Quella bufala immonda Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Scusate, non vi arrabbiate, devo farvi una domanda un po' strana: secondo voi, l'attuale re di Francia è calvo? Non datevi pena per trovare una risposta, quel che conta è la domanda. Betrand Russell la introdusse nel dibattito filosofico centosette anni fa con un articolo celeberrimo, intitolato “On denoting” (se qualcuno vuole cimentarsi con la filosofia del linguaggio, lo trova qui: http://www.philosophie.uni-muenchen.de/lehreinheiten/philosophie_5/personen/anagnos/lv_sose_2011/russell_on_denoting.pdf). In sostanza c'è un trucco, dato che non esiste l'attuale re di Francia la frase secondo Russell è automaticamente falsa, qualunque cosa affermi, mentre altri dicono che per la stessa ragione non ha senso. Il che ha conseguenze filosofiche rilevanti, che però non ci interessano qui.
Perché vi parlo dell'”attuale re di Francia” in questo contesto? Perché il trucco di formulare frasi con una “presupposizione esistenziale” inesistente (questa è la fallacia della frase in questione) è diffusissima nella retorica e in particolare in comunicazione politica. Si tratta di una tecnica per convincere la gente che le cose stanno secondo gli interessi di chi comunica, anche se non è affatto vero. A furia di ripetere che il re di Francia è colì e non colà, fa questo e non quello, ci si abitua all'idea e si incomincia a discutere se sia davvero calvo o solo rasato secondo la moda, se la sua corona sia bella o brutta e alla fine si crede che questo re ci sia, il che è palesemente un errore. Volete un esempio un po' meno assurdo (cioè: logicamente non meno assurdo, ma così diffuso nella comunicazione da aver raggiunto questo stato di quasi-realtà fallace – o piuttosto ingannevole, perché si tratta di una truffa vera e propria?
Eccolo: Mohammed Merah ha fatto la strage di Tolosa per vendicare i bambini palestinesi “ammazzati” dall'esercito israeliano. Vauro nella sua vignetta criticata da Informazione Corretta un paio di giorni fa ha rappresentato un bambino palestinese (collocato in cielo in quanto “ammazzato” dagli israeliani) che saluta le vittime di Merah, presentate in altra vignetta come frutto di un'azione nazista – l'azione nazista che in altre vignette ancora Vauro tende a estendere a Israele. La baronessa Ashton ha paragonato quel che è successo a Tolosa (come pudicamente si è espressa) con il caso analogo di Gaza – vale a dire altri bambini “ammazzati”. Un lettore di Informazione corretta, in una lettera così allucinante (o allucinata) da far pensare a un falso grossolano, ha scritto “raid israeliani che a Gaza uccidono con precisione chirurgica bambini di sette anni”.
Bene, il punto è questo: i bambini palestinesi ammazzati sono come l'attuale re di Francia: non ci sono. Peggio, mentre l'attuale re di Francia è un'insensatezza innocente, i bambini palestinesi ammazzati sono una immonda bufala propagandistica. Israele NON ammazza i bambini. NON punta le sue armi sui bambini. NON mette i bambini nel mirino. Mai. Certamente sono morti alcuni bambini palestinesi nei conflitti di questi anni, in realtà molto meno di quel che ha presentato la propaganda. Ma non per volontà israeliana, come non sono morti per volontà americana i bambini di Milano e di Roma deceduti in seguito ai bombardamenti del 43-'44. Gli americani puntavano le truppe nazifasciste, gli israeliani cercavano di neutralizzare i terroristi. I bambini sono vittime della guerra, certo, lo sono sempre; ma questi non erano bersagli, sono stati colpiti contro la volontà di Israele, come in guerra può accadere. L'esercito israeliano ha sempre mirato ai terroristi, ai nemici combattenti e ha preso sempre straordinarie precauzioni per evitare di colpire la popolazione civile.
I militari calcolano che in caso di combattimenti nei centri urbani in genere muoiano otto volte più civili che combattenti. Nel caso delle operazioni israeliane questo rapporto è invertito. Nell'operazione di Gaza condotta purtroppo inevitabilmente in una zona ad alta densità abitativa, più della metà dei morti erano combattenti. Nell'ultima recrudescenza della settimana scorsa, diciotto su venti. Fra i morti di Gaza ci sono dei bambini, purtroppo, ma sono vittime non volute, coinvolte nei combattimenti senza responsabilità israeliana. La responsabilità principale della loro morte è dei terroristi che li usano come scudi umani. Vi sono innumerevoli testimonianze sul fatto che i terroristi di Hamas come quelli di Hizbullah usano come basi militari, luoghi di sparo, centri di comando gli ospedali, le scuole, gli appartamenti di case molto popolate, gli asili, contando sul fatto che gli israeliani debbano risparmiarli. Quando ti sparano addosso da un posto dove ci sono bambini e rispondi per tutelare la tua vita, capita che muoia anche un'innocente. Ma la colpa è di chi ha sparato di lì apposta. Gli israeliani NON ammazzano i bambini palestinesi; accade però esattamente l'inverso: gli arabi ammazzano spesso e volentieri i bambini israeliani. Li ammazzano apposta, non per sbaglio. Lo fanno di persona, faccia a faccia, afferrando le vittime con le mani e guardandole negli occhi mentre prendono la loro vita, o comunque essendo ben consapevoli di quel che fanno. E' accaduto a Tolosa, è accaduto a Itamar, quando gli assassini della famiglia Fogel uccisero tre bimbi, la più piccola di otto mesi. Accade da Gaza, dove bersagliano le scuole coi razzi e un anno fa uccisero uno scolaro sparando un razzo teleguidato su uno scuolabus, ben riconoscibile per scritte e colore (http://www.lettera43.it/attualita/12659/gaza-razzo-di-hamas-centra-scuolabus.htm). L'hanno fatto per anni con attentati suicidi a mercati, discoteche e scuole, per tutta la storia della “resistenza palestinese” (http://elderofziyon.blogspot.it/2012/03/list-of-palestinian-arab-terror-attacks.html). Gli israeliani NON ammazzano i bambini palestinesi, anche se è possibile che nella guerra, usati come scudi umani dai terroristi, qualcuno perda la vita. Gli arabi ammazzano i bambini israeliani, con gioia e convinzione. Quelli che non lo fanno direttamente, come i dirigenti dell'Autorità Palestinese, approvano e onorano gli assassini. Giudicate voi chi è come i nazisti, nelle azioni e nella propaganda. Giudicate voi chi vi parla del re di Francia per convincervi di quel che non c'è.