Un invito ai lettori di IC affinchè inondino di mail l'indirizzo di Mario Calabresi, direttore della STAMPA. L'articolo di Andrea Tornielli uscito domenica 18/03/2012 (commentato su IC di ieri e ripreso in questa pagina) disinforma e diffama Israele oltre misura. Soltanto un gran numero di mail potrà suscitare un qualche cambiamento all'interno del giornale, per cui, mettetecela tutta !
direttore@lastampa.it
Già era apparso perlomeno strano che un quotidiano di tradizione laica come la STAMPA si fosse affidato a un vaticanista come Andrea Tornielli, se si escludono i giornali prettamente cattolici, sicuramente il più clericale che esista in Italia. Ma questo era solo l'inizio, adesso arriva il secondo tempo. Tornielli va infatti in Israele, da dove invia un pezzo che supera il concetto di disinformazione, per arrivare alla pura diffamazione.
E' a pag.18, sulla STAMPA di oggi, 18/03/2012, con il titolo " Una casa a Gerusalemme contro l'esodo dei cristiani". Lo commentiamo riga per riga.
1) Il titolo: abbinare 'Gerusalemme' a 'esodo dei cristiani' è la prima diffamazione, perchè dice ai lettori che l'esodo dei cristiani avviene da Israele, mentre la verità è l'opposto, i cristiani, se possono, fuggono dai territori palestinesi e Gaza, non da Israele, dove stanno benissimo.
2) catenaccio (sotto al titolo): 'il patriarca: impediamo che i luoghi santi diventino musei', una affermazione che dovrebbe rivolgere a se stesso, perchè i luoghi santi, di tutte le religioni, sono amministrati non da Israele ma dai rappresentanti le singole religioni.
3) il pezzo inizia con la storia della costruzione di un immobile alla periferia della capitale, facendo notare che nel centro città i prezzi sono molto alti. Un fatto che non è una notizia, in tutte le grandi città del mondo i prezzi delle case sono più alti in centro che non nelle periferie. Ma Tornielli scrive "...per lo più giovani coppie, che avranno così la possibilità di rimanere in città pagando un affitto a prezzi popolari e riscattando la proprietà dopo alcuni anni. Eviteranno così di lasciare la Terra Santa, come hanno fatto tanti altri, costretti a emigrare per trovare un lavoro o un’abitazione a prezzi accessibili." Capito ? lasciare la Terra Santa, emigrare per trovare un lavoro... la colpa dell'esodo dei cristiani è di Israele, perchè a Gerusalemme i cristiani possono trovare casa a buon mercato in periferia ! pazzesco !!
4) Riporta poi Tornielli " il possesso del suolo, della casa e il diritto di abitarvi, non potrà mai essere soltanto una questione immobiliare. È qualcosa che ha a che fare con la fede e la propria identità." Ma guarda, una interpretazione del tutto nuova, naturalmente vale solo in Israele ! Invitiamo Tornielli a riproporre il concetto in Italia nel caso dovesse acquistare una casa...
5) Sulla costruzione dell'immobile, Tornielli scrive " Il patriarcato latino è riuscito ad acquistare da tempo il terreno, ma soltanto un anno e mezzo fa ha ricevuto dalle autorità israeliane il via libera per costruire. I soldi non c’erano, e così il patriarca Fouad Twal si è rivolto agli amici in Italia.." Ah, non c'erano i soldi per costruirlo, ecco il vero motivo, il permesso c'era !
6) Sulla presenza dei cristiani in Israele, Tornielli ciurla nel manico, approfittando del fatto che la maggior parte dei lettori non è a conoscenza di quanto avvenuto nella regione negli ultimi 150 anni. Se è vero che 100 anni fa i cristiani erano il 25% della popolazione di Gerusalemme, Tornielli non scrive che gli ebrei sono sempre stati maggioranza relativa in città, anche prima della creazione dello Stato. Dal 1948 ad oggi la popolazione cristiana di Israele non solo ha goduto di tutte le libertà come ogni altra comunità, ma ha anche aumentato la propria presenza. Se l'aumento è stato relativamente basso, lo spiega - involontariamente !- lo stesso Tornielli, quando cita il tasso di natalità fra i cristiani, lo 0,9% ! Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, una massima che Tornielli dovrebbe ricordare.
Un articolo indecente, prima di tutto sul piano professionale.
Chiediamo ai nostri lettori di scrivere al direttore della Stampa Mario Calabresi, per protestare con forza per incredibile propaganda contro lo Stato ebraico diffusa con l'articolo di Andrea Tornielli.
