Il commento di Andrea Jarach
Andrea Jarach
Gruppo Proedi Founding Partner & CEO
L’incubo dell’Iran nucleare si presenta purtroppo come una minaccia esistenziale per Israele. E sempre più spesso i media ne parlano come, appunto, una minaccia per Israele… soltanto. Si sorvola sulla minaccia a tutto il mondo che deriva esattamente dalle stesse cause (che vanno dal fanatismo dei governanti di Teheran alla disponibilità di missili intercontinentali per veicolare il carico di morte). Restringendo la visuale la difficile scelta dei governi mondiali di rischiare un nuovo conflitto e di aggravare la crisi economica globale in corso viene ributtata sulle spalle del governo israeliano.
Non dovremo dunque sorprenderci di una gigantesca ondata antisemita in caso Israele si prenda questa responsabilità e mantenga il primo dei doveri dello Stato ebraico che è la protezione dei propri cittadini.
A meno che non si riesca a responsabilizzare i popoli su questa realtà, ovvero a far capire a tutti che l’Iran minaccia il mondo intero e non solo Israele.
Sembra una missione impossibile ma una recente storia ci può far sperare.
Proprio in questi giorni una immensa ondata di consenso sta circondando una campagna d’opinione che ha l’obbiettivo di portare di fronte alla giustizia un criminale africano, signore della guerra, che ha sequestrato negli anni 30.000 bambini e li ha trasformati in soldati e prostitute nel quasi silenzio mondiale.
Un piccolo gruppo di ragazzi americani ha costruito la campagna d’opinione, (la cui storia potete vedere qui http://vimeo.com/37119711 ) e in pochi giorni il bellissimo filmato che racconta questo progetto e traccia il programma di azione per arrivare all’obbiettivo è stato visualizzato da quasi 100 milioni di persone sui vari social network. Gli spettatori in gran parte divengono attivisti per questa nobile causa. Visto il successo tra il pubblico anche il Congresso di Washington si è mobilitato e il presidente Obama ha inviato un centinaio di militari in Uganda a sostenere l’esercito regolare.
Forse potremmo provarci anche con l’Iran.
Infatti sembra incredibile che a distanza di solo 60 anni dalla apertura dei cancelli di Auschwitz Birkenau possa esservi ancora una dichiarata minaccia esistenziale all’intero popolo ebraico, ed è incredibile, in effetti, che di fronte a questa minaccia concreta il mondo si comporti proprio come fecero i governanti delle grandi potenze di allora con Adolf Hitler e il suo regime.
In risposta ai dichiarati piani di sterminio che vengono senza pudore lanciati da Teheran, accompagnati da una robusta campagna negazionista della Shoah, il mondo risponde, da un lato con moniti e sanzioni evidentemente poco efficaci, dall’altro con infiniti tentativi di far capire che poi non è tutto così grave, che si può e si deve trattare con chiunque. Senza rendersi conto che è impossibile trattare con chi si ritiene strumento di Dio.
I media, e i vari movimenti spontanei non riescono a focalizzare la loro indignazione sul regime di Teheran nonostante questo abbia uno dei peggiori bilanci al mondo in termini di rispetto dei diritti civili e della vita dei propri cittadini. Focalizzando poi l’attenzione sul conflitto mediorientale si nasconde la minaccia che il mondo intero si trova a fronteggiare con bombe atomiche nelle mani del terrorismo internazionale e dello stato che appoggia e teorizza il terrorismo come arma di pressione .
Il discorso tenuto questa settimana a Washington da Benjamin Netaniahu, presente metà del Congresso americano, costellato da decine di applausi, è stato un monito chiarissimo al mondo.
E bisogna ammettere che anche il presidente Obama ha dato l’impressione di avere una posizione molto chiara e ferma nella difesa di Israele e degli interessi americani in merito alla questione iraniana.
Ma in tempi di democrazia sono i popoli a dettare le azioni dei potenti. E i media influenzano i popoli. Solo una presa di coscienza dei cittadini del mondo, legati tra loro da internet, potrà cambiare il corso della Storia. In alternativa, questa, incurante degli insegnamenti del passato, per adesso sembra correre verso il gorgo della guerra. Come avvenne negli anni della ascesa del nazismo e della Shoah, scarsa fermezza e unità dei governi ci stanno portando ad un bivio terribile: quello tra un attacco preventivo all’Iran da parte di Israele e la minaccia costante dell’Olocausto atomico su Israele.
La Storia ebraica oltre che di tragedie è costellata di miracoli. Questa volta lo strumento potrebbe essere proprio internet capace, per la prima volta nella Storia, di influenzare contemporaneamente le opinioni di tutti cittadini del mondo.
Utopia? Anche internet soccomberà di fronte all’antisemitismo?. Proviamoci, la vicenda africana di cui parlo poco sopra è partita grazie alla passione di pochi ragazzi. Dopo anni di colpevoli silenzi e facile indifferenza dei potenti.