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La Stampa Rassegna Stampa
11.03.2012 Kofi Annan in Siria, la scelta peggiore
La cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 11 marzo 2012
Pagina: 17
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Kofi Annan in Siria con la benedzione di Russia e Cina»

Sulla STAMPA di oggi, 11/03/2012, a pag.17, con il titolo "Kofi Annan in Siria con la benedzione di Russia e Cina", Maurizio Molinari riferisce dell'incontro tra Assad e l'ex responsabile Onu Kofi Annan.
se la situazione in Siria non fosse così drammatica, si potrebbe anche riderne, l'incontro tra un criminale e un personaggio che più squalificato non si può come Kofi Annan. il risultato è quello che ci si doveva aspettare, cioè nulla.
Ecco il pezzo:

Con un difficile colloquio di 35 minuti nel palazzo presidenziale di Damasco Kofi Annan torna sotto i riflettori internazionali a oltre cinque anni di distanza dall’addio al segretariato generale dell’Onu. A richiamarlo in servizio, il 23 febbraio, è stato il successore Ban Ki-moon assegnandogli l’incarico più difficile: fermare in Siria un bagno di sangue di civili che evoca nella memoria collettiva le stragi avvenute nei Balcani nella prima metà degli Anni Novanta.

Con il Consiglio di Sicurezza paralizzato dal veto di Mosca e Pechino contro ogni decisione punitiva nei confronti del regime di Bashar Assad, Ban ha scelto d’intesa con la Lega Araba di affidare ad Annan, 73 anni, la carica di «inviato sulla Siria» scommettendo sulla sua esperienza e credibilità per bloccare le stragi e aprire la strada alla transizione. Da qui l’arrivo a Damasco, che Annan ha preparato in una cornice tesa a trovare l’assenso anzitutto della Russia e anche di Cina. A dimostrarlo è l’agenda della missione: Annan si è fatto portatore con Assad dell’unica richiesta di un «immediato cessate il fuoco» evitando di parlare di transizione e andando incontro alla richiesta di Mosca di pretendere la fine degli attacchi anche dall’opposizione armata. Inoltre, l’incontro con Assad - nella giornata in cui Damasco ha intensificato gli attacchi sulla cittàdi Idlib (l’opposizione denuncia 31 vittime) - è avvenuto in contemporanea con il summit ministeriale Lega Araba-Russia al Cairo per allontanare i sospetti del Cremlino di un disegno occidentale ostile. «Il primo compito di Annan è recuperare la Russia» osserva una fonte diplomatica al Palazzo di Vetro, sottolineando come l’ex segretario generale ha una consolidata amicizia con l’attuale ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, con cui condivise l’opposizione all’intervento Usa in Iraq durante la battaglia al Consiglio di Sicurezza fra il 2002 e il 2003. Nel tentativo di sostenere la missione di Annan, si è mosso il presidente Usa Barack Obama, telefonando venerdì al rieletto collega russo Vladimir Putin, per discutere un’agenda di cooperazione, dall’Iran al G8, che verte attorno alla necessità di superare in fretta i disaccordi sulla Siria. Lavrov dal Cairo ha mandato un timido segnale affermando che «non vogliamo proteggere il regime di Assad bensì il diritto internazionale» ma le posizioni restano distanti, consentendo al dittatore siriano di avere ampi margini di manovra. «Non vi sarà alcun cessate il fuoco fino a quando i gruppi terroristi continueranno ad operare» ha detto Assad ad Annan, con l’effetto di far crescere i timori di Ban su un’offensiva contro i civili in più località dopo le stragi di Homs che hanno portato il bilancio della repressione oltre le 7500 vittime. Oggi Annan vedrà alcuni leader dell’opposizione siriana ma i suoi margini di manovra sembrano assai ristretti anche perché, secondo un rapporto di intelligence Usa fatto filtrare sui network tv, i comandi militari e dei servizi di sicurezza siriani sono ancora uniti nel sostenere il regime rendendone possibile la sopravvivenza «per alcuni mesi se non per un periodo più lungo». Ciò significa che Annan ha di fronte una missione destinata a durare, consentendogli di tornare protagonista anche se se le grandi potenze hanno un ruolo invertito rispetto al 2003 perché all’epoca ad essere isolati erano gli Usa di Bush mentre ora in questa posizione c’è la Russia di Putin.

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