La mail è al fondo della pagina, ma la proponiamo anche qui:
direttore@lastampa.it
Mario Calabresi
Ecco l'articolo:
Se non ci fosse stato questo aiuto, non avremmo mai potuto permetterci di avere una casa nostra…». Richard Zananiri e la moglie Maysoon sorridono di fronte alla palazzina di pietre bianche dove si trova l’appartamento nel quale fra qualche settimana potranno finalmente traslocare. Sorridono mentre accompagnano trecento pellegrini italiani del Movimento cristiano lavoratori (MCL) nel cantiere dove si stanno ultimando i lavori. A Gerusalemme, tra le stradine strette e non ancora asfaltate del quartiere periferico di Beit Zafafa, mentre comincia a scendere il sole e finisce lo shabbat degli ebrei, si svolge una cerimonia semplice ma significativa: su un terreno acquistato dal patriarcato latino, anche grazie al contributo dell’MCL, sono state realizzate quattro palazzine per dare una casa a ottanta famiglie cristiane, per lo più giovani coppie, che avranno così la possibilità di rimanere in città pagando un affitto a prezzi popolari e riscattando la proprietà dopo alcuni anni. Eviteranno così di lasciare la Terra Santa, come hanno fatto tanti altri, costretti a emigrare per trovare un lavoro o un’abitazione a prezzi accessibili.
«La vita è molto cara – racconta Zananiri, insegnante di ginnastica alla St. George School – in questo momento io spendo il 70 per cento di ciò che guadagno per pagare l’affitto della casa in cui vivo. Ora, grazie a questo progetto del patriarcato e al mutuo agevolato, potremmo finalmente acquistare un alloggio più grande. E resteremo qui, dove siamo nati». In questo fazzoletto di terra sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, il possesso del suolo, della casa e il diritto di abitarvi, non potrà mai essere soltanto una questione immobiliare. È qualcosa che ha a che fare con la fede e la propria identità.
«Qui mancano gli alloggi – spiega il vescovo ausiliare di Gerusalemme William Hanna Shomali, ringraziando gli italiani per il loro contributo – i prezzi sono proibitivi e soprattutto è difficilissimo ottenere i permessi per costruire nuove abitazioni». Il patriarcato latino è riuscito ad acquistare da tempo il terreno, ma soltanto un anno e mezzo fa ha ricevuto dalle autorità israeliane il via libera per costruire. I soldi non c’erano, e così il patriarca Fouad Twal si è rivolto agli amici in Italia. Fra questi, il Movimento cristiano lavoratori che, volendo festeggiare i 40 anni di fondazione, ha deciso di farlo non tanto con convegni e rievocazioni, ma con qualcosa di più tangibile. «Quello di oggi è un primo “mattone” – dice il presidente del movimento, Carlo Costalli – ma non ci fermiamo qui: continueremo a sostenere quest’opera, realizzando altri alloggi, come pure ad aiutare l’università cattolica e le scuole del patriarcato». Con il progetto sono stati già interamente finanziati una decina di appartamenti e alcuni di coloro che lo hanno sostenuto hanno potuto così aggiungere al classico tour dei pellegrini, dopo la visita a Betlemme, anche la sosta nel nuovo quartiere cristiano.
«Apprezziamo l’iniziativa di MCL – afferma il patriarca Twal – che riconosce nella Chiesa di Gerusalemme la Chiesa delle origini di ciascuno di noi. Questo progetto per realizzare case per giovani coppie vuole rallentare la continua diaspora dei cristiani, dando loro la possibilità di abitare e lavorare a Gerusalemme, impedendo che i luoghi santi diventino semplici musei senza alcuno spirito e senza vita. Scelte inopportune hanno impedito ai cristiani di poter lavorare ed abitare a Gerusalemme riducendo la loro presenza a una percentuale modestissima: sono appena il 2,1%». Ai pellegrini che visitano i luoghi santi soffermandosi sulle memorie storiche e archeologiche descritte nella Bibbia, i frati francescani della Custodia, come pure i responsabili delle varie confessioni cristiane, ricordano sempre l’importanza di preservare, oltre alle pietre, anche le «pietre vive» rappresentate dai fedeli autoctoni, che qui vivono.
Un secolo fa i cristiani di Gerusalemme rappresentavano il 25 per cento della popolazione. Nel 1948 erano trentamila. Oggi sono scesi a meno della metà. L’ufficio centrale di statistica di Israele ha appena diffuso i dati riguardanti la popolazione cristiana per l’anno 2011: nel Paese i cristiani sono 154 mila, il 2 per cento della popolazione. Ad essi si devono aggiungere alcune decine di migliaia di lavoratori stranieri immigrati. L’80 per cento dei cristiani residenti in Israele sono di etnia araba. Il tasso di crescita della popolazione cristiana si attesta sullo 0,9 per cento ed è più basso di quello degli ebrei (1,7) e dei musulmani (2,7).
I cristiani arabi ottengono il diploma di scuola media superiore e vengono ammessi all’università in percentuale maggiore rispetto ai musulmani e agli stessi ebrei, ma il tasso di occupazione medio tra i cristiani arabi è del 52 per cento, mentre tra gli ebrei del 60 per cento.
Per protestare con il direttore della Stampa Mario Calabresi, cliccare sulla e-mail sottostante