Tunisia, per ora niente sharia. Fino a quando ? Continuano gli scontri fra laici e islamisti
Testata: Il Foglio Data: 29 marzo 2012 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «Tunisi senza sharia»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 29/03/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Tunisi senza sharia".
Il titolo è eccessivamente ottimista, come si legge anche nel pezzo, gli scontri fra laici e islamisti continuano e sono sempre più aspri. E' solo questione di tempo prima che gli islamisti riescano ad ottenere ciò che vogliono, la sharia. Ecco il pezzo:
La sharia non sarà la fonte primaria della legge nella nuova Costituzione tunisina. Lo ha deciso la commissione di riforma della Carta fondamentale, che ha lasciato invariato l’articolo 1 sulla laicità dello stato così come voluto da Bourguiba nel 1959. “Non abbiamo voluto introdurre definizioni ambigue con il rischio di dividere la popolazione”, ha detto il leader di Ennahda, Rachid Ghannouchi. La scelta compiuta rappresenta un passo importante verso il consolidamento democratico della Tunisia dopo il ventennale regime di Ben Ali. Il 15 marzo, l’Unione generale degli studenti tunisini (di ispirazione laica) ha ottenuto una vittoria schiacciante sul sindacato studentesco islamista (sostenuto anche da Ennahda con una massiccia campagna elettorale e pubblicitaria): 250 seggi per i laici e soltanto 34 per gli islamisti. Sono buoni segnali in un contesto ancora complesso e delicato. Ennahda, dopo la netta vittoria alle elezioni parlamentari dello scorso ottobre, sta cercando di affermare la propria autorità sia all’interno (isolando e reprimendo quando necessario le frange più integraliste) sia all’esterno, cercando di imporsi come interlocutore credibile nel contesto maghrebino. Ma gli scontri tra laici e salafiti persistono, anzi diventano sempre più frequenti e si sono progressivamente trasferiti dalle zone rurali e meridionali del paese (dove gli islamisti contano su un considerevole seguito tra la popolazione grazie alla decennale presenza nel campo dell’istruzione, della predicazione e dell’assistenza sociale) alle aree urbane e ricche del nord. Domenica scorsa, migliaia di militanti salafiti hanno manifestato lungo l’avenue Bourguiba (il cuore di Tunisi) a favore della sharia, con uno sceicco che invitava la folla esultante a “prepararsi a uccidere gli ebrei”. Alcuni giovani hanno anche issato su un monumento la bandiera di Hizb Hettahrir, il partito della libertà salafita che sogna l’instaurazione di un califfato islamico nell’ex protettorato francese. Ma nei palazzi, laddove si definisce l’identità della nuova Tunisia, l’estremismo non vince.
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