nucleare- avrebbero imposto agli ayatollah l’immediato annullamento del progetto atomico, invece di trastullarsi con i rapporti fasulli dell’AIEA, come invece hanno fatto fin quando ne era responsabile il direttore egiziano. Ma non è cambiato nulla, anche dopo che El Baradei è stato sostituito alla direzione dell’Agenzia, e finalmente sono state provate le vere intenzioni dell’Iran a dotarsi dell’arma atomica. Certo, le sanzioni, un susseguirsi di dichiarazioni ultimative, che non hanno però prodotto alcuna marcia indietro. Hanno infastidito Ahmadinejad, ma nulla di più.
Se al posto di Israele, ci fosse stata un’altra nazione, avremmo assistito, se non altro, a manifestazioni di solidarietà con il paese minacciato, almeno dichiarazioni severe nei confronti della leadership iraniana, responsabile di una minaccia intollerabile dalle società civili.
Invece niente, anzi, sì, qualche cosa è successo, sono aumentate in tutto il mondo le pressioni su Israele affinché ceda alle richieste palestinesi (quanto fatico ad usare questo aggettivo per definire la controparte di Israele, quando per duemila anni i veri palestinesi sono stati gli ebrei di Eretz Israel !), affinché sorvoli sul fatto che Anp abbia firmato un accordo con Hamas, i padroni di Gaza, che hanno nel loro statuto la distruzione dello Stato ebraico. Che sarà mai, Israele ha il dovere di arrivare alla pace, non importa a quale prezzo, non conta nulla sapere che il nuovo Stato con cui si troverà a confinare avrà una matrice terrorista. Israele deve, deve, deve dimostrare di essere pronto a tutto, anche alla autodistruzione, pur di dimostrare al mondo che vuole la pace.
E’ questo che interessa, che ci sia un Iran, che tra pochi mesi potrà attaccare Israele con armi nucleari, che vi siano missili con testate chimiche, forniti in precedenza anche a Hezbollah in Libano, non sono argomenti da coinvolgere l’opinione pubblica mondiale. Che non se ne preoccupa perché anestetizzata da una informazione che tutto si propone tranne che informare, una attitudine che non data certo da oggi.
Allora perché stupirsi, scandalizzarsi, alzare l’indice verso Israele, imputandogli intenzioni guerrafondaie ? Che cosa devono fare gli israeliani per impedire che le minacce iraniane diventino realtà ? Devono fidarsi del mondo occidentale ? E quali garanzie ha mai dato questo mondo tanto invocato, spesso invano, dai popoli oppressi da regimi tirannici, che si è solo sempre mosso quando vi erano in gioco i propri interessi economici ? Perché dovrebbe interessare un piccolo paese di 7 milioni di abitanti, nel quale non vi è nemmeno una goccia di petrolio da estrarre ? Non è mica il Kuwait, neppure l’Arabia Saudita, uno stato governato da un regime teocratico medievale che però ha la ventura di essere pieno di petrolio, nemico dell’Iran e amico degli Usa ?. Uno si chiederà se è Israele ad essere nemico dell’Iran, da qui l’arma nucleare per difendersi dal ‘piccolo satana’ guerrafondaio. Macchè, Israele non è per niente nemico dell’Iran, come non sarebbe nemico di nessun altro stato, essendo una democrazia che nel suo dna prevede solo rapporti amichevoli con tutti, in special modo i vicini. Sempre che non debba difendersi, ma questa difesa non viene presa in considerazione come legittima, conta, più della sopravvivenza di Israele, valutare le conseguenze di una azione che preveda un attacco preventivo. Il prezzo del petrolio salirà alle stelle, come reagiranno i paesi musulmani, c’è il rischio di un conflitto internazionale, le domande si accavallano, ma nessuno dei commenti che ci intontiscono ogni giorno sui giornali affronta mai la questione essenziale: L’Iran afferma di voler cancellare Israele dalla faccia della terra, che cosa facciamo noi popoli civili ? Ci giriamo dall’altra parte, come già avvenne con Hitler ? Come possiamo biasimare il governo israeliano se prefigura tutte le eventualità per difendere i propri cittadini ? Non ho volutamente fatto riferimenti ai pacifisti, a coloro che invocano la pace a senso unico, credo che abbiano perduto – se mai l’hanno avuto – il diritto di parlare di ebrei, a maggior ragione quando si tratta di israeliani.
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