Belgio: il rogo della moschea è stato appiccato da un islamico faide islamiche in un Paese la cui capitale è abitata per un terzo da musulmani
Testata: Libero Data: 14 marzo 2012 Pagina: 17 Autore: Alessandro Carlini Titolo: «Il rogo della moschea in Belgio appiccato da un islamico»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 14/03/2012, a pag. 17, l'articolo di Alessandro Carlini dal titolo " Il rogo della moschea in Belgio appiccato da un islamico ".
Il rogo della moschea è frutto della faida tra sciiti e sunniti. E' stato un musulmano sunnita ad appiccare il fuoco. E' dovuto a questo il quasi silenzio dei quotidiani italiani al riguardo? Se fosse stato un cristiano o un ebreo lo spazio dedicato all'accaduto sarebbe stato ben diverso. Come si può leggere anche nell'articolo " nella zona di Bruxelles, che include il Comune di Anderlecht, il 22% della popolazione (con punte del 50% in alcuni quartieri) è rappresentato da musulmani. ". Perciò è possibile che episodi del genere continuino e diventino sempre più frequenti. Trascurando, per ora, altre valutazioni non meno significative. Ecco il pezzo:
Abdallah Dadoum, imam della moschea bruciata
Lo scontro fratricida tra sunniti e sciiti che da sempre infiamma il mondo islamico è arrivato in Europa. Anche in questo caso, come spesso è accaduto in Medio Oriente, sono state prese di mira le moschee. Il centro islamico sciita Rida di Anderlecht, in Belgio, è stato dato alle fiamme lunedì sera e nel rogo è morto il locale imam. La polizia è riuscita ad arrestare l’attentatore, un 34enne immigrato clandestino, che si è definito di religione musulmana. Si tratterebbe di un sunnita, colpito dalle terribili immagini di Homs, in Siria, in cui le forze armate del regime alawita (vicino agli sciiti) hanno massacrato la popolazione sunnita. Di lui non si conosce ancora l’iden - tità, perché ne ha fornite agli inquirenti ben tre diverse. La ricostruzione dei fatti fa capire molto bene il movente religioso dell’assalto. Alcuni testimoni hanno raccontato che intorno alle 18.30 di lunedì, un 34enne visibilmente agitato è entrato nel luogo di culto, con uno zaino dal quale ha estratto un coltello e un’ascia. Ha rotto alcuni vetri gridando ai presenti «siete l’eresia dell’Islam» e poi ha evocato la guerra civile in Siria. Di fronte ai pochi fedeli increduli ha cosparso i tappeti di benzina per poi appiccare un incendio. Alcuni fedeli sono riusciti a immobilizzare l’attentatore ma era ormai troppo tardi. Mentre il fuoco distruggeva la moschea sono fuggiti, tranne l’imam Abdallah Dadoum, che ha aiutato tutti a mettersi in salvo e poi è stato ucciso dai fumi dell’incendio. «Ho cercato di rialzarlo, ma mi ha detto che non ne aveva la forza, mi ha detto di lasciarlo lì a terra», ha raccontato uno dei presenti. L’imam, 46enne di origini marocchine, era padre di quattro figli. Poteva essere una strage come quelle che si sono viste qualche anno fa in Iraq. O potrebbe addirittura scatenare un conflitto islamico ad Anderlecht o in altre parti del Belgio, che così diventerebbe sempre più simile alla Siria. Il ministro dell’Interno, Joëlle Milquet, ha subito ordinato una riunione d’emergenza della sua unità di crisi. «Dovrebbe trattarsi di un problema tra sciiti e sunniti», ha affermato, aggiungendo però che serve cautela. Per ora non sono state prese misure drastiche ma è stata rafforzata la presenza della polizia nelle zone più a rischio. Ma non sarà facile mantenere la calma, anche perchè l’odio che cova nelle diverse comunità è troppo radicato. La vice-presidente dell’esecutivo dei musulmani del Belgio, anche lei sciita, Isabelle Praile, si è detta rammaricata «per la propaganda anti-sciita, diffusa da alcuni Stati come il Bahrein». Un’altra volta nel 2007 la stessa moschea era stata presa d’assalto ed episodi del genere si potrebbero ben presto moltiplicare. Basta pensare che nella zona di Bruxelles, che include il Comune di Anderlecht, il 22% della popolazione (con punte del 50% in alcuni quartieri) è rappresentato da musulmani. In tutto il Belgio gli islamici sono più di 620 mila, quasi il 6% della popolazione, contro il 5,7% in Francia e il 5,5% in Olanda.
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