grazie delle risposte prof. Volli. Sulla prima, la presenza araba, mi e'sembrato che si sia mantenuto un po' sul vago...c'erano arabi ma erano pochi...non sono molto convinto. se è vero come e vero che importantissimi e eminenti rabbini parlavano di una popolazione autoctona araba ospitale e amichevole, prima del sionismo, se i britannici all' inizio del mandato contavano una schiacciante maggioranza araba, e, infine il sionismo stesso si poneva, prima dell'arrivo degli ebrei, il problema degli arabi, significa che gli arabi erano tanti. Non c'erano arabi in Palestina, ce ne sono in Italia, in Palestina erano la grande maggioranza e questo ha di sicuro la sua importanza nel conflitto, ma questa e storia. Venendo al presente la sua soluzione mi sembra l' unica praticabile, ma mi sembra anche che Gerusalemme non vada in quella direzione. Basta vedere la mappa delle colonie, fortemente volute da israele e difese a tutti i costi da ogni pressione internazionale per capire che questa separazione, unica speranza non solo per terminare la guerra ma anche per garantire l'ebraicita di Israele nel futuro,al dila delle parole di circostanza non sia voluta da Israele che vorrebbe un territorio tutto ebraico con piccoli territori densissimamente abitati da arabi, in un territorio il piu piccolo possibile e senza una vera indipendenza politica. Un po' come da noi il sud Tirolo, con la differenza che i tirolesi in Italia sono lo zero virgola, gli arabi dal Giordano al mare il 50 per cento e in assenza di una separazione vera e praticabile in un paio di generazioni prevarranno. Si e' perso troppo tempo, se ne perde ancora e i rischi sono incalcolabili, eppure mi pare che in pochissimi, in Israele e fuori, lei compreso, si rendano conto di dove si vada a finire !
Risponde Ugo Volli
Gentile lettore, certo che le mie risposte sono un po' sommarie, se devo scrivere un saggio o un libro su un tema complesso, sono dell'idea di non farlo in forma di risposta a una lettera. Comunque per sua tranquillità le riconfermio che gli abitanti della Terra d'Israele nel'Ottocento erano pochi, pochissimi, e anche gli arabi lo erano. Guardi questa tabella che riassume il risultato dei censimenti su Gerusalemme:
Anno
Ebrei
Maomettani
Criatiani
1844
7120
5000
3190
1896
28110
8560
8750
1922
34000
15000
14700
1931
51200
19900
19300
1944
97000
30000
29400
1948
100000
40000
25000
1967
195000
54963
12646
Mi sembra chiarissimo. Noti che le fonti sono turche o inglesi (salvo che per il '67), tutt'altro che favorevoli agli ebrei.
Per quanto riguarda la possibile soluzione della disputa, le faccio presente che la soluzione che le ho esposto è quella proposta dal Ministro degli Esteri israeliano Liebermann, che per questo è stato bersagliato dai soliti insulti (fascismo, pulizia etnica ecc.) Tenga conto che il 96% della popolazione araba sta nele zone denominate A e B negli accordi di Oslo, cioè sotto l'amministrazione piena o parziale (salvo la sicurezza, cioè) del'Autorità Palestinese. Quelle che lei chiama "colonie" occupano il 2% del territorio, come ho spiegato in una cartolina qualche tempo fa, secondo i calcoli dell'Autorotà Palestinese. E' chiaro che dovrebbero restare nel futuro territorio israeliano, se si arrivasse a una suddivisione. Con esse, come le ho scritto, devono però restare israeliane altre zone strategiche, non molte però. Ci dovrebbero essere inoltre delle possibilità di controllare militarmente delle zone particolarmente sensibili, come il confine del Giordano. Dando in cambio all'autorità Palestinese delle zone densamente popolate da arabi, la pace potrebbe essere facilmente raggiunta in breve tempo, se i leader palestinesi lo volessero. Ma quella che le ho esposto, con varianti ancora più favorevoli, è la soluzione che Arafat rifiutò a Camp David nel '99 e poi a Taba nel 2000 e che Muhammed Abbas rifiutò con Olmert nel 2008. Perché non chiede ai filopalestinesi il perché?
ugo volli
PS: Informazione Corretta ha la regola di non ammettere scambi prolungate di mail, perché snaturerebbero il senso della rubrica delle lettere, che non è una chat. Di conseguenza la nostra discussione si deve chiudere qui. Saluti. (uv)