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Ugo Volli
Cartoline
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Volete sapere perché non c'è la pace in Medio Oriente? 11/03/2012

Volete sapere perché non c'è la pace in Medio Oriente?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,
volete sapere perché non c'è la pace in Medio Oriente? E' un problema che angoscia molti e in particolare quelli che leggono Ionformazione Corretta? Ma volete saperlo per davvero, senza storie, senza belletti propagandistici? E volete sapere perché la pace non ci sarà anche per il tempo prevedibile, per dieci, vent'anni, una generazione, chissà? E' semplice, guardate questo video: http://www.europe-israel.org/2012/03/video-les-dirigeants-palestiniens-nous-naccepterons-jamais-la-solution-de-2-etats-pour-2-peuples/.  Badate, non è importante perché sia eccezionale, ma perché è perfettamente normale, perché è quello che i palestinmesi continuano a dire in ogni occasione, ormai non più solo in arabo, ma anche in inglese. E' molto semplice: i dirigenti dell'Autorità Palestinese sono disposti ad accettare l'esistenza di due stati in Terra di Israele, ma non di due stati per due popoli, in nessun modo, mai. Perché questa precisazione? Si tratta dei soliti bizantinismi negoziali o piuttosto propagandistici, visto che negoziati seri non se ne fanno da un bel po'? Niente affatto, siamo al cuore della questione.

I dirigenti dell'AP, seguiti in questo da tutto il mondo arabo, intendono semplicemente negare che ci possa essere in Medio Oriente uno stato del popolo ebraico. Obbligati dalla necessità della storia, sono disposti ad accettare che sul terreno che rivendicano vi siano due entità statali: agli arabi tradizionalmente degli stati non interessa granché, non fa parte della loro cultura politica fondamentale. Sono anche disposti a inghiottire il fatto che uno dei due stati sia diretto per il momento dagli infedeli. E' un fatto che si propongono di accettare, ma in termini realistici la tradizione islamica accetta l'idea di patti di tregua con il nemico, a patto che questa tregua serva a rafforzarsi, fino al momento di romperla per prevalere finalmente.

Quel che gli arabi dell'Autorità Palestinese non accettano e non accetteranno mai, e con loro tutti gli altri arabi, è la legittimità di uno stato del popolo ebraico. La ragione di questo rifiuto non è politica, non è cioè trattabile o mediabile. Gli arabi si rifiutano di concedere agli infedeli una parte del "sacro patrimonio ("Wafq") della "Dar al Islam" (che significa, per chi non lo sapesse, terra della sottomissione). Lo farebbero anche con i copti in Egitto, se chiedessero uno stato. Nei confronti degli ebrei (e dei cristiani) nutrono una forte xenofobia, un  sentimento di superiorità per cui rifiutano anche l'idea di dipendere amministrativamente da loro, figuriamoci di diventare una minoranza politica

D'altro canto il sionismo è nato proprio per questo, per dare uno stato al popolo ebraico e con esso la sicurezza di sottrarre i singoli ebrei dall'antisemitismo, grazie all'esistenza dello Stato. Se non ci fosse più uno stato del popolo ebraico (che non significa uno stato religiosamente ebraico o uno stato etnicamente puro, più di quanto lo abbia significato l'aspirazione risorgimentale all'unità d'Italia), il sionismo sarebbe fallito e con esso il progetto di autodeterminazione del popolo ebraico, che non è stato solo l'impegno centrale di Israele negli ultimi secoli, ma anche l'applicazione ad esso dei fondamentali principi di libertà affermati per tutti i popoli.

Questa è la posta in gioco nella richiesta di Netanyahu di riconoscere Israele come stato ebraico e questa la ragione per cui, fino a che gli arabi non si convinceranno di non poter cancellare Israele dalla mappa geografica, con le armi, con la demografia, con il boicottaggio politico ed economico, con la pressione sugli stati occidentale, con la politica del salame per cui si strappa una concessione alla volta, mettendo l'avversario su un piano inclinato verso la distruzione da cui non può tornare indietro, con il terrorismo – insomma con tutti i diversi modi sperimentati nel corso dei decenni – fino a che non rinunceranno o Israele non cederà e non accetterà la propria eutanasia, non ci sarà la pace. Chi dice il contrario, chi fa vedere facili vie d'accordo, purché Israele ceda ancora un po', scenda ancora un po' sul piano inclinato verso la distruzione, si illude e inganna chi lo ascolta.


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