lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
30.03.2012 Che ruolo ha l'Azerbaigian in un ipotetico attacco di Israele al nucleare iraniano ?
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 30 marzo 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Strike d’Eurasia»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 30/03/2012, a pag. 1-4, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Strike d’Eurasia".


Giulio Meotti

Roma. Israele potrebbe lanciare dall’Azerbaigian lo strike contro le installazioni nucleari iraniane. Questo è quel che rivelava ieri Foreign Policy, la rivista dell’establishment americano di politica estera, subito ripresa dai siti israeliani con grande enfasi.
L’Azerbaigian ha smentito: un portavoce del presidente, Ilham Aliyev, ha spiegato che ci sono forze straniere che stanno cercando di creare guai tra Baku e l’Iran. Secondo Mark Perry, autore (non sempre credibile) dell’articolo di Foreign Policy, Gerusalemme avrebbe ottenuto l’uso di quattro basi aeree nella ex Repubblica sovietica.
Di fatto “Israele ha acquistato un aeroporto” e questo “aeroporto si chiama Azerbaigian”. “Stiamo guardando quello che Israele sta facendo in Azerbaigian, e non siamo contenti”, avrebbe detto un funzionario americano. Così la rivista statunitense ha riassunto i recenti accordi raggiunti tra Gerusalemme e la Repubblica eurasiatica (accordi militari per un valore di 1,6 miliardi di dollari) e la reazione infastidita della Casa Bianca.
Gerusalemme è il secondo consumatore del petrolio azero, che Israele vorrebbe portare fino ai propri terminal di Ashkelon sul Mediterraneo ed Eilat sul mar Rosso, la cosiddetta “Tipline”, in modo tale da trasportare petrolio verso i lidi asiatici. Secondo l’International Institute for Strategic Studies, le quattro basi azere di fabbricazione sovietica sarebbero ideali per lanciare l’attacco all’Iran. Consentirebbero a Israele di evitare il rifornimento in volo. A metà gennaio a Baku due iraniani sono stati scoperti con centomila dollari in tasca, pacchi d’esplosivo e il mandato di uccidere l’ambasciatore israeliano, Michael Lotem, e un rabbino.
Un agente israeliano intervistato dal Times, nome in codice “Shimon”, ha rivelato che l’Azerbaigian è il cuore dell’attività del Mossad contro l’Iran. Baku “è come la Norvegia o la Casablanca delle due guerre mondiali”, ha raccontato al giornale londinese. L’Azerbaigian, scrive il Times, è il “ground zero” della guerra fra Israele e Iran. Nel 2009 Donald Lu, vicecapo della missione diplomatica americana a Baku, spedì un cablo al dipartimento di stato sulla “simbiosi azera con Israele”. Nel messaggio, il presidente azero, Ilham Aliyev, descrive il rapporto con Gerusalemme in termini talmente profondi che “nove decimi restano segreti”.
Il documento di Foreign Policy fa luce su una situazione nota dal 2006, quando il generale israeliano Oded Tira rivelò il possibile uso del territorio azero contro Teheran. Una delle basi è a Sitalcay, a quaranta miglia dalla capitale Baku. Israele potrebbe usare l’Azerbaigian come centro dei suoi droni o per rispondere all’eventuale rappresaglia iraniana. L’ex Repubblica sovietica – che è un paese islamico alleato sia di Israele sia degli Stati Uniti – è da anni impegnata in una guerra non dichiarata contro l’egemonia iraniana nella regione. Baku ha espulso numerosi imam iraniani e Guardie della rivoluzione. Il saggista americano Samuel Huntington ha descritto l’Azerbaigian come parte di uno “scontro di faglia”.
L’attuale primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è benvoluto nei palazzi di Baku, che ha visitato per la prima volta nel 1997. Le relazioni sono facilitate dal ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, moldavo e gran tessitore dei rapporti con gli ex satelliti di Mosca. Secondo l’intelligence statunitense, Israele avrebbe già numerose stazioni elettroniche al confine azero con l’Iran. Israele si sarebbe impegnata a vendere sistemi di difesa missilistici in cambio dell’uso delle basi aeree del nord dell’Azerbaigian. I legami sono facilitati dalla presenza di una antichissima e ricca comunità ebraica azera, che risale all’epoca della distruzione del primo Tempio di Salomone e che risiede principalmente nella città di Quba, nota come “la piccola Gerusalemme”.

Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT