Israele, la Commissione Europea, l’Europa e l’Olanda
Manfred Gerstenfeld intervista Frits Bolkestein
(traduzione di Alessia Di Consiglio-Levi)
Frits Bolkestein, Manfred Gerstenfeld
Tra il 1999 ed il 2004, Frits Bolkestein ha ricoperto l’incarico di commissario UE responsabile per il mercato interno, le imposte e l’unione doganale. Prima di ció, in Olanda, č stato Ministro della Difesa e leader del Partito Liberale, il VVD. Nel 2005 ha ottenuto la cattedra del corso “The intellectual background to political developments”, sia presso l’Universitá di Leiden che presso il Politecnico di Delft.
Osserva Bolkstein: “Il dossier israeliano presso la Commissione Europea č un dossier delicato a causa dei molti fattori in gioco. Negli ultimi anni, Israele ha indubbiamente perso la battaglia con i media. Questo, comunque, č solo uno dei molti fattori da considerare. Un altro č che la gente crede nei numeri. Ci sono centinaia di milioni di Arabi e meno di otto milioni di Israeliani. C’č poi la questione petrolifera. Le forniture di petrolio vengono negoziate su base bilaterale e ció gli conferisce una connotazione altamente politica. Gli Arabi hanno petrolio in abbondanza e un giorno potrebbero imporre un nuovo embargo. L’Olanda ha giá avuto questa esperienza nel 1973.
“ Un quarto fattore č l’influenza del potere elettorale di tantissimi musulmani europei sulla politica estera. Ho incontrato Dominique de Villepin, all’epoca Ministro degli Esteri francese, alla Conferenza di Bilderberg e gli ho chiesto quanto la politica estera francese fosse stata influenzata dalla presenza di 5-6 milioni di musulmani. ‘Per nulla’ mi ha risposto, ma non č stato molto convincente.
“ Un quinto fattore che complica ulteriormente la questione č il senso di colpa verso Israele e gli ebrei. Questo si applica innanzitutto alla Germania. Ma č importante anche in Olanda, soprattutto perchč il 75% degli ebrei olandesi č stato assassinato durante la Shoah. Oggi questa valutazione č quasi scomparsa e non ritengo sia significativa in altri paesi europei.
“Sesto fattore č l’antisemitismo, che in Europa puó anche influenzare la sfera politica. Spesso si traveste da anti-sionismo. David Pryce-Jones ha descritto dettagliatamente in un suo articolo il malcelato antisemitismo della diplomazia francese.1
“Non sono abbastanza esperto per affermare che ció sia vero. Ricordo peró De Gaulle definire gli ebrei come ‘un popolo dispotico e arrogante’ nel 1967. Tali commenti non vengono mai fatti senza motivo. Se i Francesi dicessero, anche con veemenza, ‘non siamo antisemiti e sicuramente non lo č neppure la nostra diplomazia’ avrei dei dubbi. Ricordo la vignetta pubblicata su Le Monde in tale occasione, mostrava un ebreo in abiti da deportato, dritto in piedi in una provocatoria posa da Napoleone, con un piede sul filo spinato.
Parlando alla Cerimonia del Ricordo ad Amsterdam, in occasione del sessantacinquesimo anniversario della ‘Notte dei Cristalli’, nel Novembre 2003, Bolkestein ha dichiarato: “Il cuore del conflitto mediorientale sta nella riluttanza araba ad accettare l’esistenza di Israele. Il terrorismo islamico contro l’Europa non č il risultato del conflitto Israelo-Palestinese. E’ diretto verso la cultura occidentale, che molti musulmani vedono come una minaccia.
Secondo Bolkestein, tutte queste questioni devono essere inquadrate nel contesto degli attuali problemi europei. Uno dei temi che lo preoccupa č quello che chiama ‘auto-odio’ europeo. Alla lezione inaugurale della sua cattedra, ha dichiarato: “Un’importante domanda č perché e come gli Europei occidentali in generale, e gli Olandesi in particolare, hanno perso la propria sicurezza personale. Io ritengo che ció risalga alla Prima Guerra Mondiale, alla confusione del periodo tra le due Guerre, alla Seconda Guerra Mondiale e allo sterminio degli ebrei. Tutto ció č stato poi rinforzato dalla rivoluzione culturale del 1968 e dagli anni successivi.
Poi aggiunge: “Giudicare secondo gli standard della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la civilitá oggi dominante in Europa, č superiore alla civiltá Islamica. Ogni civiltá si basa su giudizi. Ritengo che la civiltá di Roma fosse superiore a quella dei Galli. Considero poi superiore l’America Unionista alla Confederazione schiavista e la democratica Germania Occidentale del dopoguerra alla Germania Orientale comunista”.
Sottolinea Bolkestein: “All’interno della Commissione Europea, ho provato due volte a sollevare il problema della societá multiculturale e del rischio di un’immigrazione illimitata dei musulmani. I miei colleghi erano indietro di dieci anni rispetto all’Olanda su questa questione e non hanno voluto discuterla. Ho detto ad uno dei commissari che mi stavano trattando quasi come un razzista. Mi ha risposto ‘togli la parola quasi.’”
Nel 2010 ho citato una dichiarazione di Bolkestein nel mio nuovo libro The Decay, Jews in a Rudderless Netherlands: “Gli Ebrei devono realizzare che non c’č futuro per loro in Olanda e farebbero meglio a consigliare ai propri figli di andarsene negli Stati Uniti o in Israele.” Questa conclusione č legata ai problemi che egli prevede per l’Olanda, risultanti in particolare dalla fallita integrazione di molti immigrati musulmani e dalle difficoltá che questo crea per gli ebrei che mostrano pubblicamente di essere tali.2 Questa dichiarazione ha sollevato un vasto dibattito. Simultaneamente, sono stati pubblicati molti articoli che descrivono le attuali persecuzioni degli ebrei facilmente riconoscibili in Olanda.
Versione abbreviata di un’intervista in olandese, apparsa nel libro best-seller di Manfred Gerstenfeld The Decay: Jews in a Rudderless Netherlands (2010).
Manfred Gerstenfeld č Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta