Purtroppo è molto difficile difendersi da tali bufale se girano „autorevoli“ rapporti ONU al riguardo.
Ho cercato più volte a convincere una ONG che combatte contro l’abuso di minori come “bambini soldato” di togliere Israele dalla “list of shame” pubblicato sul proprio sito (ve l'avevo già segnalato, e se n'é occupato G. Quer).
Mi hanno rimandato il file accluso – vedonsi pp. 27 ff – spiegandomi che Israele “regolarmente abusa minori come scudi umani”, cosa che farebbe parte della definizione di “abuso di minori come bambini soldato”.
A questo punto non so più come ragionare con loro per confutare questa ipotesi.
Per favore, aiutatemi...!!
Cordiali saluti
E. Teichmann
risponde Giovanni Quer:
Il documento si riferisce ai bambini nei conflitti armati "children in armed conflict", dossier di cui è responsabile lo Special Rapporteur del Segretario Generale dell'ONU.
Avevo scritto su questo un articolo http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=350&id=43529 in cui avevo dato alcune linee di lettura:
a- la pratica definita degli scudi umani dell'IDF si concretizza nell'utilizzo di civili per intimare la resa prima dell'attacco (o perquisizione) soprattutto di un edificio. Questa pratica, conosciuta come "neighbour procedure" (procedura del vicino, sottocategoria delle procedure "early warning") è stata temporaneamente sospesa dalla Corte Suprema israeliana nel 2002 e successivamente proibita con la sentenza del 6 ottobre 2010 in quanto sarebbe impossibile verificare la libera volontà dei civili palestinesi nell'operare come "messaggeri della resa".
b- In base a questa sentenza sono stati condannati due soldati israeliani della divisione Givati dalla corte marziale dell'area sud sempre nel 2010. Questa posizione che si appoggia alla dottrina "pity for the cruel", mentre è stata criticata perché metterebbe a rischio le vite dei soldati impegnati in operazioni militari in zone civili in cui si nascondono i target spesso legati al terrorismo.
c- L'aumento degli arresti e degli interrogatori ai minori è dovuto ad una politica di tolleranza zero nei confronti di minori coinvolti in ostilità contro obiettivi militari. Per questo le vittime palestinesi delle violenze coi coloni non rientrano in questa categoria.
d- Il coinvolgimento dei palestinesi negli scontri con IDF e l'educazione alla lotta jihadista sono anche configurabili come reclutamento di "bambini soldato".
Come si vede da queste informazioni, Israele non ha nulla a che vedere con i paesi che 'usano' i bambini come soldati. Il fatto che appaia in questa lista ha dell'incredibile. Crediamo spetti al governo israeliano a fare i passi necessari con il Segretario Generale dell'Onu.
IC redazione